Firenze – La Toscana regge al cambiamento, ma a sua volta deve cambiare. E’ questa, la sintesi dei due rapporti che hanno indagato la nostra regione sia sotto il profilo sociale che sanitario, presentati oggi, e che meglio di ogni altra spiegazione hanno reso chiaro che il vero passo risolutivo è quello di potenziare e consolidare la connessione fra salute e sociale, considerandola la vera svolta capace di dare risposte per un futuro complesso e imprevedibile.
Le relazioni si sono tenute oggi martedì 4 luglio all’Istituto degli Innocenti. I rapporti “Lo stato di salute dei toscani e del servizio sanitario regionale” e “Profilo sociale regionale”, sono stati elaborati rispettivamente dall’Agenzia regionale di sanità e dall’Osservatorio regionale. Con l’assessore regionale Stefania Saccardi, che ha svolto la relazione, c’erano il presidente dell’Ars Vannucci, le dirigenti regionali Monica Piovi e Paola Garvin, il funzionario Marco La Mastra, Fabio Voller dell’Ars Toscana. L’iniziativa si è conclusa con una tavola rotonda cui hanno partecipato esponenti del mondo sanitario e sociale e rappresentanti degli organismi di Enti locali.
La comunità regionale appare sempre più anziana, mentre sale ancora l’aspettativa di vita. In numeri, i toscani al 1° gennaio 2016 sono 3.744.398. Gli anziani sono il 25%, il doppio dei giovani under15 (4a regione in Italia dopo Liguria, Friuli V. G. e Molise). Nel 2016 torna a salire la speranza di vita alla nascita: 85,6 anni per le donne e 81,2 per gli uomini, valori superiori alla media nazionale di circa 6 mesi. La speranza di vita di una persona a 65 anni è di 22,8 anni per le donne, 19,5 per gli uomini. Per il secondo anno la popolazione diminuisce, -0,5 residenti x1.000 (-2,2 x1.000 nel 2015), a causa del costante saldo naturale negativo, più decessi dei nuovi nati, non più compensato dal saldo migratorio, comunque positivo, ma più contenuto rispetto agli anni passati. Circa 1 cittadino ogni 10 è straniero, la Toscana attrae l’8% degli stranieri in Italia.
Gli stranieri sono mediamente più giovani (solo il 4,2% ha 65+ anni), ma la loro numerosità non riesce più ad assicurare il ricambio generazionale. Natalità ancora in calo: sono circa 27mila i nati nel 2016 (7,2 x1.000 abitanti), -2,2% rispetto al 2015. La natalità è in diminuzione dal 2008, l’età media al parto delle donne continua a salire (31,9 anni) e circa 1 bambino su 4 nasce da madri straniere, che comunque registrano tassi di natalità decrescenti. È un trend che contraddistingue l’Italia, ma la nostra regione è tra quelle dove è più marcato. Famiglie sempre più assottigliate e instabili ma restano il baluardo del welfare: ci sono circa 1.650.000 famiglie formate mediamente da 2,26 componenti, crescono le famiglie unipersonali e quelle monogenitore , ci si sposa sempre di meno (11.757 matrimoni nel 2015) e sempre di più con rito civile (61%), aumentano le separazioni e divorzi e con essi l’instabilità familiare.
Le criticità, per quanto riguarda educazione e scuola, riguardano principalmente la dispersione scolastica, mentre, per quanto riguarda minori e famiglie, sono tornati a crescere i minori che vivono fuori dalla famiglia di origine e aumenta l’emersione dei casi di violenza in famiglia (maltrattamenti e violenza assistita).
Buona l’occupazione, che, dicono, migliora, pur mantenendosi critici i livelli di disoccupazione giovanile, (34% per i 15-24enni, 24% per i 18-29enni); in miglioramento ma rilevante il fenomeno dei NEET, che sono circa 89.000 (20% dei 15-29enni toscani). Il tasso di disoccupazione regionale (9,5% al 2016) è storicamente più basso rispetto a quello nazionale e le analisi congiunturali sull’ultimo biennio del mercato del lavoro toscano evidenziano segnali di ripresa dell’occupazione. La disoccupazione è tuttavia quasi raddoppiata rispetto al 2008 (pre-crisi) e restano in Toscana 164.000 persone in cerca di occupazione.
Per quanto riguarda il reddito, sono quasi 82.000 famiglie in povertà relativa (5% contro il 10,4% di media Italia) e 53.000 famiglie in povertà assoluta (3,2%). A questo, si unisce il disagio abitativo: gli sfratti eseguiti si attestano oltre le 5.300 unità nel 2015 coinvolgendo il 2% delle famiglie toscane in affitto, e le domande di contributo ai Comuni toscani per il pagamento degli affitti sono negli ultimi due anni su quota 2122.000 interessando l’8% delle famiglie in affitto. Contesto ambientale, Il contesto ambientale: qualità dell’aria più critica a Prato, Pistoia e Lucca. I valori medi annuali di PM10 e PM2,5 rilevati da ARPAT sono stabili negli anni, i limiti normativi sono rispettati, ma i valori sono superiori al valore indicato nelle linee guida OMS.
