Firenze – Il problema del gap toscano rispetto all’innovazione tecnologica ed in particolare delle tecnologie 4.0 non è di risorse ma di competenza e conoscenza. Lo ha detto l’assessore regionale alle attività produttive Stefano Ciuoffo, chiudendo a Palazzo Strozzi Sacrati il seminario organizzato da Regione e Sviluppo Toscana per illustrare i dati della ricerca ‘Le tecnologie 4.0 in Toscana’, realizzata dalla società di ricerche MET, per conto della Regione, su un campione di oltre 24 mila aziende di Toscana, Marche, Piemonte, Lombardia e Veneto nel 2017.
“I dati presentati oggi – ha spiegato Ciuoffo – ritengo vadano letti anche in parallelo all’ultima indagine prodotta da Banca d’Italia che per la Toscana, dopo la fine della crisi iniziata nel 2007, evidenzia tutte performance positive (occupazione, fatturato, export), soprattutto nei settori trainanti: farmaceutico, moda, pelletteria. La crisi sembra alle spalle ma il mondo nel frattempo è cambiato e la Toscana, ed il suo sistema produttivo, non sono state capaci di stare al passo per quel che riguarda competenza e conoscenza, elementi da cui dipendono la capacità di comprendere scenari, di intendere necessità e spazi da colmare, di restare competitivi. Le risorse non sono mancate, ma forse avremmo dovuto essere più bravi ad indirizzarle per aumentare il grado di efficienza”.
“In un mondo ideale – ha detto ancora l’assessore – istituzioni, università e centri di competenza dovrebbero non soltanto mettere a disposizione strumenti ma anche indicare il modello del futuro alle imprese. In realtà invece i primi devono mettere a disposizione strumenti e politiche, poi però spetta all’impresa scegliere. I dati della ricerca, a sorpresa, collocano la Toscana, rispetto al tema dell’innovazione tecnologica in posizione attardata, e non solo rispetto alle regioni più intraprendenti ma addirittura alla media nazionale. Questo non ha senso. Forse questi dati andrebbero ponderati rispetto ai fatturati delle imprese, che sono positivi, senza però che questo diventi una forzatura per ‘piegare’ il dato ad una lettura diversa.
L’elemento però che emerge con prepotenza è che è indispensabile introdurre nelle imprese toscane maggior competenza e conoscenza. Non possiamo e non vogliamo modificare la loro struttura di base (piccole dimensioni, conduzione familiare); però occorre agevolarle e accompagnarle verso l’inserimento di strumenti di conoscenza divenuti ormai essenziali per poter competere sui mercati mondiali attuali”.
“Industria 4.0 – ha proseguito Ciuoffo – trasforma le imprese in una rete. Strumenti adeguati potrebbero permetterci di trasformare il sistema attuale in uno capace di competere con mercati più grandi di noi. Dobbiamo dotarci di centri di competenza, dobbiamo modellare e formare giovani capaci di vivere con entusiasmo l’esperienza in fabbrica e non solo nelle stanze dei bottoni. La ricerca della Banca d’Italia mette in evidenza un dato toscano che, a mio parere, è più allarmante di quello del gap nei confronti delle principali regioni del paese sul versante tecnologie 4.0. Ovvero la diminuzione delle imprese manifatturiere, a scapito di quelle di servizi. Ecco ritengo che le prime debbano continuare a caratterizzare la nostra economia, sono loro la carta vincente e strategica, per l’Italia e per la Toscana. E su questo ci impegneremo da qui alla fine della legislatura, per mettere a disposizione risorse e azioni”.
Foto: Stefano Ciuoffo