Tennis A1 femminile: Prato parte bene contro Genova (3-1)

Prato – Rino Tommasi sosteneva qualche decennio fa la perfetta inutilità di qualsiasi Campionato nazionale di tennis, a prescindere dalle categorie. Consigliava invece ai giocatori di andarsi a cercare gloria, prestigio e trofei nei tornei internazionali confrontandosi con i migliori. La Federtennis lo ha in parte ascoltato cancellando da tempo almeno gli Assoluti di prima categoria, che videro in passato epiche battaglie dei vari Gardini, Pietrangeli e Panatta. Non so se oggi Tommasi sarebbe dello stesso avviso. Da ottobre in avanti i tornei cominciano a scarseggiare in Europa, e vanno cercati in capo al mondo. Ve ne sono anche ora in corso di prestigiosi, e ci sono poi i Masters; ma sono riservati alle fasce alte, e chi sta più sotto del 150/200 nel ranking è costretto alla inazione. Ecco perché non è poi uno scandalo entrare nelle squadre di Serie A1 e A 2 dei Campionati nazionali a squadre che oggi sono scattati:  si fa parte di un gruppo di allenamento, si raggranella anche qualche soldo, e ci si tiene dunque competitivi in questo trimestre un po’ morto, in vista della ripresa delle attività ai primi del 2015.

Per motivi logistici e di preferenza personale seguo da anni la Serie A 1 femminile, anche perché c’è in gara da sempre la squadra toscana più forte, quella del Tc Prato. Che ha vinto spesso (anche l’anno scorso) questo “scudetto”. Come forse si sa la formula di questa competizione è solo sua: non quella della Davis maschile con doppio intermedio ai singolari per un totale di 5 incontri su tre giorni; o della Fed Cup con doppio finale e decisivo in caso di pareggio, sempre su cinque incontri ma in due giorni. Le sette squadre iscritte a questo Campionato si incontrano tutte in un girone all’italiana in sette domeniche di ottobre-novembre, ed essendo in numero dispari una a turno riposa. È previsto anche il pareggio come nel calcio, essendo giocati ogni domenica quattro incontri, tre singolari più un doppio, e il doppio è l’incontro finale. I primi due singoli sono contemporanei, il terzo precede il doppio che si disputa come si dice in gergo after rest, cioè nel primo pomeriggio.

Il motivo supplementare per il quale si può attendere con trepidazione questa manifestazione è che le varie squadre hanno formalmente nell’organico giocatrici di fascia medioalta, anche altissima (Errani, Vinci), ma anche promesse e stelline di cui nell’ambiente tanto si parla ma poco si conosce: mai viste in TV insomma, ma protagoniste nel giovanile e anche in qualche ITF senior, quelli di taglia più piccola come i 10 mila dollari. Addirittura il nuovo regolamento FIT obbliga le squadre a mettere in organico una junior del vivaio. Ora però le più forti giocatrici saranno tenute in naftalina per le eventuali finali, e nelle eliminatorie danno il via libera alle altre giocatrici in squadra.

Per venire al dunque io mi sono da tempo preparato a questa trasferta, del resto molto corta e agevole, per vedere all’opera anzitutto una giocatrice. Forse la conoscete, ha fatto assai ben parlare di sé fino al 2010, quando diciassettenne, vincitrice di quasi tutto nella sua fascia di età, e lanciatissima verso un avvenire radioso, di punto in bianco appese la racchetta al chiodo, e si ritirò dalle competizioni senza che si sapesse (o io almeno non ho mai saputo) il motivo del ritiro. Il nome? Martina Trevisan. Ebbene questa giocatrice ha deciso quest’estate altrettanto repentinamente di rientrare nell’agonismo dopo quattro anni di stop. E lo ha fatto subito con il botto: da nr, e cioè nessun ranking, è ora n. 600 circa WTA, un balzo fenomenale dal quale non è ancora atterrata, divorando due tornei internazionali e arrivando in finale e semifinale in vari altri: in terra di Sardegna soprattutto.

Magari ne riparliamo una prossima volta, dico di questo exploit che non mi pare altre giocatrici italiane abbiano compiuto in così poco tempo. Intanto stamattina e oggi pomeriggio Prato è partita col piede giusto regolando per 3 a 1 il temibile e secondo favorito Tc Genova 1983. Due squadre imbottite sulla carta di giocatrici di vertice, che se fossero venute tutte e avessero giocato sarebbe stata una goduria. Chi poi concretamente gioca degli organici depositati è un’altra cosa. Genova ha portato solo quattro giocatrici, Brianti, Balducci, l’ungherese Jani, e Giorgia Mortello; Prato schierava Trevisan, la slovacca Kucova, Camerin e Dentoni.

