Presidente Mattarella, Papa Francesco non permettete che i superstiti di una tragedia umana dei cui numeri siamo “corresponsabili”, stiano in “tende” per più dello stretto necessario a trovare la soluzione più civile e decorosa.
Mea culpa. Mettere in sicurezza le aree rosse, dopo la tragedia sismica a L’Aquila, e molto ancora prima, era priorità nazionale. Così come non lasciare un solo tratto ferroviario con un binario e deroghe a norme di sicurezza, costata la tragedia ad Andria e Corato (Brindisi, Puglia) quest’estate. Dopo vengono le altre opere, come quella di percorrere a velocità supersonica su rotaia alcune distanze del paese
“Abbiamo sbagliato” “Avete sbagliato”, chi ha deciso, in modo grave.
I soldi dunque c’erano per mettere in sicurezza le aree rosse del sisma. E ci devono essere ora, per aiutare sostenere, in tempi più brevi possibili, i superstiti. Anche per onorare “davvero” le vittime di questa tragedia che, ancora una volta, ha avuto proporzioni gravissime, perchè gli interventi non sono stati fatti, neanche dopo 9 anni da L’Aquila.
Né concorsi, né prestiti, né assicurazioni obbligatorie, come vorrebbero certi “sciacalli” col colletto bianco, per mettere in siucrezza gli edifici privati e pubblici delle aree ad alto rischio sismico. Le aree rosse sono priorità nazionale e nel “piano nazionale”, ieri annunciato, ci devono essere i contributi in conto capitale (100% delle spese)
Si danno a imprese e cittadini in periodi di crisi
Qui si tratta di vite umane