Soddisfazione a Castelnovo Monti. Il sindaco Bini: “Le parole del presidente della Regione Bonaccini (“E’ stato un errore chiuderli”) per confermare la riapertura dei punti nascita sono un’ottima notizia”. Viva i nostri ospedali e l’Appennino!
«È stato un errore chiuderli, ma intendo tener fede a quanto preannunciato: riapriremo i punti nascita in Appennino». La dichiarazione del presidente della Regione Stefano Bonaccini è destinata ad aprire un capitolo nuovo, a più di 3 anni dalla chiusura del punto nascite dell’ospedale Sant’Anna di Castelnovo Monti.
La notizia (con tanto di ammissione, e ciò gli fa onore) è stata data in diretta dallo stesso governatore l’altro ieri all’interno di una relazione sull’evoluzione della pandemia Covid davanti all’assemblea legislativa. «Ho una sola parola anche quando sbaglio” ha detto Bonaccini. “Chiusa l’emergenza Covid applicheremo il protocollo sperimentale discusso con il Ministro Speranza proprio a Bologna. Riapriremo Castelnovo Monti, Bentivoglio, Porretta, Pavullo, Borgotaro. Facemmo un errore, rimedieremo: quei punti nascita li riapriremo».
Così il sindaco di Castelnovo Monti, Enrico Bini ha accolto le parole del presidente Bonaccini. “Più che la presa d’atto da parte del Presidente che la chiusura sia stata un errore, che è sempre un processo che richiede coraggio, apprezzo da parte di Bonaccini proprio l’impegno rinnovato a riaprire rapidamente i punti nascita. Più volte avevo avuto modo di interloquire con il Presidente, anche attraverso canali pubblici, chiedendo, insieme agli altri sindaci della montagna, che rivedesse la scelta di chiusura per questi servizi così importanti. Ad esempio dopo che, nel 2018, in Trentino era stato riaperto il punto nascite di Cavalese, ma anche in diverse altre occasioni”.
“L’obiettivo comune, la riattivazione del punto nascite, resta comunque la priorità di tutti, e ora speriamo che possa essere raggiunto al più presto, anche perché significherà che questa pandemia che ci perseguita da oltre un anno sarà finalmente sotto controllo. La montagna ha bisogno di tornare a parlare di nuovi nati, di vitalità e di speranza nel futuro”.