Firenze – I dati, presentati lunedì scorso in occasione della presentazione del Focus sul lavoro realizzato da Cgil-Ires nella sede regionale del sindacato, fanno emergere alcune caratteristiche dell’occupazione: la quota del lavoro a termine che nel 2016 era del 62.6%, è salita al 67.9% nel 2017. Anche lo stagionale nello stesso periodo è passato dal 10.1% al 10.8%. Falcidiato l’indeterminato che è passato dal 22.1% al 16.2%. Insomma, al di là di facili slogan, si può pur dire che a diventare a tempo indeterminato è la precarietà.
Tirando le fila, i dati positivi non mancano, anzi, come spiega il direttore dell’Ires Gianfranco Francese. Infatti lo scenario economico regionale
si contraddistingue “per un positivo andamento della crescita regionale, che si attesta sull‘1,3%, con un miglioramento di 4 decimali su analogo periodo consuntivato nell’anno precedente (chiusura 2016)”.
Ed ecco quali sono i dati positivi che sostengono questo trend: intanto un sia pur cauto aumento dei consumi (+1,2%) ma anche significativi incrementi sia delle esportazioni (+2,5%) che degli investimenti (+4,1%).
“L’accelerazione del commercio internazionale, che dovrebbe mantenersi anche per tutto il 2018, pur in un contesto globale in cui non mancano elementi di incertezza e fibrillazione – ricorda Francese – ha sicuramente influito sul buon andamento economico di una regione fortemente vocata all’export come la Toscana”.
Elementi, questi della crescita dell’export e della tenuta della capacità di investimenti, che dovrebbero essere di stimolo anche per la domanda interna, con un effetto di trascinamento dei consumi che potrebbero riorientarsi non solo verso i beni durevoli ma anche verso quei tipi di prodotti “in grado di vivacizzare i comportamenti delle famiglie, ancora fortemente condizionati dalla scarsezza di reddito disponibile” .
Se il motore dell’export contribuisce al recupero in tutti comparti produttivi regionali tradizionali, a confermare il trend positivo interviene anche la riduzione delle ore di cassa integrazione guadagni verificatasi nei primi tre mesi del 2018 rispetto allo stesso periodo del 2017.
“Una riduzione pari, facendo la media tra le diverse causali, al 56% delle ore di cassa erogate. Un risultato largamente migliore della corrispondente media nazionale, che vede una diminuzione del 39%: in questo quadro gli interventi di integrazione guadagni necessari in Toscana per il 6,1% sul totale nazionale, rispetto al precedente dato del 8,4%”.
Questa riduzione corrisponde, come ricorda il direttore dell’Ires,” ad una netta diminuzione delle ore integrate che passano da 8,5 milioni a 3,8 milioni, grazie soprattutto alle performances positive dell’industria metalmeccanica e della moda e con l’unica eccezione negativa del settore dei poligrafici editoriali e del commerci”.
I lavoratori equivalenti interessati dagli interventi d’integrazione ammontano, perciò, a 9.500 a livello regionale, a fronte dei 20 – 25 mila degli anni passati.
Tornando al quadro generale del lavoro in Toscana, si registra il rilevante incremento di avviamenti registrato alla fine del 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: 82.000 posizioni in più di cui, però, ben 76.000 a tempo determinato. Insieme, appare ormai “in tutta la sua plastica evidenza” che la stragrande maggioranza degli avviamenti avviene tipologie contrattuali che non sono “a tempo indeterminato” bensì “a termine”, con un peso sull’insieme delle assunzioni pari al 68% del totale e con unincremento in termini percentuali di 5 punti sul dato del 2016.
Pur mettendo sul piatto l’abolizione dei voucher, il contratto a tempo indeterminato appare comunque sempre più residuale in fase di avviamento (con una riduzione pari a 9.600 unità) e sempre più oggetto di attenzione per le cessazioni, come dimostrano chiaramente i dati consuntivi del 2017.
Se tuttavia si comparano l’insieme degli avviamenti e delle cessazioni, il saldo è positivo a 4.700 per gli occupati, per uno stock complessivo di circa 1,6 milioni di persone occupate, con un incremento medio annuo pari all‘1,1%. In aumento la quota femminile di lavoro (+2,7%) e il lavoro dipendente rispetto a quello autonomo.
Per quanto riguarda l’ incremento del lavoro a tempo parziale, è di tipo prevalentemente involontario, mentre si registra una variazione statistica positiva dell’occupazione nella fascia di età più giovane (15 -24 anni) ed in quelle anziane.
Si riduce il numero dei disoccupati attestandosi all‘8,6%, nove decimi in meno dello stesso periodo dell’anno precedente, ma di questi quasi il 50% è senza lavoro da più di un anno.
Un ultimo interessante cenno sulle dinamiche del credito in Toscana dove, da una parte si registra un record assoluto dei depositi bancari delle famiglie toscane, e dall’altra si registra un significativo calo, pari al 28%, della quantità dei crediti in sofferenza.