La Toscana cerca di rinforzare il suo rapporto con la Cina. E dopo avere scommesso sul vino, ora torna a scommettere sulle sue bellezze, artistiche, fisiche e culturali.
Insomma, la caccia al turista cinese è ufficialmente aperta: l’agenzia regionale Toscana Promozione si darà da fare per sostenere le agenzie di viaggio e i tour operator che lavorano in Cina. Come? Nel disbrigo delle pratiche, ad esempio, e nella raccolta dei documenti da presentare per il visto turistico. Tutto ciò è contenuto in un pacchetto di promozione turistica e nell’accordo che la Regione Toscana prevede di firmare quanto prima con il Ministero Italiano degli Affari Esteri.
Dunque, la Regione si impegna a fondo nell’obiettivo di portare il più possibile turisti cinesi in Italia e soprattutto in Toscana, contando sul fatto che il mercato cinese è in crescita, presenta ampi margini di progresso ed è generalmente un mercato composto di soggetti con alta capacità di spesa. . Si parte con l'ambasciata italiana a Pechino e il consolato di Shangai. L'intesa vale per il 2012, ma potrebbe anche essere in futuro rinnovata.
''I turisti cinesi che ci visitano aumentano di anno in anno. Dal 2000 ad oggi sono più che raddoppiati. Ma potrebbero crescere ancora – spiega il presidente della Toscana, Enrico Rossi – soprattutto dobbiamo intercettare e cercare di dare una risposta a quei turisti, di fascia medio-alta, che già viaggiano all'estero ma in Italia e in Toscana non sono mai arrivati. Offrendo loro un'esperienza memorabile ed unica, ma anche aiutandoli a sbrigare le trafile burocratiche''.
E se l’Italia figura al settimo posto, sebbene in crescita, fra le mete preferite dai figli del Dragone, in Toscana sono già più numerosi: 233 mila arrivi e 341 presenze nel 2010 fanno un buon 1,6%, percentuale più alta rispetto alla media italiana. Da “ritoccare” anche il lasso temporale di “fermata”: in Toscana di media si fermano solo per un giorno e mezzo. Quanto alle prefernza, niente mare ma bene le città d'arte: per lo più Firenze, a volte Prato, ma anche Pistoia, Pisa e Siena.
Alcuni segnali indicano un iniziale apprezzamento per la campagna e le terme.
Quanto ai problemi, uno sta a monte, e per ora portebbe configurarsi come un grosso “inciampo”: le agenzie di viaggio straniere presenti in Cina non possono lavorare sul turismo in uscita, se non con pesanti restrizioni. La conseguenza? Su quattrocento agenzie che si occupano di turismo intercontinentale, solo quaranta vendono l'Italia.