Continua a crescere la propensione all’investimento delle imprese reggiane, che ora puntano decisamente sulle nuove tecnologie informatiche.
Tre imprese manifatturiere reggiane su quattro hanno realizzato, nel 2018, investimenti finalizzati all’introduzione di innovazioni di prodotto o di processo oppure di servizi che potessero avere un impatto positivo sulla produttività dell’azienda; per oltre la metà di queste, inoltre, tali investimenti sono stati superiori a quelli effettuati nell’anno precedente. Rispetto al 2017 è così cresciuta di tre punti percentuali la quota di imprese che ha effettuato investimenti.
“Il dato più importante che emerge dall’analisi del nostro Ufficio studi – sottolinea il presidente della Camera di Commercio, Stefano Landi – è l’orientamento delle imprese del nostro territorio all’investimento orientato all’innovazione, scelta strategica che investe in modo particolarmente rilevante le grandi aziende manifatturiere e le medie realtà imprenditoriali”.
Il 93% delle aziende con oltre 50 dipendenti, infatti, ha realizzato investimenti nel 2018 e, a seguire, si collocano le imprese di media dimensione (da 10 a 49 dipendenti), il 75% delle quali ha messo in atto nuovi investimenti; solo per le più piccole – cioè con un numero di dipendenti inferiore a 10 e in gran parte collocate in segmenti d’attività meno segnati dall’innovazione di processo e prodotto – si registra una leggera flessione di quelle che hanno effettuato nuovi investimenti, passate dal 38 al 36%.
“Insieme a questi dati, che evidenziano un rilevante impegno delle imprese reggiane sul piano degli investimenti per la competitività – spiega Landi – il fatto più significativo è che è sensibilmente aumentata la quota di aziende che ha destinato nuove risorse all’ICT; la percentuale di imprese che ha investito in computer e software, infatti, è salita al 44%, con un aumento di 11 punti percentuali rispetto al 2017”.
In calo di sei punti, invece, la quota d’imprese che ha destinato i propri investimenti all’acquisto di impianti e macchinari uguali a quelli esistenti, che rappresenta comunque il 52%
Investimenti sensibilmente inferiori, ma in crescita, sono stati poi destinati a marchi e brevetti (il passaggio è stato dal 6% al 7% delle imprese), allo sviluppo della distribuzione (dal 4% al 7%) e all’apertura di una nuova sede o al rinnovo di quella già esistente (dal 4% all’ 11%).
A fianco della spinta sull’innovazione digitale, sulla tutela dei marchi, sull’ammodernamento delle strutture e sulla relazione con i mercati, l’analisi dell’Ufficio studi della Camera di Commercio evidenzia aree di investimento probabilmente più “mature” rispetto agli orientamenti del recente passato. La quota di aziende che ha orientato i propri investimenti all’introduzione di nuovi impianti e macchinari innovativi, infatti, è passata dal 47% al 44%), così come si sono ridotte le aziende che hanno orientato risorse al miglioramento di prodotti esistenti (scese dal 34% al 23%) e quelle che hanno effettuato investimenti per l’introduzione di nuovi prodotti, passate dal 22% al 13%.
Se si scompongono i dati per attività economica, emerge come l’orientamento ad effettuare investimenti si diversifichi fra i vari settori, con punte che vanno dall’89% delle imprese ceramiche intervistate, all’83% delle industrie elettriche ed elettroniche e percentuali superiori all’80% per le aziende delle materie plastiche (81%) e della metalmeccanica (80%).
Cresce di un punto percentuale, e raggiunge il 73%, la propensione agli investimenti delle aziende della trasformazione alimentare che, assieme alle industrie elettriche ed elettroniche, sono quelle che hanno investito maggiormente in ICT (il 52% delle aziende di entrambi i settori, la quota più alta fra i comparti analizzati).
Il sistema moda, pur in crescita rispetto al 2017, si ferma al 58% delle imprese impegnate in nuovi investimenti, comportamento che trova parziale ragione nella dimensione tendenzialmente piccola che caratterizza il settore. Relativamente alla destinazione degli investimenti delle aziende del tessile-abbigliamento, l’84% delle intervistate ha dichiarato di aver investito nell’acquisto di impianti e macchinari uguali a quelli esistenti, seguito dall’acquisto di computer e software (48%).