Pistoia – Dal 19 marzo 2022 Piano Nobile Home Gallery, nel cuore di Pistoia presenta la personale di Riccardo Farinelli, artista, grafico e progettista di eventi culturali originario di Prato. La mostra organizzata da Giulia Ponziani dal titolo “Ti racconto una storia” prosegue fino al 16 aprile 2022 all’interno della casa privata adibita a galleria d’arte al primo piano dell’antico Palazzo Billi.
Riccardo Farinelli anticipa le sue opere attraverso un pensiero di Johann Wolfgang Goethe: «Pensare è più interessante del sapere, ma non del guardare». La scelta non è casuale dal momento che Farinelli, habitué come critico d’arte a presentare i lavori di altri artisti, cerca con le parole di costruire immagini.
“L’azione del guardare, così rilevante per Goethe, pare abbia perso importanza per molti, nonostante si dica che questa sia l’epoca delle immagini… – afferma Riccardo Farinelli – Dunque guardare alle cose del mondo, azione importante che nel caso dell’artista diventa stimolo alla curiosità e alla riflessione, sintetizzata in una immagine che cerca un dialogo con il riguardante… Costruire un’immagine significa tentare di restituire, attraverso la propria esperienza individuale, la complessità dell’esistenza in una sintesi poetica”.
Il segno, nella sua più intima natura, è l’elemento dominante, ricorrente nelle sue opere figurative. Ogni soggetto, connotato da una grafica pulita ed essenziale, ha una sua narrazione che affonda le radici in temi complessi cari all’autore. Dietro ogni superficie dipinta, delicata, si nasconde un background che, da storico e archeologo qual è Farinelli, è frequentato da una trama composta di conoscenze iconiche, mitologiche, fortemente simboliche, che si trasformano in segni da scoprire.
Le opere presenti in mostra sono distribuite in tre grandi spazi, ognuno di questi è dedicato a una storia o a un concetto. I lavori della prima sala diventano esaustivi del tema enunciato dal pensiero di Goethe, sul vedere, con dipinti di occhi e sguardi, una figura dove la sovrapposizione di segni è densa e intensa in alto fino a esaurirsi in basso, lasciando nuda, senza interventi grafici, la superficie di cartone. Infine il dipinto di un giovane uomo che salta in una posizione impeccabile, perfetta, realizzata con un segno quasi orientale.
Nella seconda sala i lavori presenti ripercorrono le origini e le radici dell’artista toscano. L’ulivo, di cui troviamo una scultura e delle pitture, che dal figurativo estremo diventa segno/scrittura orientaleggiante, il cipresso, l’uovo di antica memoria, già simbolo fondamentale nelle immagini rinascimentali. Dell’ulivo, “lungo l’esposizione ne incontriamo tre. Il più grande, “Ulivo A – questo non è un ulivo”, in monocromo su fondo bianco e dove ad ogni foglia corrisponde un tocco di pennello… Accanto e molto più piccolo si trova “Ulivo B – esistenza pratica”, il quale si compone di un vero rametto d’ulivo… Un po’ più in là si vede “Senza parole”, un semplice rettangolo in cartoncino nero inciso e strappato, poi incollato su cartoncino bianco. Non assomiglia neanche lontanamente a un ulivo eppure, a ben pensare, ne mantiene l’essenza”. Completa la stanza, il dipinto di una testa di pietra ispirato a una città di un’antica civiltà orientale.
Nella terza sala i trittici esposti propongono una riflessione su ciò rappresenta essere umani e il destino comune con gli animali. Ciò crea una serie di pensieri e immagini, delle “nature morte” che sovrappongono passato e presente. I quadri sui polli legati sono un riferimento a un’artista del Seicento, rielaborato in una linguaggio originale di Farinelli e, al centro del trittico, l’uomo ugualmente legato si riferisce a una dignità che dovrebbe essere uguale per tutti.
Riccardo Farinelli è diplomato al liceo artistico e poi all’Accademia di Firenze. Si considera un ricercatore sia nello specifico artistico, dando senso e significato al gesto creativo, sia nella sperimentazione di percorsi di incontro con il pubblico in modi e luoghi inconsueti per l’arte. Pittore e grafico ha esposto in gallerie di tutta Italia, preferendo farlo in compagnia di amici o in progetti sperimentali. Ha seguito in qualità di disegnatore campagne archeologiche Etrusche e Preistoriche fino al 1988, anno in cui inizia la collaborazione con il Centro per l’Arte Contemporanea Luigi Pecci di Prato, del quale sarà responsabile dei progetti d’arte rivolti al pubblico. Docente di pittura e storia dell’arte ha pubblicato articoli specialistici e testi scolastici, organizzato e condotto numerosi corsi, seminari e cicli di conferenze in tutta Italia.
In foto: Questo non è un ulivo. In basso: Sconnessione avviata