Foreign Affairs due mesi fa ha pubblicato un interessante articolo di Cynthia Miller-Idriss: “The War on Terror Supercharged the Far Right” che descrive la situazione negli Stati Uniti.
Idee radicali di destra, supremazia dei bianchi, estremismo cristiano, ostilità libertaria al governo hanno accompagnato la storia degli Stati Uniti fin dalla loro formazione, ma per quasi tutto il periodo che segue la Seconda guerra mondiale queste idee sono state relegate a frange della società.
Negli anni ‘80 gruppi di razzisti skinhead emersero negli Stati Uniti; un ruolo minore fu svolto da gruppi di veterani della guerra del Vietnam, che organizzarono campi di addestramento militare. La disponibilità di armi d’assalto si espanse.
Nei primi anni Novanta si ripresentarono; l’evento più clamoroso fu l’attacco terroristico commesso da un suprematista bianco, Timothy McVeigh, veterano della guerra del Golfo, il 19 aprile 1995 contro l’edificio federale nel centro di Oklahoma City; causò la morte di 168 persone e il ferimento di quasi settecento. Fu il più sanguinoso attentato terroristico prima degli attentati dell’11 settembre 2001. Per l’attentato venne usato un camion contenente più di 2.300 kg di esplosivo. La motivazione era la vendetta contro l’assedio delle forze governative alla setta davidiana di Waco (1993) dove morirono devine di persone
Negli anni seguenti la violenza dell’estrema destra non si accentuò, ma negli ultimi anni riesplose , sostenuta da concezioni estremiste. Nel 2019 la violenza causò la morte di 48 persone; 39 di esse furono uccise da suprematisti bianchi.
Nel 2020 il numero di violenze crebbe ancora, e due terzi si queste furono dovute a razzisti di estrema destra; nello stesso anno gli arresti furoni tre volte tanto quelli di tre anni prima. Paralleramente crebbe la propaganda dei suprematisti bianchi.
I successi elettorali di Donald Trump sono stati sia la causa sia l’effetto di questa tendenza. La sua campagna presidenziale del 2016 era infarcita di retorica populista che fu ricevuta dall’estrema destra come legittimazione delle sue posizioni. L’aumento della violenza culminò nell’attacco del 6 gennaio al Parlamento.
In base alla teoria che l’Islam minacci la nostra civiltà, nella sua campagna elettorale del 2016, Trump si impegnò a impedire a tutti i musulmani l’ingresso negli Stati Uniti.
Già prima, gli attacchi dell’11 settembre 2001 avevano creato un terreno fertile per lo sviluppo di xenofobia, suprematismo bianco e nazionalismo cristiano. Ma la guerra al terrorismo jiadista orientò tutta l’attenzione delle politiche di sicurezza sulla minaccia islamista, lasciando in ombra quella dell’estremismo di estrema destra.
Oggi l’estrema destra si manifesta negli Stati Uniti in varie organizzazioni: neo-nazisti, suprematisti bianchi, milizie antigovernative, sciovinisti occidentali, gruppi come i Proud Boys, teorici delle cospirazioni, misogeni, ecc. Ciò che lega questi disparati elementi è la convinzione di una cospirazione mondiale, l’adesione a idee antidemocratiche e illiberali e, in alcuni casi, il ricorso alla violenza contro obiettivi civili e governativi.
Negli Stati Uniti, dopo l’attacco al Parlamento del 6 gennaio, l’amministrazione Biden ha elaborato un documento sulla strategia nazionale contro il terrorismo, che denuncia anche il razzismo e l’insufficiente controllo delle armi.
I gruppi di estrema destra e le loro ideologie sono varie: vi sono neo-Nazisti, attivisti anivax, ecofascisti, e altri difficilmente classificabili. Questi gruppi, ma anche gran parte del partito repubblicano, appoggiano l’accesso indiscriminato alle armi, sostenendo gli interessi anche economici, del Lobby delle armi,
Ma il terrorismo evolve e nel futuro gli Stati Uniti dovranno essere pronti ad affrontare altri tipi di terrorismi.
All’inizio degli anni ottanta il terrorismo di estrema destra ha colpito Francia, Italia e Germania, segnando la crescita dei movimenti neo-fascisti e neo-nazisti.
L’estrema destra colse l’occasione, dopo l’11 settembre, per resuscitare l’islamofobia. Per esempio, Marine Le Pen paragonò i gruppi di musulmani in preghiera presso la moschea ai nazisti che avevano occupato la Francia durante la seconda guerra mondiale; In Olanda Geery Wilders, leader di estrema destra, descrisse i rifugiati come un’invasione islamica; il gruppo britannico Generation Identity paragonò la lotta contro il multiculturalismo alla guerra del XV secolo per cacciare gli arabi dalla penisola iberica.
L’isterismo islamofobico trovò sostegno anche nella teoria cospirativa dell’autore britannico Bat Ye’or, che nel suo libro Eurabia (2005) suggerì che i Musulmani progettavano il risorgere del Califfato, che la civiltà cristiana si sarebbe trasformata in Islamica e che gli europei sarebbero stati soggetti alla legge islamica.
Anche in altri paesi europei si ebbe una crescita della violenza dell’estrema destra. In Gran Bretagna il principale responsabile del antiterrorismo, Neil Basu, ha descritto l’estremismo di destra cone il ‘Kingdom’s fastest growing threat”; in Germania i crimini violenti causati dagli estremisti di destra sono cresciuti del dieci per cento dal 2019 al 2020.
Accanto all’aumento delle violenze, si è assistito alla crescita della rappresentanza dei partiti dell’estrema destra in molti Parlamenti europei.
