Firenze – “Rischiamo di essere indiani toscani nel mondo dell’industria 4.0”. La presentazione dello studio della diffusione dell’industria 4.0 in Toscana, svolta in Sala Pegaso del Palazzo Strozzi Sacrati, ha fatto vedere uno stato dell’arte allarmante: la diffusione delle tecnologie cosiddette 4.0 nell’industria Toscana nel 2017 segnala livelli sensibilmente ridotti rispetto alla media nazionale e soprattutto rispetto alle regioni del centro-nord.
È allarmante perché essere aggiornati nell’industria 4.0 è considerato un elemento fondamentale per la competitività di un’azienda visto che le macchine di efficienza maggiore aumentano la produttività. Chi non si adatta, rischia allora l’esclusione dal mercato, un mercato che non aspetta più nessuna. Per un confronto sul ritardo della Toscana, le categorie economiche si sono riunite, insieme con l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo e agli esperti per discutere i dati e trovare delle soluzioni.
Giovan Battista Donati, il presidente regionale di Confartigianato, ha spiegato il problema mettendo in relazione la modesta utilizzazione di tecnologie 4.0 in Toscana con l’atteggiamento delle imprese: “L’industria 4.0 significa investimento per le aziende. Un investimento che in tempi di crisi d’economia e in tempi d’incertezza, anche causata ad esempio dal Brexit, l’Inghilterra essendo un paese importante per l’esportazione, non è fatto facilmente. Per le aziende si tratta di riuscire ad indovinare cosa sia un investimento con reddito. Allora le aziende, soprattutto quelle piccole, sono esitanti e investano solo quando vedono risultati, quando gli strumenti sono state messe alla prova e hanno dimostrato un guadagno.”
Oltre all’argomento finanziario i presenti hanno anche evidenziato l’ignoranza degli imprenditori per quanto riguarda le opportunità offerte dall’industria 4.0. Ha dichiarato il presidente regionali di Confindustria Alessio Marco Ranaldo: “L’Italia ha fatto un errore di comunicazione parlando delle nuove macchine. La conseguenza è che agli artigiani l’industria 4.0 sembra qualcosa di alto, di distante e di inconveniente per loro che si sentono a loro volta semplici. Hanno paura dell’ignoto, vedono i problemi invece delle opportunità.”
Il compito è quindi evidente. “L’adattamento rimane una scelta. E visto l’esitazione delle aziende, non basta metterle a disposizione gli strumenti, ma bisogna investire nella conoscenza – ha detto Riccardo Breda, presidente regionale di Unioncamere – Sono in corso seminari, workshop ed incontri con le aziende per informarle e renderle consapevoli dei vantaggi dell’industria 4.0. Insomma, dobbiamo accompagnarle e cambiare la loro percezione negativa. Un lavoro di divulgazione sul campo.”
Un altro punto da spingere è la formazione del personale qualificato. Ha detto il presidente regionale CNA Andrea Di Benedetto: “L’industria 4.0 richiede competenze. E non c’entra solo la formazione universitaria perché le università hanno già risposto all’esigenza: ci sono Master et dottorati 4.0. Ma il problema sono i tempi lunghi ed i numeri bassi. Ogni anno si laureano solo qualche centinaio e questo non è sufficiente. Ci vuole anche la formazione di giovani tecnici post-diplomati dentro la fabbrica, cioè un percorso formativo di uno o due anni che non è di laurea ma comunque alto e prestigioso.”
‘’Di più – ha dichiarato il Professore Andrea Bonaccorsi del Dipartimento Ingegneria dell’Energia, dei Sistemi, del territorio e delle Costruzioni dell’Università degli Studi di Pisa – c’è un deficit nel management. E così non verranno prese decisioni, non si investa e le aziende non diventano attrattive per i laureati che infine migrano in altre regioni. Allora dobbiamo fare una campagna con i manager come target. Sono loro le risorse chiave ed i motori 4.0.”
Infine ha concluso l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo: “Oggi abbiamo segnalato la scommessa: dobbiamo reagire al sistema. In un ranking internazionale, l’Italia è al secondo posto per l’esportazione con quasi mille prodotti e dobbiamo difendere questo nostro punto di forza dando alle aziende gli strumenti di sviluppo e prima di tutto portando le idee moderne di digitalizzazione a loro.”