I due singoli contemporanei delle 10 vedevano opposte Jani-Kucova e Trevisan-Balducci. L’ungherese di Genova e la slovacca di Prato sono due giocatrici speculari, fondocampiste solide che hanno dato vita  a scambi prolungati, stremanti e anche avvincenti. Bionde entrambe avevano di diverso alla fin fine solo i colori dei pantaloncini. Ha prevalso per 7/4 6/4 la “genovese” dando momentaneamente alla sua squadra l’1 a zero a favore. Il pubblico aveva apprezzato applaudendo e tifando a gran voce. Sul centrale intanto era possibile tastare il polso alla Trevisan rientrante, che pochi hanno veramente visto da maggio ad oggi per aver lei giocato in tornei molto decentrati ovviamente non trasmessi da alcuna emittente.

tennis Martina Trevisan

 

Ho avuto subito modo di confermarmi che Martina è sempre una giocatrice “dirittocentrica”: il suo gioco ruota ancora lì, sul mettere nell’angolo l’avversaria a forza di implacabili diritti non molto arrotati, anzi quasi piatti. Gioco di estenuante pressione. Fra l’altro questa era una rivincita perché  Martina aveva di recente sconfitto Alice Balducci (molto più avanti di lei nel ranking) in Sardegna. Proprio perciò il match non si presentava da subito facile, e si andava avanti punto a punto e game dopo game senza che nessuna delle due prendesse il sopravvento.

Non credo che in avvio Martina abbia giocato il suo miglior tennis del momento attuale, ma va reso merito alla sua avversaria. Alice Balducci, che vedevo invero per la prima volta sul campo, è una giocatrice molto minuta ma scattante come una gazzella (non le si danno d’acchito i suoi ventotto anni, ma molti di meno); è soprattutto raro che sia la prima a sbagliare e a commettere gratuiti. Insomma, gran rimettitrice, il punto bisogna proprio farglielo. Viceversa Martina si faceva prendere dall’impazienza e sparacchiando finiva varie volte lunga o larga. E comunque il set pareva incanalato e incamerato quando sul due pari Martina aveva ben tre palle break; ma le sprecava e addirittura Balducci a sua volta brekkava la Trevisan e si aggiudicava il set a  6/4. Velocemente vinto dalla Trevisan il secondo per 6/1, le si potevano dare ormai un 80% di chances di vittoria finale, soprattutto quando Trevisan si issava  a 3-0  dominando una Balducci ormai rinunciataria. E invece no, subito 3-2, e di lì sino a 4 pari. Trevisan vinceva infine con il brivido, 6/4 al terzo. Alla luce dei prossimi incontri casalinghi sarà possibile fare il punto su questa giocatrice che, oso dire e forse magari esagero, potrà anche un domani essere presa in considerazione come sparring partner e quarta giocatrice di Fed Cup, se è vero che Barazzutti ha convocato la Matteucci, suppergiù equivalente alla Trevisan al momento.

Sull’1 pari scendevano dunque in campo per il terzo singolo le veterane Brianti e Camerin. Ogni volta che vedo giocare Brianti mi incanto davanti al suo rovescio a una mano: se Trevisan è dirittocentrica Alberta è rovesciocentrica: magistrale, direi magico il suo impatto sulla palla con una svirgolata che le imprime l’effetto dovuto e ricade di là con molto topspin; ma non basta, perché possiede un delizioso slice sempre di rovescio, col quale può eseguire imprendibili smorzate. Arrivano a volte le palle a candela e Alberta invece che spostarsi comodamente sul diritto per chiudere si sposta sul rovescio! E anche gli schiaffi li tira col rovescio coperto! Purtroppo per lei ha ormai 32 anni e molto da recriminare per una carriera non malvagia ma che poteva essere ben più prestigiosa. La Camerin fa più fatica a giocare ed è meno brillante, ma mette a segno i punti giusti, e ha finito per vincere lei, sia pure di stretta misura (7/5 7/5). Sul 2-1 Prato il doppio è stato una pura formalità. La pur solida e volonterosa Jani è stata affiancata per Genova da Giorgia Mortello, una trentenne che sembra avere dieci anni di meno, tanto bella a vedersi in palleggio (anche lei rovescio a una mano, incartato con un tempo straordinario e un impatto ad appoggi larghi che ricorda vagamente Wawrinka) quanto impacciata, fallosa, e anche un po’ ingenua durante il gioco. 6/1 6/0 il punteggio eloquente a favore della copia pratese Dentoni-Camerin.

 Giornata da incorniciare anche per il cielo azzurro e una temperatura ideale. Genova recrimina magari per l’assenza di Karin Knapp che avrebbe cambiato volto all’incontro; ma anche Prato ha lasciato in panchina l’emergente Gaia Sanesi. Prossima domenica trasferta molto insidiosa a Reggio Emilia, che ha in squadra Errani, che però di sicuro non giocherà.

nella foto in alto: Corinna Dentoni
in basso: Martina Trevisan

Foto Pierocamel

 

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