Il Don Carlo s’ha da fare ma l’ugula del Kgb a Stalingrado vada a cantare (anonimo)

Ora, va bene tutto, si fa per dire, e non vediamo da un anno a questa parte nessuna bandiera ucraina proiettata su un monumento reggiano (il “neneismo” inteso né con Putin, aggressore, né con Zelensky, aggredito, è una piaga culturale che solo l’inesorabile azione biologica del tempo saprà lenire). Ma far inaugurare la stagione lirica del Valli il prossimo inverno ad un pur superbo Don Carlo verdiano (ricordiamo che verdi è il simbolo musicale del nostro Risorgimento contro l’invasione austro-ungarica) alla presenza di quel baritono (vocalmente pure bravo) che risponde al nome di Vasyl Ladyuk, e che secondo il network globale “The Insiders” è il cantore fisso alle feste aziendali private dell’Fsg, i servizi segreti del kgb, parrebbe troppo pure in questa Reggio non troppo attenta alla geopolitica.

Per chi non lo sapesse, l’Fsb (Federal’naja sluzba bezopasnosti) è nientepopodimeno che l’erede del Kgb, sì proprio quello, il servizio segreto di polizia che per decenni ha mantenuto più o meno, l’ordine interno all’Urss compiendo ogni tipo di azione, di natura frequentemente criminale, garantendo diciamo così la sicurezza nazionale. Con Putin, che dal Kgb proviene, l’Fsb ha avuto una spinta ulteriore. Il caso del “baritono della Lubianka” Ladyuk era stato sollevato nella giornata del 15 marzo dal giornalista della Stampa Jacopo Iacoboni perché il Teatro di Piacenza sul cui palco andrà in scena lo stesso spettacolo (così come appunto Reggio, Modena e Ravenna) aveva già annunciato il proprio cartellone. E quelli di “The Insiders” avevano fatto notare, per le nostre sempre più traballanti democrazie occidentali causa neneismi vari, la vaghissima contraddizione.
Il caso del baritono è già deflagrato a Piacenza dove giustamente i locali teatri hanno risposto che “la cultura deve essere un ponte tra le nazioni”, giustissimo ma che verificheranno se il Ladyuk prenda parte o meno ai simpatici meeting degli eredi del Kgb, quelli che oggi per intenderci imprigionano le persone per le loro opinioni politiche. Stesso spartito hanno preannunciato dai Teatri di Reggio Emilia che molto solertemente hanno fatto sapere che a loro volta faranno le verifiche del caso. E se il Ladyuk oltre ad essere russo, che non è una colpa anzi, risultasse pure un canterino putiniano, può considerare il suo contratto carta straccia.