Torniamo all’arbitro unico

In un momento così difficile per la nostra economia che richiede sacrifici da parte di tutti, la Federcalcio ritiene una cosa normale gettare dalla finestra milioni di euro per un problema che nessuno riesce a risolvere. Ci riferiamo, naturalmente, ai sei personaggi che ogni domenica vengono inviati sui campi di calcio per dirigere le partite dei campionati professionistici. Prendiamo la sola serie A dove, oltre all’arbitro designato, vanno in campo due guardalinee, due arbitri d’area e il quarto uomo.

Sono sessanta persone che oltre alla diaria rimettono un regolare rimborso spese per il viaggio,l’albergo, i pranzi. In 38 giornate  sono 380 le partite che richiedono tutto questo andirivieni. Ci piacerebbe sapere quanti milioni di euro escono dalle casse federali. Il guaio è che tutto questo non migliora la situazione sotto il profilo della regolarità dei campionati. Succede tutto il contrario nella maggioranza delle partite. Udinese-Fiorentina è l’ultimo esempio significativo.

L’arbitro Romeo ha combinato disastri e i suoi collaboratori hanno contribuito a peggiorare le cose. I responsabili della classe arbitrale non si accorgono di nulla o fanno finta di non accorgersene. Spesso vanno nelle televisioni nazionali e ci dicono che tutti i direttori di gara sono bravi,  che dodici occhi vedono meglio di due e altre amenità del genere. Sono rarissimi i casi in cui l’arbitro che sbaglia viene sospeso per qualche domenica.

Siamo certi che il signor Romeo, che con le sue decisioni, ha decretato la sconfitta della Fiorentina a Udine continuerà a imperversare sui campi della serie A. La Fiorentina, in vantaggio di un gol è stata raggiunta a causa di un calcio di rigore concesso con tre o quattro giocatori bianconeri in fuorigioco ed è stata superata da un gol di Di Natale, partito in posizione chiaramente irregolare. Le immagini televisive sono lì a dimostrarlo, ma si tratta di una testimonianza inutile. Nessuno,tra i tanti collaboratori, se l’è sentita di correggere errori evidentissimi.

La conclusione è semplice: torniamo all’arbitro unico, coadiuvato dai due guardalinee. Gli errori resteranno gli stessi, ma almeno si risparmieranno quei milioni che, se saranno spesi in  beneficenza farebbero felici persone che lo meritano molto di più di chi va in giro solo per rovinare le partite e decidere di testa loro i risultati.

Raffaello Paloscia

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