In seguito alla fuga di molte persone dalla guerra di Siria (2011) verso paesi dell’Europa orientale, si manifestò un violento razzismo e un attacco xenofobico ai migranti che alimentò l’accesso dell’estrema destra ai governi di diversi paesi.
Di fronte a questa esplosione dell’attività dell’estrema destra, governi e organizzazioni internazionali rimasero ancorati alla lotta al terrorismo jihadista (che pure esiste, ma prevalentemente nell’Africa sub-Sahariana e nel Medio Oriente.)
Nemmeno l’ attacco più spettacolare ha scosso le agenzie anti-terrorismo: nel 2011 in Norvegia l’estremista di destra Anders Behring Breivik ha ucciso 77 persone, benchè l’assassino avesse espresso pubblicamente il suo odio all’Islam e il timore dell’arrivo dell’Eurabia a sostituire la nostra civiltà.
Nel 2019 vi furono complessivamente 49 attacchi di estrema destra, che causarono l’80% delle vittime di tutti gli attacchi. Per esempio, in Nuova Zelanda furono uccisi 51 musulmani in due moschee, e a Walmart, El Paso, 23 immigrati messicani.
Più recentemente si è assistito a un risveglio dell’attenzione alla violenza di estrema destra nel Consiglio di Sicurezza dell’ONU, nei Parlamenti di alcuni stati, nelle Agenzie addette alla sicurezza.
In Russia il terrorismo è in prevalenza conseguenza delle guerre contro la Cecenia, che provocarono quasi 80.000 profughi. I guerriglieri ceceni furono sostenuti da volontari della jihad islamica provenienti da altri paesi. Ricordiamo gli esempi più clamorosi dell’attività terrorista di questi gruppi:
2001-Tre autobombe nel sud del paese: almeno 20 morti e quasi 100 feriti.
settembre 2004 – 32 gueriglieri ceceni occupano la scuola di Beslan, nell’Ossezia del Nord, sequestrando circa 1.200 persone fra adulti e bambini; due giorni dopo le forze speciali russe fecero irruzione ed ebbe luogo un massacro che causò la morte di più di trecento persone, fra le quali 186 bambini, ed oltre 700 feriti.
27 novembre 2009 – L’attentato al treno Nevsky Express.
8 gennaio 1977 – tre esplosioni nella capitale sovietica: 7 morti e 37 feriti gravi, rivendicate da parte di mujaheddin caucasici. 29 marzo 2010 – attentato alla metropolitana di Mosca: 40 persone uccise nelle esplosioni e almeno 100 ferite. 2011 – attacco terroristico all’Aeroporto di Mosca-Domodedovo: 37 morti e 180 feriti. Il leader fondamentalista islamico Dokka Umarov rivendicò l’attacco nell’ambito della lotta per ottenere l’indipendenza dell’autoproclamato Emirato del Caucaso. 3 aprile 2017 – attentato alla metropolitana di San Pietroburgo: 14 morti e 49 feriti; l’attentatore è di etnia uzbeka.
E in Italia? Tra il 1969 e il 1980 il nostro paese ha pagato un pesante scotto grazie alle azioni dei terroristi neofascisti organizzati nei gruppi Fronte Nazionale Rivoluzionario, Nuclei Armati Rivoluzionari (NAR), Ordine Nuovo, Ordine Nero, Terza Posizione, Avanguardia Nazionale:
12 dicembre 1969: strage di piazza Fontana a Milano, 17 morti e 88 feriti, il più cruento di quegli anni; 22 luglio 1970: Gioia Tauro, 6 morti e 66 feriti; 31 maggio 1972: Peteano a Gorizia , 3 morti e 2 feriti; 17 maggio 1973: Questura di Milano , 4 morti e 52 feriti; 28 maggio 1974: Piazza della Loggia a Brescia, 8 morti e 102 feriti; 4 agosto 1974: Italicus, l’espresso Roma-Brennero, 12 morti e 105 feriti; 2 agosto 1980: stazione di Bologna, 85 morti e 200 feriti.
Da oltre quarant’anni la situazione è quasi tranquilla; sporadiche sono le manifestazioni – ancorché proibite dalla legge – di nostalgici ignoranti.
Tuttavia qualche segnale allarmante ancora esiste: mesi fa dall’analisi di alcune intercettazioni emergeva la “disponibilità di armi e l’intenzione di programmare azioni violente”, ed è di pochi giorni fa la notizia chela Digos, tra Campania e Lazio, ha eseguito quattro arresti per associazione con finalità di terrorismo “di matrice neonazista, suprematista e negazionista”. Indagato anche un cittadino ucraino legato all’estrema destra, Anton Radomosky, grazie al quale la cellula campana aveva contatti con ambienti a sfondo neonazista operanti in Ucraina, come il battaglione Azov.
Credo però che il nuovo governo di destra non rimpianga quei tempi bui, nonostante che qualcuno dei suoi membri abbia un po’ di nostalgia e raccolga cimeli.
Infine ricordiamo che in Italia, in parte nello stesso periodo, hanno operato anche organizzazioni terroristiche di estrema sinistra: Brigate Rosse, Prima Linea, Gruppo XXII Ottobre, Unità Comuniste Combattenti, Nuclei Armati Proletari, ecc. Mentre il terrorismo di estrema destra ha colpito indiscriminatamente nel mucchio, quello di estrema sinistra ha scelto simboli e rappresentanti del potere politico, economico e sociale: politici, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, industriali, e sindacalisti dell’area democratica di sinistra.
In foto: strage di Bologna, da Wikipedia