Firenze – Il volontariato e più in generale, le associazioni di Terzo settore, hanno sempre avuto un ruolo importante in Toscana. E questo ruolo è divenuto ancora più importante in questo lungo periodo segnati dal Covid 19. Ne abbiamo parlato con il nuovo presidente del Cesvot (Centro Servizi Volontariato Toscana) Luigi Paccosi.
Quanto è rilevante l’attività del volontariato in questi due anni di pandemia, nei vari campi del sistema sanitario e del sociale?
Paccosi Viviamo un momento, che dura da quasi due anni, dettato da una pandemia che coinvolge ogni aspetto della nostra vita personale, economica e sociale. Anche il volontariato, non meno di altri settori, ne è investito in maniera diretta se consideriamo che il 44% del Terzo settore toscano sono impegnati nell’assistenza sociale e nel sanitario. La solidarietà espressa dal Terzo settore si è orientata al sostegno della comunità, attraverso una mobilitazione capillare, per ridurre l’impatto dell’isolamento e della solitudine, mantenendo attivi i legami sociali tra le persone e fornendo aiuti di prima necessità per quelle fasce di popolazione più deboli e più esposte ai rischi della malattia. La pandemia ha mostrato quanto il volontariato sia flessibile, capace di ridefinire i modi e le forme della propria presenza nei territori, nonostante le numerose difficoltà.
Quanto viene percepito dall’opinione pubblica questo particolare impegno del volontariato?
Paccosi La pandemia non ha indebolito la percezione del valore del volontariato. Il giudizio che i cittadini della Toscana danno sul volontariato è molto favorevole: l’87,5% lo giudica molto positivo ed il 73% addirittura fondamentale. Quando si passa dal giudizio sul volontariato in generale a quello sulle persone – i volontari – la percezione è ancora migliore: il 79,9% ritiene che siano “persone che fanno del bene agli altri e sono da ammirare”. Il senso della presenza del volontariato va oltre la somma delle singole iniziative e la risposta offerta dal Terzo settore durante la pandemia si è dunque rivelata un motivo di riconoscimento da parte della cittadinanza, che si è resa conto di come il volontariato agisca nella quotidianità, a partire dalla capacità di leggere i contesti locali, di saper ascoltare i bisogni espressi dai territori, dalla collettività.
Qual è il prezzo che, a loro volta, le associazioni di volontariato hanno pagato a causa della pandemia?
Paccosi Nonostante questa capacità di risposta e di azione solidaristica il volontariato sta vivendo un momento di difficoltà: tre enti su quattro hanno dovuto rallentare, ridurre e persino chiudere le attività, a fronte del solo 8,1% che le ha incrementate. Le difficoltà economiche mettono a rischio la sopravvivenza di tante realtà associative (per circa l’80%) in conseguenza della prolungata inattività di alcune tipologie di enti di terzo settore – in particolare quello culturale, sportivo e ricreativo – e della cancellazione di tante iniziative che rappresentano una modalità importante di raccolta fondi per autofinanziarsi. Le difficoltà non riguardano azioni nuove o ausiliarie, ma attengono alla vita stessa delle organizzazioni, alle loro spese ordinarie che giorno per giorno permettono lo svolgimento delle attività. Nonostante tutto, si osserva una grande capacità di resilienza degli enti di Terzo settore che sono determinati a continuare le attività, nonostante la crisi di oggi. E in questa fase di riconsiderazione del welfare, il Terzo settore si dichiara pronto a integrare i propri servizi con quelli pubblici per dare ai cittadini toscani servizi sanitari e di assistenza sempre migliori. A questo si aggiunge il fatto che la pandemia non ha scoraggiato i cittadini a voler fare volontariato, anzi, siamo in presenza di una disponibilità non inferiore a quella pre-Covid.
Il Cesvot come sta operando per venire incontro al volontariato in questo difficile frangente?
