Firenze – La facciata del Duomo avrà presto, di nuovo, la sua vetrata monumentale. Dopo un anno di restauro, commissionato dall’Opera di Santa Maria del Fiore e portato a termine dal laboratorio fiorentino Studio Guido Polloni, l’occhio del rosone disegnato dal Ghiberti tornerà a sormontare la porta dell’incompiuta facciata di Arnolfo di Cambio. Il posizionamento della vetrata avverrà a settembre, ma nel frattempo sarà possibile ammirarla da vicino, in Battistero, dove stamattina è stata presentata dal presidente dell’Opera del Duomo Franco Lucchesi alla presenza del cardinale Betori e di Mario Bertolissi di Intesa Sanpaolo, ente finanziatore del restauro nell’ambito del progetto Restituzioni. L’occasione, prima nella storia, di ammirarla a un passo – da oggi fino all’8 settembre – è unica. Divisa in 28 pannelli per un totale di circa 30 mq di superficie e realizzata da Niccolò di Pietro Todisco su cartone di Lorenzo Ghiberti, la vetrata raffigura l’Assunzione della Vergine (lo stesso Ghiberti scrisse nei Commentari: “Disegnai nella faccia di sancta Maria del Fiore nell’occhio di mezo l’assumptione di Nostra Donna”). Vi è raffigurata Maria, sormontata da Gesù nell’atto di incoronarla, e circondata da serafini, sorretta da una danza di angeli. Collocata nel giugno del 1405, la vetrata fa parte del ciclo di 44 vetrate istoriate della Cattedrale che furono realizzate tra il 1394 e il 1444 da maestri vetrai su disegni, tra gli altri, di Donatello, Paolo Uccello, Andrea del Castagno e Agnolo Gaddi.
Il restauro si è reso necessario a causa della polverizzazione del vetro, fenomeno dovuto essenzialmente all’umidità della condensa, che nel tempo ne ha opacizzato lo splendore. “Una volta riposizionata, sarà protetta da
una controvetrata che la separerà dall’esterno. Il lavoro non è che l’ultimo atto di una lunga catena di restauri delle vetrate della Cattedrale portate avanti dall’Opera del Duomo (32 su 44, ad oggi, a partire dagli anni Ottanta). “Ci auguriamo che il sodalizio con Banca Intesa continui – ha esordito Lucchesi – così che entro 6-7 anni tutte le vetrate del Duomo potranno essere finite”. “Il sodalizio continuerà, e a lungo – gli ha fatto eco Bertolissi – tra pubblico e privato, se non si uniscono le forze, non si va molto lontano. Finanziamenti come questo servono a rimettere in moto la coscienza critica e a far vivere nel futuro il bello che ci siamo trovati in dono”. Il cardinale Betori ha ricordato il ruolo centrale che la città di Firenze ha sempre dato alla Madonna, per soffermarsi sul significato dell’opera come di ciò su cui “si posa l’ultimo sguardo di esce dalla Cattedrale per tornare alla vita di ogni giorno e portarvi il senso della vita cristiana” perché – ha concluso – “la bellezza da sola si sfalda se non è retta da un significato forte”.
“Questa – ha sottolineato Lucchesi – sarà la sola vetrata che il papa vedrà bene il prossimo 10 novembre, quando parlerà ai delegati della Chiesa italiana. L’avrà proprio di fronte”. Di fronte, sì, ma non a un paio di metri, come è invece concesso, fino a settembre, a noi comuni mortali.