Teatro Toscana: stagione 2018/19 fra tradizione, maestri e soprattutto giovani

Firenze – Tre anni vissuti intensamente. Dopo un triennio di successi come Teatro Nazionale, la Fondazione Teatro della Toscana guarda avanti e rilancia: 78 spettacoli, 26 tra produzioni e coproduzioni, 13 prime nazionali.

Per la stagione 2018/2019 la Fondazione conferma la sua scelta originaria di un progetto di largo respiro tra tradizione, innovazione, Maestri, giovani, lavoro, Europa.

Una programmazione che mette insieme il meglio del panorama teatrale italiano e internazionale giocando su diversi ricchi tavoli, dallo storico Teatro della Pergola al Teatro Niccolini di Firenze guidato in maniera stabile da i Nuovi, dal Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ di Scandicci al Teatro Era di Pontedera, che festeggia i primi 10 anni di vita.

Con una novità in più, il “Tenax Theatre”, curato da Giancarlo Cauteruccio, nella storica discoteca fiorentina creando così un ponte tra centro e periferia, tra innovazione e tradizione, grazie a giovani performer alla loro prima esperienza teatrale e alla partecipazione straordinaria di Gabriele Lavia. Rinnovato anche impegno internazionale, con un accordo di partenariato con il Théâtre de la Ville di Parigi.

A presentare la stagione e le novità di quest’anno, il direttore Marco Giorgetti, con il direttore artistico Gabriele Lavia e alcuni fra registi e attori protagonisti della stagione teatrale fiorentina con in testa Glauco Mauri. A portare il saluto della città il presidente della Fondazione e sindaco di Firenze Dario Nardella, e rappresentanti delle istituzioni come la senatrice Rosa Maria Di Giorgi che ha sottolineato il grande impegno messo nella redazione del nuovo codice dello spettacolo.

“Il teatro ci fa volare – ha detto Nardella – essere comunità. E Firenze è una famiglia accogliente. Non ci troviamo di fronte ad una somma di cartelloni ma un grande progetto unitario e con una sua anima condivisa”.

Un teatro soprattutto formativo. E per i nuovi giovani attori che si affacciano sulle scene, e per le nuove generazioni di spettatori.

Il direttore Giorgetti si è soffermato non a caso sul rapporto Giovani-Maestri e sull’esperienza del Teatro Niccolini oggi gestito dagli allievi della Scuola Orazio Costa, grazie all’essenziale apporto di Marco Baliani, Gianfelice Imparato, Andrée Ruth Shammah, Glauco Mauri e Beppe Navello. Ricordata anche l’importanza della scuola dell’Oltrarno, guidata da Pierfrancesco Favino, e del Laboratorio di Costumi e Scene della Fondazione che, oltre al lavoro realizzativo sulle produzioni, proseguirà l’attività formativa con l’attivazione dell’ormai consueto programma di corsi.

Le stagioni della Pergola e del Teatro Era si offrono allo spettatore in tutte le loro multiformi valenze, come dialogo costante tra tradizione e innovazione rappresentate dai riferimenti artistici Gabriele Lavia e Roberto Bacci, impegnati quest’anno in due nuove produzioni: I giganti della montagna per Lavia (arriverà alla Pergola nella stagione ventura) e Svegliami per Bacci, con il testo di Michele Santeramo. Ventuno spettacoli per la Sala Grande della Pergola, molti dei quali in coproduzione, come sempre espressione del meglio del panorama nazionale.

In quanto alla stagione della Pergola, il sipario si alzerà il prossimo 23 ottobre con Filippo Timi (“Un cuore du vetro in inverno”) per chiudersi il 9 aprile con la riduzione teatrale di “Barry Lyndon”, firmata da Giancarlo Sepe.

I calendari completi del Teatro della Pergola, Teatro Niccolini e Teatro Studio di Scandicci sono consultabili sul sito della Fondazione: www.teatrodellatoscana.it

 

 

 

 

 

 

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