Firenze – SUONO VIVO come il suono della natura, ma anche come uno dei paradigmi più importanti dell’espressione artistica di oggi, apre il Tempo Reale Festival 2018 con la sezione X dal 18 al 30 maggio (le altre sezioni Y a settembre, Z a dicembre), in cui Tempo Reale propone la sua versione della ricerca musicale: una versione viva, aperta, poliedrica e democratica.
Il suono protagonista in tutte le sue declinazioni: dalle serate al Festival del Maggio con il violoncello “elettrico” di Arne Deforce e l’opera per dispositivi del russo Chernyshkov a la performance del giapponese Otomo Yoshihide, eclettico sperimentatore suonatore di giradischi e chitarre insieme al sassofono di Chris Pitsiokos, passando per la scena sperimentale che si concentra nella due giorni di Klang, finestra dedicata alla sperimentazione con sei performance che lavorano sulla sperimentazione elettronica e il rapporto con il testo.
Tempo Reale Festival si inaugura con la rinnovata collaborazione nell’ambito del LXXXI Festival del Maggio e MAGGIO ELETTRICO, il format che esplora le nuove frontiere delle pratiche interpretative del nostro tempo. In due serate presso la sala Orchestra del Teatro del Maggio, sono di scena due progetti direttamente dalla passata Biennale Musica di Venezia: venerdì 18 maggio, h. 20.00 in Maggio Elettrico/SUONI AL FUTURO I, i dispositivi e le tecniche di Tempo Reale, già sperimentati nel progetto Symphony Device, incontrano il progetto compositivo e lo sviluppo drammaturgico di uno dei giovanissimi compositori più interessanti della scena europea: il russo Alexander Chernyshkov, alle prese con una partitura che unisce strumenti-dispositivi della quotidianità (relè di ascensore, stampanti ad aghi, floppy disk obsoleti, ecc.) con l’apporto di due poli-strumentisti fuori da schemi convenzionali. Il tutto in un quadro di utilizzo dello spazio che cerca di superare il concetto tradizionale di concerto a favore di una fruizione immersiva.
Sabato 19 maggio, in Maggio Elettrico/SUONI AL FUTURO II si esplora il tema dello strumento elaborato e delle tecniche “estese” con il noto violoncellista Arne Deforce, che propone diverse declinazioni attraverso la musica potente di compositori proiettati in estetiche forti e anticipatorie, come il massimalismo e il saturazionismo: dalla Francia agli Stati Uniti con le opere di Niblock, Cendo e Vaggione, ci introduce in un mondo sonoro che trasfigura il suono familiare di uno strumento-simbolo della nostra tradizione occidentale come il violoncello in un universo di nuove dimensioni acustiche e di approcci creativi davvero stupefacente per originalità e novità.
Alla Limonaia di Villa Strozzi Il 25 e 26 maggio, dalle h. 19.00 alle 21.00 tornano i live set di KLANG la finestra che accoglie musicisti sperimentali da ogni parte del mondo, fra questi: venerdì 25 maggio, dalla Polonia arriva un attivissimo pioniere in grado di portare un contributo di consapevolezza su una delle esperienze dell’avanguardia: il rapporto tra suono e segnali cerebrali, è Marek Choloniewski in CYMATIC BRAIN, e in prima assoluta il nuovo progetto dalla natura fortemente “elettrica” ZUMTRIO (Canavese, Giomi, Rapicavoli) a cavallo tra struttura e improvvisazione, nato all’interno di Tempo Reale, esplora un’idea libera e divertente di accoglienza.
Mentre sabato 26, il tema dei tre live set è quello di proporre tre modalità diverse e complementari di affrontare il rapporto tra musica e parola, tra suono e testo.
In collaborazione con Fabbrica Europa in chiusura il 30 maggio dal Giappone Otomo Yoshihide: molteplicità di ispirazioni e spregiudicatezza sono le cifre stilistiche del suo mondo sonoro. Chitarrista, compositore, suonatore di giradischi e autore di campionamenti Otomo è a suo agio tanto nei contesti di improvvisazione più radicale così come autore di colonne sonore, e lo ha dimostrato il successo popolare delle sue musiche per la serie televisiva Amachan che, nel 2013, ha visto il tema del telefilm raggiungere i primi posti nella classifica di vendite in Giappone.
Otomo è nato nel 1959 a Yokohama, si trasferì a Fukushima e poi a Tokyo, per studiare etnomusicologia e prendere lezioni da chitarra di un protagonista del free jazz giapponese, Masayuki Takayanagi. Nei primi anni Novanta inizia la sua produzione discografica, con il collettivo Ground Zero e con una serie di collaborazioni che lo vedono in compagnia di musicisti europei e statunitensi, tra cui Christian Marclay, John Zorn, Bob Ostertag, Butch Morris, Glenn Branca, Jim O’Rourke.
Per il Tempo Reale Festival, Otomo sarà in compagnia di Chris Pitsiokos, un giovane sassofonista di base a New York, con il quale si è realizzata negli ultimi tempi una splendida intesa. Come Otomo, Pitsiokos guarda alla lezione del jazz più iconoclasta e alle forme eterodosse del rock trovando nell’improvvisazione una grande quantità di stimoli.
Foto: Otomo Yoshide