Paccosi Lo scenario continua ad essere dominato dagli effetti della pandemia. Come dicevo prima, gli attori politici non potranno fare a meno dell’alleanza con gli enti del terzo settore. Pertanto Cesvot segue con attenzione lo sviluppo degli istituti di co-programmazione e co-progettazione, a fianco di Regione Toscana e Anci Toscana, perché la recente Legge regionale sul Terzo settore sancisce e legittima il ruolo del Terzo settore in questi percorsi con le amministrazioni pubbliche. Più in generale, i servizi di Cesvot sono orientati a rafforzare questa capacità di resilienza degli ets, supportandoli nel mantenere vive le proprie attività e funzioni, spesso essenziali per la tenuta del tessuto sociale del territorio. Fino al primo marzo è aperto il bando “Siete presente. Con i giovani per ripartire”, realizzato da Cesvot e finanziato da Regione Toscana-Giovanisì, in accordo con il Dipartimento per le Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale, con il contributo delle undici Fondazioni bancarie della Toscana. Al bando sono destinati 490mila euro per finanziare 86 progetti riguardanti tutte le aree di impegno del volontariato e dell’associazionismo e dovranno prevedere il coinvolgimento attivo dei giovani. Una particolare valorizzazione sarà riconosciuta ai progetti che programmino azioni a sostegno della fase post-emergenziale legata alla pandemia.
Le attività del Cesvot si rivolgono soprattutto alle associazioni. Ma coinvolgono direttamente anche i cittadini?
Paccosi Tutti i servizi che Cesvot eroga sono rivolti principalmente agli enti del terzo settore, che hanno volontari e volontarie, con sede legale in Toscana, e ai cittadini che aspirano di intraprendere attività di volontariato presso un ente del terzo settore, ma anche a coloro che intendono approfondire temi legati alla cultura del volontariato, agli enti privati e agli enti locali che vogliono collaborare con il mondo del terzo settore. Secondo un’indagine Cesvot, il 74% dei Toscani sarebbero disponibili a mettersi in gioco, anche occasionalmente. “Passa all’azione, diventa volontario” è la campagna di Cesvot, pensata insieme alle principali associazioni regionali per promuovere il volontariato. Dall’avvio della campagna, a settembre 2020, sono circa 1.700 le richieste arrivate dai cittadini toscani di cui 719 sono diventati nuovi volontari.
Con che spirito assume questo importante incarico in un momento così delicato?
Paccosi Cesvot compirà a giugno 25 anni. La serietà con la quale ha da sempre lavorato è testimoniata dal recente accreditamento come Centro di Servizio e dalla stima che riceve ogni giorno da enti locali e volontariato. E’ motivo di orgoglio sapere che il 53% della popolazione toscana conosce Cesvot. Questo risultato è perché abbiamo saputo affrontare tutti i cambiamenti richiesti dal nuovo contesto normativo e sociale. Cesvot non ha mollato in tempo di pandemia, assicurando agli enti di Terzo settore tutti i servizi previsti, e ha collaborato sempre più intensamente con i profili nazionali di riferimento e con le istituzioni locali. Certamente l’istituzione e l’avvio del Registro Unico Nazionale sarà un processo impegnativo per tutti, per noi, per gli enti locali e per gli enti del terzo settore. Consolideremo l’ampio rapporto di collaborazione con Regione Toscana, Anci e Comuni e abbiamo avviato una relazione di ascolto e di scambio con le undici fondazioni di origine bancaria. Il nostro compito sarà, come sempre, quello di essere un punto di riferimento assicurando al volontariato e al Terzo settore un’assistenza e un supporto consulenziale, formazione e promozione, affinché siano in grado di stare al passo coi tempi.
Luigi Paccosi(foto) si è occupato fin dai tempi dell’università di enti non profit, ed è divenuto responsabile e amministratore di varie associazioni di volontariato e cooperative sociali in ambito socio-educativo. Ha fatto parte dell’Osservatorio nazionale del volontariato presso il Ministero del Lavoro e delle politiche sociali. E’ Presidente dell’associazione di volontariato Voltonet, socia di Cesvot. Ricopre, inoltre, la carica di Presidente del Consiglio di amministrazione dell’Asp Firenze Montedomini e fa parte del Comitato di indirizzo della Fondazione CR Firenze. Vice presidente vicario dell’associazione nazionale dei Centri di Servizio – CSVnet.
Nel 2016 Paccosi ha ideato il progetto “Soli Mai. Una rete contro la solitudine” promosso dalla Fondazione Montedomini con il contributo della Fondazione CR Firenze, la collaborazione del Comune di Firenze insieme a importanti associazioni di volontariato della città di Firenze. Nel marzo del 2020 ha scritto “La storia di Abram” edito dalla Società Editrice Fiorentina e illustrato da Emilio Pinna.