Terremoto, contributi aumentati ed estesi per gli sfollati

Verso la revisione del decreto per il sostegno a quanti hanno perso la casa nel sisma del 2012. Cambiano tetti e fasce.

Un sostegno ulteriore ai cittadini del modenese tuttora terremotati e sfollati, con tanto di revisione delle fasce di reddito e dei tetti di contributi pubblici. E’ la parte più significativa delle misure in via di definizione dopo le proteste dei comitati di sfollati, che si erano visti di fatto dimezzare il contributo di autonoma sistemazione, unite alla presa di coscienza dei sindaci, pressati dal territorio che si era scontrato con l’inapplicabilità della norma oltre al confronto avvenuto tra il comitato Sisma.12 e l’assessore alla Ricostruzione, Palma Costi.

Tutto ciò ha fatto sì che la struttura commissariale varasse una modifica all’ordinanza 20, quella che di fatto stabilisce i contributi ai residenti ancora senza casa che si sono arrangiati nel ricercare una sistemazione provvisoria. E l’impianto, che sarà ufficializzato a luglio con un’ordinanza ad hoc, e soltanto dopo aver “censito” gli sfollati – entro fine mese devono fare domanda di rinnovo del Casa nel Comune di residenza – è stato rivisto completamente.

La novità principale riguarda il superamento della “fasce per numero di componenti del nucleo” e un tetto massimo di contributo per l’affitto di 550 euro. «L’obiettivo – spiega Palma Costiè sempre stato quello di non lasciare nessuno fuori dall’assistenza. Ma ogni scelta, e le modifiche introdotte, debbono essere coerenti con criteri di equità sociale. Chi ha avuto un disagio abitativo causato dal sisma riceve un’assistenza che non è un’integrazione al reddito, ma un contributo per affrontare una difficoltà temporanea».

Il comitato istituzionale, che si è riunito a Sant’Agostino (Ferrara) ha anche deciso di adoperarsi affinché in fase di conversione del Dl 78/2015 siano inclusi la proroga dello stato di emergenza al dicembre 2017 e la possibilità di estendere i contratti di lavoro ai collaboratori a tempo determinato al di là dei 36 mesi.

Per le Zone franche urbane è stato concordato di considerare tutti i paesi con zone rosse regolarmente decise con apposite ordinanze sindacali e di verificare con loro le modifiche da apportare al decreto. Pertanto all’elenco del documento del governo sarà aggiunta anche Carpi. In settimana si terrà un incontro in Regione per mettere a punto la definizione degli emendamenti necessari da inserire nella discussione parlamentare.

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