Potrebbero arrivare a cento i casi sospetti di “furbetti del terremoto”. Persone che dichiaravano di vivere in tenda o di essere ospiti da conoscenti – percependo così i contributi per l’autonoma sistemazione a seguito del terremoto che nel maggio 2012 ha colpito la Bassa nelle province di Modena, Ferrara e Mantova – mentre in realtà continuavano ad abitare a Crevalcore (Modena), nella propria casa inagibile. E’ l’ipotesi alla base di un’inchiesta aperta dalla Procura di Bologna per truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Sette gli avvisi di fine indagine spediti in proposito dal sostituto procuratore Marco Forte, titolare del fascicolo, ad altrettanti destinatari dei contributi, che avrebbero dunque mentito per ottenere sussidi fino a 12.800 euro totali. A vario titolo, a seconda dei casi, sono indagati per truffa o falso commesso da privato in atto pubblico, reati continuati, oppure per inosservanza dell’ordinanza di sgombero, dall’estate del 2012 al luglio del 2013. Un fascicolo parallelo, per ora contro ignoti, è stato aperto dallo stesso pubblico ministero per stabilire altri casi, che se confermati potrebbero far arrivare il numero degli indagati a 100.
Nel corso dell’inchiesta verranno valutate anche eventuali omissioni da parte dei funzionari che erogavano i contributi.