Teatro a Sollicciano: Achab addio, Moby Dick la prendiamo noi

Firenze – Giovedì 4 dicembre nel carcere di Sollicciano, a ingresso libero, andrà in scena lo spettacolo “Ci siamo persi il capitano”, liberamente ispirato al Moby Dick,  a conclusione del laboratorio di narrazione dell’ottava sezione del carcere, tenuto da Lorenzo Degl’Innocenti.

Non c’è a Firenze uomo di teatro più completo di Lorenzo Degl’Innocenti, un artista fiorentino che si  è formato nell’ambiente culturale della città, poi si è trasferito a Roma per tornare, circa tre anni fa, definitivamente nella sua città. Dal teatro dell’Oriolo, iscritto all’età di 14 anni dalla sorella a un corso di recitazione per problemi di timidezza, Lorenzo ha appreso a recitare, ma anche le tecniche di disegno luci e scenografia. Dopo aver frequentato la scuola Colli a Bologna, incontra Wanda Pasquini che lo riporta con sé a Firenze al teatro di Cestello. In questo teatro Lorenzo ha passato gran parte della sua vita artistica fiorentina, ed ha contribuito a formare l’odierna compagnia stabile, il “Cenacolo dei giovani”, fondendo il gruppo di Oreste Pelagatti e molti artisti che avevano lavorato all’Oriolo, come Remo Masini e la compianta Manuelita Baylon. Dopo anni di esperienze teatrali, televisive e cinematografiche, fra cui gli incontri con Albertazzi, Foà e Stefano Viali (con cui Lorenzo ha vinto il Nastro d’Argento per il corto “Lotta Libera”), oggi si dedica prevalentemente alla letteratura, lavorando con Marco Vichi, Gian Maria Testa, Erri De Luca, Michele Serra …. grazie soprattutto all’incontro con Stefania Costa, la mente del caffè letterario Le Murate, e la sua associazione “La Nottola di Minerva”.  Nell’ambito di queste nuove esperienze si inserisce il progetto del SERT (Servizio Tossicodipendenze) dell’Azienda Sanitaria fiorentina per il recupero di alcuni detenuti di Sollicciano.

moby Dick cartolina (1)

Com’è nata questa idea?
Già a Roma mi ero interessato a esperienze di questo genere. Circa tre anni fa la dr.ssa Grazia Di Bello, che lavora al SERT di Firenze, mi chiese di fare il primo laboratorio con i detenuti, sulla narrazione. In un carcere raccontarsi è difficile, perché in quel mondo non è consentito di far vedere le proprie fragilità; il laboratorio nasce quindi con l’idea di scardinare questo sistema

Hai quindi proseguito?
L’anno dopo abbiamo lavorato al carcere minorile. E quest’anno, a Sollicciano, il progetto prevede la messa in scena di un lavoro che nasce proprio dai racconti dei ragazzi

Perché Moby Dick?
Roberto Abbiati, un mio amico attore straordinario, mi ha consigliato di utilizzare Moby Dick come contenitore delle storie. In Moby Dick c’è tutto, ed effettivamente abbiamo trovato elementi in comune fra il viaggio del Pequod e la detenzione. L’idea della balena è quella di un qualcosa da inseguire, su cui fantasticare. Il fatto che sia bianca mi ha fatto pensare a uno schermo su cui proiettare tutti i loro sogni: e così sarà.

Come hanno vissuto questa esperienza?
Ne abbiamo tanto parlato, ed anche soltanto in prova si capisce che il momento della  rappresentazione dei loro sogni, la balena bianca, è il più importante per loro: sono emozionatissimi.

Come mai Achab resta a terra?
Fin da subito loro hanno scartato il capitano, nonostante gli avessi raccontato la sua storia. Quindi a un certo punto mi è venuta l’idea di lasciarlo a terra. Non serviva.

Ti aspetti molto pubblico per questa serata?
Il teatro interno al carcere ha circa 250 posti; mi aspetto un teatro quasi pieno, anche se le  formalità per prenotare il posto (spiegate sotto n.d.r.) possono scoraggiare i più pigri o i distratti. Purtroppo la legge prevede delle norme molto rigide e severe, comprensibilmente, per accedere all’interno della struttura, e bisogna seguire la prassi.

Chi vuoi ringraziare per questa esperienza?
Naturalmente il SERT, ma anche il C.A.T. (associazione che gestisce i progetti), la Regione Toscana, L’Associazione “La Nottola di Minerva”,  la Direzione del penitenziario e la polizia penitenziaria. Roberto Abbiati per i suoi importanti consigli e per la realizzazione del disegno; e poi tutte le persone che a vario titolo, e con passione, hanno contribuito alla realizzazione del progetto

 

DOVE? In via Girolamo Minervini 2/R

http://goo.gl/maps/NDGzk

LE ADESIONI ALLO SPETTACOLO DEVONO ESSERE COMUNICATE ENTRO E NON OLTRE IL 10 NOVEMBRE 2014. E’ NECESSARIO INVIARE UNA COPIA O UNA SCANNERIZZAZIONE DELLA PROPRIA CARTA D’IDENTITA’, VALIDA, AL NUMERO DI FAX 055 750145. OPPURE ALL’INDIRIZZO MAIL:  agiani.esterno@asf.toscana.it SPECIFICANDO LA VOLONTA’ DI ADERIRE ALLO SPETTACOLO “CI SIAMO PERSI IL CAPITANO”

per informazioni

info.pequod@gmail.com

 

 

 

 

 

 

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