Terremoto, intervista a D’Alfonso: reagire come fatto per L’Aquila

Firenze – Il presidente dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, intervenendo a Radio Bruno Toscana dai paesi dell’entroterra chietino commenta il sisma che ha provocato vittime e danni all’intersezione tra 4 regioni: Lazio, Marche, Umbria ed appunto l’Abruzzo già colpito nel 2009 con le scosse che devastarono L’Aquila.

Il presidente D’Alfonso si è reso immediatamente disponibile alla macchina dei soccorsi post terremoto coordinati da Roma offrendo tutta l’esperienza maturata dagli uomini intervenuti nell’emergenza del 2009. In queste ore in cui si torna a parlare di rischio sismico e di prevenzione si guarda anche con perplessità a quei tanti borghi italiani arroccati sull’Appennino lungo la cui dorsale è presente, nel sottosuolo, il movimento di faglia che vede contrapposte le placche terrestri che hanno originato la linea montuosa italiana.

Di “reazione” parla D’Alfonso, oltre che della prevenzione e porta L’Aquila come esempio di ricostruzione “La città è più bella di prima – dice il presidente abruzzese – secondo me tra le più belle città italiane”.

Il sisma verificatosi nella notte ha riportato la memoria in Abruzzo. “La popolazione deve poter vivere in sicurezza tanto nelle parti della costa quanto nell’entroterra tra colline e montagna. Ci troviamo adesso in un punto bellissimo dell’Abruzzo che si chiama Quadri, una specie di striscia tra Molise, Abruzzo e Campania. Realtà come questa vanno messe in sicurezza dal punto di vista della raggiungibilità, della resistenza anche al rischio idrogeologico, si tratta di condotte e regole di costumatezza amministrativa e urbanistica che altrimenti ci vedono patenti.. patiremmo il territorio rispetto a decenni di incuria”.

Il precedente drammatico e la ricostruzione. “Noi in Abruzzo questa notte abbiamo vissuto una esperienza drammatica come era accaduto a L’Aquila ed ancor prima nel ‘700. Adesso abbiamo ricostruito la città più bella di prima e secondo me tra le più belle d’Italia. La vicenda di questa notte ci fa sapere che dobbiamo usare il meno possibile il territorio, che dobbiamo mettere in sicurezza le strutture private e quelle pubbliche e dobbiamo avere la consapevolezza di doverci formare su come si previene il rischio, ma anche su come si reagisce al disastro”.

Esperienza a servizio dell’emergenza. “In Abruzzo stavolta non abbiamo subito danni ma questo ci mette in una posizione che deve vederci in prima linea poiché abbiamo l’esperienza da mettere a disposizione attraverso la nostra Protezione Civile. Presto avremo esatta contezza dei danni e mi dispiace molto per le perdite registrate sull’Appennino laziale e marchigiano. Noi dobbiamo investire con intelligenza sulla bellezza di questi luoghi. Abbiamo messo a disposizione la capacità della ospedalità sanitaria per le esigenze di Amatrice e Pescara del Tronto ed inviato le unità cinofile e l’unità da campo per fornire vitto e alloggio a chi ha perso la propria casa. Abbiamo messo a disposizione anche mezzi meccanici e la nostra esperienza organizzativa. In Abruzzo non abbiamo avuto danni a persone, solo lievi lesioni ad unità immobiliari non ad uso abitativo”.

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