Firenze – E’ con un comunicato diffuso in rete civica, che l’assessore al personale Alessandro Martini risponde alle preoccupazioni sollevate dalle Rsu comunali, circa l’eventuale positività dei test sierologici e le more, senza tempi certi, fra test e tamponi. Infatti, dice Martini nella nota diffusa da Palazzo Vecchio, “i dipendenti di Palazzo Vecchio potranno chiamare direttamente la Asl per richiedere il tampone senza passare dal proprio medico curante”.
Martini ha spiegato: “I sindacati hanno giustamente evidenziato un problema di tempi certi e garanzie per i lavoratori che si sottoporranno al test. In particolare modo il fatto che alcuni medici curanti non si sarebbero resi disponibili a redigere una certificazione sulla base di test non aventi valore diagnostico e conseguentemente a chiedere il tampone in assenza di sintomi coerenti”. “Stiamo attraversando un periodo particolarmente difficile che ci ha messo di fronte ad emergenze inedite – ha aggiunto l’assessore – da domani con l’avvio della fase 2 le incertezze aumentano perché la gestione della ripartenza deve fare i conti con l’incognita della possibile, recrudescenza del virus.” ha detto l’assessore Martini.
“Prima dell’attivazione di questo screening – ha detto l’assessore – avevamo informato i dipendenti che solo alcuni ricadevano tra coloro per i quali sarebbe stato effettuato prioritariamente il test sulla base dell’ordinanza regionale, evidenziando che il test non forniva dati certi sulla malattia, che le persone sarebbero state messe in quarantena in attesa del tampone e che il test era volontario”.
Circa la questione sollevata dai sindacati sulla “mancata richiesta del medico curante per l’effettuazione del tampone” l’assessore Martini ha aggiunto che “la Regione Toscana, anche su sollecitazione dei comuni, ha già risolto il problema e da lunedì ai laboratori di analisi forniranno a coloro che sono risultati positivi un numero telefonico della Asl per chiedere il tampone post test sierologico positivi”.
Da segnalare, che, oltre alle richieste effettuate dall’Rsu, dai Cobas era giunta una nota che sollevava proprio la questione dell’applicazione delle regole già esistenti alla fattispecie, concludendo che, per i dipendenti pubblici, il problema del certificato del medico, a norma di legge, non si poneva. Ed ora, con l’intervento di Martini, sembra proprio questa la linea accolta dal Comune: la telefonata può essere fatta direttamente dal dipendente senza attestazione del medico curante. Inoltre, per velocizzare l’effettuazione del tampone, saranno date indicazioni per utilizzare anche le sedi di drive-trought, ovvero dove è possibile effettuare il tampone restando in auto. Per coloro che hanno già avuto un risultato positivo del test saranno direttamente i laboratori di analisi a comunicare gli elenchi alla ASL. Una procedura che riduce notevolmente i tempi.