Il profilo individuale segnala che i toscani sono meno sedentari rispetto agli altri italiani, ma il dato che riguarda il sovrappeso è in linea con la tendenza nazionale. Per quanto riguarda la dieta alimentare, i toscani sono molto affezionati a frutta e verdura, ma neanche loro raggiungono le “5 porzioni” di verde consigliate. E per i più giovani, cresce l’abitudine al consumo di alcol fuori pasto. Cresce il numero dei fumatori, in particolare fra le donne. Ecco i numeri: dopo un trend di diminuzione, nel 2015 sono aumentati i fumatori, +2,4% rispetto all’anno precedente, pari al 20,5% della popolazione d’età 14+ (19,9% in Italia). In particolare sono le donne a mostrare un comportamento ancora poco incline all’abbandono dell’abitudine al fumo. Tra i maschi i fumatori sono il 23,4% (24,9% in Italia), tra le femmine il 17,9% (15,2% in Italia).
Per quanto riguarda la mortalità, nel 2016 sono deceduti circa 42.500 toscani (11,2 x1.000 abitanti), circa 2/3 per tumori o malattie dell’apparato cardiocircolatorio. La mortalità torna a livelli simili al periodo pre-2015, anno caratterizzato da un picco di mortalità riconducibile al calo di vaccinazioni antinfluenzali e all’ondata di calore estiva che colpì i più anziani. La Toscana ha i livelli di mortalità tra i più bassi in Italia, meglio solamente Trentino, Umbria, Marche e Veneto. Nel 2014 (ultimo dato disponibile standardizzato per età) sono avvenuti circa 8,1 decessi ogni 1.000 abitanti (8,5 in Italia) e si mantengono costanti le differenze di genere, circa 10,3 decessi x1.000 uomini e 6,7 x1.000 donne. Le morti evitabili attraverso buone pratiche preventive e di cura sono poche, rispetto alla media nazionale, la Toscana è infatti tra le 4 regioni con i livelli più bassi, ma alcune criticità si rilevano nelle provincie occidentali (MS, LU e GR). Mortalità per tumori, malattie respiratorie e circolatorie in calo grazie a prevenzione e cura: ogni anno circa 13.800 uomini (766 x100mila) e 12.700 donne (656 x100mila) hanno una nuova diagnosi di tumore.
Le persone che vivono con una diagnosi di tumore pregressa sono circa 200mila. Circa 200mila anche i toscani affetti da BPCO (principale malattia respiratoria cronica), pari al 5,5% della popolazione. I ricoveri per malattie ischemiche del cuore sono circa 767 x100mila uomini e 290 x100mila donne, quelli per malattie cerebrovascolari 656 x100mila uomini e 500 x100mila donne. Le stime sono migliori della media nazionale, ad eccezione delle malattie cerebrovascolari, per le quali la Toscana ha leggermente più ricoveri e decessi rispetto all’Italia. Le campagne di prevenzione e di cura per queste malattie ne hanno progressivamente ridotto la mortalità. In Toscana il 73% delle persone invitate aderisce allo screening mammografico, il 57% allo screening cervicale, il 49% allo screening colon-rettale.
La Toscana ha uno dei tassi di ospedalizzazione più bassi (124 x1.000 abitanti vs 136 x1.000 in Italia), che riguarda in buona sostanza le situazioni di cronicità, per le quali esistono delle linee guida di presa in carico. Ancora solo 4 malati cronici su 10 seguono correttamente le linee guida per la cura della propria malattia, diminuiscono però gli esiti di salute negativa (ospedalizzazione da 56,3 a 55,6 x1.000 assistiti) e aumenta la spesa territoriale (da 503€ a 538€ p.c.), principalmente a causa della spesa farmaceutica ad erogazione diretta. Resta disomogenea l’assistenza sul territorio regionale, è necessario rafforzare le attività di audit per garantire maggior omogeneità e più appropriatezza.
La risposta territoriale al bisogno di assistenza degli anziani non autosufficienti, riguarda circa 4 anziani ogni 100 residenti. In particolare sono 26 x1.000 gli anziani in assistenza domiciliare integrata (23 in Italia) e 15 x.1000 quelli in RSA (16 in Italia). Questi numeri riguardano solo la risposta socio sanitaria integrata, appropriata nei casi di bisogno di prestazioni sanitarie e sociali. In costante aumento inoltre, di circa 5 volte dall’introduzione, il numero di pazienti che accede ai derivati della cannabis e il numero di erogazioni per paziente. Nel 2016 è stato erogato il 40% del totale di confezioni erogate dal 2013, principalmente per tumori e sclerosi multipla.