Erano le 4 del mattino del 20 maggio di quattro anni fa quando una scossa di magnitudo 5.9 sconvolse l’Emilia. Alle 9 del 29 maggio, quando il peggio sembrava passato, un’altra violenta scossa di magnitudo 5.8 tornò ad abbattersi sull’Emilia e sulla sua gente. Che da quattro anni a questa parte prova a risollevarsi con tutte le sue forze. Una ricostruzione, però, a due velocità: per i privati ha visto un’accelerazione, soprattutto nell’ultimo anno, mentre procede ancora a passo lento nel recupero dei centri storici, che portano ancora oggi i segni delle scosse. Quattro anni dopo sono 25, rispetto ai 60 iniziali, i Comuni usciti dal cosiddetto “cratere” del sisma. Sono 19mila i cittadini rientrati nelle proprie abitazioni e dei 16mila nuclei assistiti nella prima emergenza l’80% è tornato alla normalità.
Nell’ultimo anno sono aumentati dell’84% i contributi per risistemare le abitazioni, arrivati a poco meno di un miliardo (10.585 le case ripristinate), e del 105% quelli destinati alle imprese, saliti a 504 milioni. Garantita anche la continuità operativa a 1.680 aziende e le esenzioni fiscali (39,2 milioni) hanno coinvolto 1.770 micro imprese con le zone franche urbane.
In sostanza sono ancora 3mila le famiglie che devono rientrare nelle loro case dopo il terremoto del 2012 nelle province di Ferrara, Modena e Bologna. Quattro anni fa si parlava di 16mila nuclei e, quindi, 8 famiglie su 10 sono tornate alla normalità.
Molto più lenta la ricostruzione dei centri storici, considerando che resta da sciogliere il nodo della riqualificazione di chiese e monumenti vincolati. “Mancavano in questo caso – spiega il presidente della Regione Stefano Bonaccini – un po’ di risorse, che abbiamo stimato tra il mezzo miliardo e i 700 milioni di euro. Alla fine il governo ha concesso in legge di stabilità 160 milioni a dicembre, a cui vanno aggiunte altre risorse grazie al decreto dell’1 maggio sulle Terre estensi”. Per i beni vincolati serve il via libera della Soprintendenza: “Ma non sempre è banale e facile. Su quel fronte – ammette il governatore – dobbiamo accelerare”.
Nel comune di Ferrara 430 richieste di contributo per gli interventi di edilizia privata, 38 milioni di euro di contributi assegnati, 276 cantieri privati già conclusi pari al 64% degli interventi. Dei 1330 residenti ferraresi senza casa in accoglienza dopo il 20 maggio 2012 solo 75 lo sono ancora oggi.
Quanto alle province di Modena e Reggio, i centri duramente colpiti sono numerosi e lo stato della ricostruzione – in generale buono – varia da zona a zona:
REGGIOLO
il motore della ricostruzione accelera. Il paese recupera i suoi spazi e progetta il futuro. Nell’arco di due settimane sono stati avviati i lavori in sei cantieri pubblici. Gli interventi riguardano l’Edificio 32, per un importo complessivo di 4 milioni di euro, il centro civico di Brugneto (800mila euro) la casa protetta (700mila euro), gli spogliatoi del campo sportivo Pertini (95mila euro), l’ex Ipsia Villanova (110mila euro) e il magazzino comunale (100mila euro). Entro l’estate si concluderanno gli interventi agli spogliatoi e all’ex Ipsia, mentre tra l’autunno e l’inverno 2016 arriverà lo stop dei lavori alla casa protetta, al centro civico di Brugneto e ai magazzini comunali.
NOVI DI MODENA
I moduli abitativi temporanei all’inizio erano 125 (80 a Rovereto e 45 a Novi capoluogo), al momento ne sono rimasti solo 35. Dei 35 nuclei ancora presenti sul territorio di Novi, 7 hanno già pianificato la loro uscita nei prossimi mesi, attraverso i canali di assistenza ancora attivi.
MIRANDOLA
Tanto visibili sono state le ferite del sisma, quanto stanno iniziando a divenire tangibili i segni della ricostruzione. Mirandola è stata ferita dalle scosse, come testimoniano le impalcature che puntellano la larga parte del centro storico e degli edifici di periferia. Ma i progetti per riedificare quanto è stato demolito non mancano.
FINALE EMILIA
Arriverà a breve il nullaosta per ricostruire la Torre dell’Orologio, prima spezzata e poi crollata. Si parla di uno stanziamento da circa un milione di euro, che Finale aveva perso in passato dopo il dietrofront di un Consorzio nazionale. Ma non è l’unica buona notizia
SAN FELICE
L’obiettivo è far ripartire il centro storico ed è attorno al quadrilatero via Mazzini, via Ferraresi, piazza della Torre dell’Orologio ( crollata e da ricostruire) che si giocherà il rilancio del cuore del paese nei prossimi mesi.
CAVEZZO
Pesantemente dilaniata dalle scosse, in particolare quella del 29 maggio, Cavezzo si sta rialzando dalle ferite del sisma. Lo dimostrano i dati delle cosiddette cambiali Errani elargite per la ricostruzione o il ripristino degli edifici a uso abitativo che hanno subito gravi danni.
CARPI
Le pratiche che hanno avuto diritto all’erogazione di un contributo sono state 272 per un totale di 56 milioni di euro per i relativi interventi di ricostruzione di cui 34 milioni già erogati (opere concluse). Si è data priorità alle pratiche inerenti le aziende agricole le quali usufruiscono di finanziamenti europei che rischiano altrimenti di perdere.
CONCORDIA
Se gli assegnatari di moduli abitativi all’indomani del terremoto erano 95 ora sono 8 i nuclei familiari nei moduli. Sul fronte degli edifici pubblici, invece i lavori al cimitero monumentale termineranno all’inizio del prossimo anno con un cantiere di 2,5 milioni.
SAN POSSIDONIO
Delle 73 famiglie che inizialmente occupavano i moduli ne sono rimaste 11: 3 dovrebbero andare via entro giugno, le altre a dicembre. Meno di un centinaio, invece, le famiglie alloggiate in sistemazione autonoma e assistite dal Comune.
CAMPOSANTO
Sono 42 i nuclei famigliari che stanno ancora ricevendo una forma di assistenza, di cui due stanno ricevendo gli ultimi contributi in attesa di affrontare un percorso autonomo.
MEDOLLA
A fine marzo il totale delle pratiche per il ripristino o la ricostruzione degli edifici ad uso abitativo e rurali per Medolla ammontava a 320. Il paese ne sta approfittando per riprogettare le proprie piazze e il tessuto urbanistico.