Terremoto Tav, comitati all’assalto, politica in fibrillazione

 La città non brucia, ma avrebbe potuto. O meglio, poteva bruciare quel "buco", tunnel o galleria che dir si voglia che doveva essere aperta sotto Firenze. Doveva: perchè, grazie ai comitati, ai cittadini ma soprattutto alla magistratura, l'opera è ferma. Perchè grazie? Il motivo emerge dalle carte delle indagini che da ieri scuotono l'intera struttura dei lavorio. E ciò che esce è uno scenario da brividi: oltre i 700milioni di euro, molto oltre secondo alcuni, in mano a gente senza scrupoli (con deviazioni verso la camorra) per servire su un piatto d'argento un'opera "necessaria" secondo le parole di ieri ribadite oggi dal governatore toscano Rossi, ma anche dal presidente della Provincia di Firenze Andrea Barducci.

Non solo soldi, tanti soldi, ma anche l'icnolumità dei cittadini: come ad esempio la scuola Ottone Rosai, dove crepe allarmanti, caduta diu calcinacci e pezzi di vetrate noin hanno impedito le lezioni di studenti e professori ignari. Anzi, hanno dato anche, secondo i pm, l'agio di una falsificazione di atti. O, ancora, tonnellate di fanghi da smaltire, inquinati, che sembrerebbero esere stati fatti scivolare nella flada aquifera cittadina. Cos'altro? La famosa e vituperata "talpa" che rsiulterebbe essere un assemblaggio di pezzi usatri, inidonea anche a scavare i famoso "buco" sotto Firenze. Oltre al rivestimento della galleria che , sostengono i pm, avrebbe potuto incendiarsi con estrema facilità.

Di fallimento della politica parlano i comitati anti Tav che per anni si sono battuti per fermare l'opera e che ora ne richiedono  il definitivo blocco. ''Fermare il progetto non è uno spreco – afferma Sandro Targetti –  l'alternativa c'e', basta passare in superficie, potenziare il servizio locale e preservare il territorio''. L'esponente di Rifondazione va oltre, chiedendo le dimissioni  del presidente Rossi, del sindaco Renzi e del presidente provinciale Barducci; non solo, ma punta l'indice anche contro cooperative impegnate nell'opera.
''Avevamo da tempo sollevato il problema che alcuni passaggi sui controlli non tornavano, perche' gli enti locali con i loro uffici tecnici non ci hanno mai risposto?'' è questa la doamnda che pone Ornella De Zordo, consigliera d'opposizone in Palazzo Vecchio. ''Si è assunto per partito preso che quest'opera dovesse essere fatta ad ogni costo. Forse è stata importante – ironizza e Zordo – ma… per le casse dei casalesi''.  E lancia l'allarme: ''Deve essere completamente rivista la legge sugli appalti''.

E sono proprio le modalità che riguardano appalti e controlli a preoccupare i sindacati. Pur esprimendo massima fiducia nella magistratura, i sindacati chiedono garanzie per i lavoratori: "La vicenda rappresenterebbe, nel caso della conferma delle accuse un grave ed ennesimo esempio di quanto il settore delle costruzioni, in particolare quello delle infrastrutture, siano attrattiva di interessi illeciti anche da parte delle grandi organizzazioni criminali e anche, come si sostiene da tempo, a Firenze e ovunque gli interventi infrastrutturali muovano centinaia di milioni di euro".
I sindacati esaprimono preoccupazione per il futuro dei circa 200 lavoratori "che gravitano gravitano intorno all'opera. "Questo cantiere rappresenta una delle poche opportunita' di ripresa, insieme ai cantieri della tratta autostradale e le linee della tramvia, in un territorio dove l'occupazione in edilizia è calata di circa il 20% nell'ultimo biennio – sottolineano i sindacatri – Nei prossimi giorni chiederemo incontri alle istituzioni per rappresentare l'emergenza occupazionale tentando di trovare soluzioni  che diano garanzie al lavoro e impediscano che condotte illecite possano gravare, oltre alle condizioni già drammatiche della crisi, sulle spalle dei lavoratori". 

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