Teatro, torna la Festa di San Miniato ed è subito grande spettacolo

Zingaretti recita “Autodifesa di Caino”, testo mai rappresentato di Camilleri

Firenze – A San Miniato si riaccendono le luci sulla scenografica Piazza del Duomo (ma non solo perché varie e tutte suggestive sono le location coinvolte) per accogliere l’ultimo atto della Festa del Teatro, il più antico festival di produzione del nostro Paese, promosso dall’Istituto del Dramma Popolare, nato nel 1947.

Le scelte della manifestazione che innervano il calendario sono da sempre legate a una drammaturgia, classica o contemporanea che sia, che oltrepassa i confini della “forma” per interrogarsi sul “contenuto”, invitando lo spettatore a una riflessione sui grandi punti interrogativi, le scelte morali, le convinzioni religiose, i principi etici, la volontà e la solidarietà, che agitano l’animo l’umano. Ieri come oggi. Da quella prima volta quando fu Giorgio Strehler ad aprire il sipario del festival con un allestimento di “Assassinio nella cattedrale” di Eliot rimasto memorabile, molte cose sono cambiate: la Festa ha mutato impianto, le tecniche di svolgimento e i perimetri di indagine si sono evoluti e moltiplicati, ma uguale è lo spirito che la anima, la filosofia e la poetica che ne sono la fondamenta, fermo restando il tratto distintivo che la rende un unicum in Italia, quello cioè definito come “Teatro dello spirito”.

Una ricerca e una sfida segnate da crisi e rilanci, pause e ripartenze, coinvolgente passione e condiviso sentimento. Un filo rosso in equilibrio fra le scelte politiche da perseguire, secondo i valori cristiani, all’insegna di un’assoluta trasparenza e onestà, in vista di un progetto che dia centralità alla persona, alla sua dignità, e al bene della società. 

Nata all’indomani della guerra, sulle macerie ancora fumanti della penisola, la Festa di San Miniato ha esplorato e messo in scena, anno dopo anno, le traiettorie e le riserve di una teatralità senza compromessi che si guarda “dentro”, oltre la facciata della rappresentazione, inoltrandosi nelle pieghe di una spiritualità non confessionale, dichiaratamente laica e aperta al confronto, un panorama di scrittura e messinscena, che sapesse affrontare i temi del sacro, del soprannaturale fuori da ogni pregiudizio o schematismo, partecipe di quel dialogo interreligioso che il Concilio Vaticano II avrebbe poi fatto proprie ufficialmente dopo la metà degli anni Sessanta.

In questa prospettiva si colloca anche l’edizione 2025, impaginata dal direttore artistico Masolino D’Amico, all’insegna di un impegnativo cartiglio che recita “Etica della responsabilità”, parola d’ordine e segnalibro di questa 79esima edizione che decolla il 26 giugno per chiudersi il 27 luglio.

Un mese che sprigiona nove titoli (tre dei quali al debutto), un percorso che tocca il Giardino della Cisterna della Misericordia, l’Oratorio di Sant’Urbano, il Municipio, il Museo della Memoria, per chiudersi trionfalmente nella cornice di Piazza Duomo dove Luca Zingaretti recita in prima assoluta “Autodifesa di Caino”, testo mai rappresentato di Andrea Camilleri di cui si festeggia nell’occasione anche il centenario della nascita. Il legame fra San Miniato e lo scrittore siciliano ha un precedente interessante. Che risale al 1951, agli esordi del Dramma Popolare e della carriera di Camilleri, quando da giovane autore, presentò un suo lavoro per un concorso bandito dall’Istituto che non lo ritenne idoneo, lì rimasto inedito per tutti questi anni, recentemente venuto alla luce nel momento della riorganizzazione dell’archivio.

Ora il cerchio, già in parte avvicinatosi con la partecipazione di Camilleri in qualità di aiuto regista di Orazio Costa al tempro delle sue avventure sanminiatesi, si chiude definitivamente. Non sarà però questa scrittura a uscire allo scoperto. La preferenza è andata all’ultimo atto in commedia di Camillleri, questa “Autodifesa di Caino”, un monologo che  lo stesso Camilleri il 15 luglio 2019, alle Terme di Caracalla, avrebbe dovuto interpretare. Un ritorno sul palcoscenico, dopo l’exploit dell’anno prima con “Le conversazioni su Tiresia” al teatro greco di Siracusa, atteso dal pubblico e fortemente voluto dallo scrittore. Camilleri si spense il 17 luglio. Il sipario non si alzò. L’eredità di Caino passa ora a San Miniato che lo fa proprio in sintonia con le tematiche che lo percorrono (l’incessante interrogativo che passa fra bene e male) affidandolo all’interpretazione (e regia) di Luca Zingaretti.

“Lui non c’è più – ricorda l’attore – e questa è una mancanza dolorosa e inconsolabile. Ma sono felice di essere ancora una volta strumento del suo talento”. Il momento culminante del cartellone 2025 sarà preceduto da altre significative proposte. Si va da “Molto dolore per nulla” di e con Luisa Borini (cronaca della fatica che si fa per crescere, per smarcarsi dai modelli di riferimento e per imparare a rispettarsi per come si è) a “Dissonorata. Un delitto di onore in Calabria”, cult di e con Saverio La Ruina, che ci restituisce l’affresco di una Calabria in cui risuonano voci di donne del Sud, madri, nonne, zie, amiche e di amiche delle amiche. Da “7 contro Tebe” da Eschilo impaginato da I Sacchi di Sabbia e Massimiliano Civica, con Gabriele Carli, Giulia Gallo, Giovanni Guerrieri, Enzo Illiano, alle cellule di “Futuro Passato”, mini rassegna a cura di Federico Bellini dedicata alla nuova drammaturgia che declina “Basta dire no” di Teresa Vila, “Petricore” di Fabio Pisano, “Qualcosa che inseguiamo con rabbia” di Jonathan Lazzini. Infine da “Il sindaco pescatore” tratto dall’omonimo libro di Dario Vassallo, drammaturgia di Edoardo Erba, protagonista Ettore Bassi istruito da Enrico Maria Lamanna a tre prime nazionali: “Ogni Bellissima Cosa” di Duncan Macmillan con Mauro Pierro per la regia Otello Cenci, “Bullet Catch” di Rob Drummond con Alex Cendron diretto da Massimiliano Cividati, “Il Mulo e l’Alpino” di Xhuliano Dule con Aleksandrso Memetaj e Caroline Loiseau. Info  0571 400955. Programma completo www.drammapopolare.it

. Un filo rosso unisce, come da tradizione, gli spettacoli della Festa del Teatro di San Miniato che si ripete, ogni estate, dal 1947: il rapporto tra le scelte politiche ed il bene comune da perseguire, secondo i valori cristiani, all’insegna di un’assoluta trasparenza e onestà, in vista di un progetto che dia centralità alla persona, alla sua dignità, e al bene della società. 

Total
0
Condivisioni
Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Prec.
Ex caserma Ferrucci, il presidente Giani invia una lettera a Crosetto

Ex caserma Ferrucci, il presidente Giani invia una lettera a Crosetto

"Sono assolutamente contrario alla destinazione dell’edificio a rsa"

You May Also Like
Total
0
Condividi