Firenze – Economia dei voucher, la Toscana si conferma una delle migliori clienti di questo sistema di retribuzione: nel 2016, in Toscana, il lavoro pagato a voucher ha raggiunto quota oltre 100 milioni (nei 12 mesi ne sono stati venduti 10.446.260), ma il 2017 si preannuncia di tutto rispetto, se non ci sarà un’improvvisa frenata. Nel mese di gennaio ne sono stati venduti già 628.489, vale a dire 62.520 in più di quanti ne furono venduti nel gennaio 2016, con un incremento percentuale dell’11%.
I dati sono forniti dal Focus dell’Economia toscana dell’Ires, presentato nella sede della Cgil stamattina lunedì 27 febbraio, in cui emerge non solo la precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro, ma la sua contiguità con un quadro economico toscano “debole, incerto e con poche prospettive di miglioramento“.
“La debolezza economica della nostra regione si riversa sul mercato del lavoro che continua nell’andamento decisamente debole, per non dire depressivo” è il commento di Fabio Giovagnoli direttore di Ires Toscana, che ha sottolineato alcuni punti decisivi nel tenere arenato lo sviluppo della regione. Il primo, è senz’altro quello degli incentivi per l’occupazione contenuti nel Jobs Act, definito da Giovagnoli un “flop”. Una debacle che rende più evidenti, secondo il presidente dell’Ires toscana, “i limiti e le contraddizioni di una occupazione soggetta all’impoverimento della qualità e dell’incertezza del lavoro”. Se questa è l’origine, terribile la conseguenza: la spinta all’utilizzo dei voucher utilizzati in sostituzione del lavoro stabile e tutelato. “La Toscana – sottolinea Giovagnoli – si conferma come una delle regioni che ricorre di più a questo strumento. La leggera crescita occupazionale che ci forniscono i dati ISTAT per il terzo trimestre del 2016 (+0,2%) è data essenzialmente da lavoro autonomo che compensa la rilevante perdita di lavoro dipendente che, su base tendenziale, varia da – 01% a – 1,4%. Ristagna l’occupazione che si attesta al 66% e cresce il tasso di disoccupazione dall’8,5% all’8,8%”.
Non solo: le ricerche dell’Ires registrano anche un peggioramento del dato relativo all’utilizzo della Cassa Integrazione Guadagni, che aumenta soprattutto nel settore metalmeccanico e nella provincia di Livorno. Non si placa l’emergenza credito, sia per ciò che riguarda gli impieghi, sia nell’andamento delle sofferenze.” Queste ultime – informa il presidente dell’Ires – dopo un lieve miglioramento, mantengono un potenziale di crisi che, esploso nelle note vicende di alcuni importanti istituti di credito toscani, stenta ad invertire la tendenza”.
Preoccupazione per lo stato dell’economia toscana definita “fragile” e per un mercato del lavoro che non marcia vengono espresse anche da Dalida Angelini, segretaria generale di Cgil Toscana: “ Servono investimenti, piani per il lavoro e politiche industriali: la politica eserciti il proprio ruolo, anche perché sta arrivando la rivoluzione dell’industria 4.0 che deve essere governata”. Indice puntato “sull’utilizzo fuori controllo dei voucher” e un invito a cambiare rotta, dal momento che “i buoni lavoro hanno in molti casi sostituito i contratti stagionali, pagare il lavoro attraverso uno strumento che si compra in tabaccheria racconta della perdita di dignità del lavoro stesso. Su questa direzione non c’è mai fine al peggio: per questo la Cgil ha proposto due referendum, uno per eliminare i voucher, l’altro per la responsabilità in solido sugli appalti, con lo scopo di ridare dignità al lavoro. Al governo chiediamo la data per votare questi referendum, al Parlamento di discutere la proposta di legge di iniziativa popolare della Carta dei diritti universali del lavoro”.
Mirko Lami (segretario Cgil Toscana con delega al mercato del lavoro) aggiunge ulteriori cifre e scenari: intanto cala la cassa integrazione ordinaria ma cresce quella straordinaria; in Toscana ci sono 42 crisi aziendali al “tavolo” in Regione, che riguardano non solo la siderurgia, il navale, la cantieristica, ma anche il commercio, una per tutte Unicoop Tirreno. “Oltre alla mancanza di lavoro – incalza ancora Lami – c’è il problema che stanno finendo gli ammortizzatori sociali. Un esempio: nella provincia di Livorno, da aprile a dicembre di quest’anno, ci saranno circa 2mila lavoratori che finiranno ogni ammortizzatore, anche la Naspi. Questa questione apre un problema sociale enorme, la politica dovrà pensare a come metterci una pezza: il Jobs act non ha funzionato, più che redditi di cittadinanza qui serve lavoro vero”.
Sotto la tabella dei voucher venduti (euro 10) nel 2016 in Toscana