Pistoia – Gradito ritorno al Manzoni per Carlo Cecchi con lo spettacolo che lo vede regista e protagonista dal 27 febbraio al 1 marzo a Pistoia. Nicola Piovani firma le musiche di scena.
Carlo Cecchi, il più moderno tra i grandi registi-interpreti del teatro italiano, torna a Shakespeare per misurarsi con La dodicesima notte (in scena al Teatro Manzoni di Pistoia dal 27 febbraio al 1 marzo) una commedia corale fondata sugli equivoci, sugli scambi di identità e di genere.
Il testo shakespeariano, esaltato dalla traduzione della poetessa Patrizia Cavalli, dalle musiche di scena firmate da Nicola Piovani (ed eseguite dal vivo da un ensemble di musicisti) e dai sontuosi costumi di Nanà Cecchi, permetterà ancora una volta al regista, anche interprete nelle vesti di Malvolio, di orchestrare un gioco attoriale straordinario, lavorando sulla stilizzazione e sull’essenza dei personaggi attraverso quella maestria che ha fatto di lui una figura di riferimento assoluta per il teatro italiano.
Lo spettacolo, prodotto da Marche Teatro in collaborazione con Estate Teatrale Veronese, vede nel cast, oltre allo stesso Cecchi, Daniela Piperno, Vincenzo Ferrera, Eugenia Costantini, Dario Iubatti, Barbara Ronchi, Remo Stella, Loris Fabiani, Federico Brugnone, Davide Giordano, Rino Marino e Giuliano Scarpinato. Sulla scena realizzata da Sergio Tramonti, anche cinque musicisti:Luigi Lombardi d’Aquino / Sergio Colicchio tastiere e direzione musicale, Alessandro Pirchio / Alessio Mancini flauti e chitarra, Daniele D’Ubaldo strumenti a percussione.
IL TEATRO SI RACCONTA. In occasione dello spettacolo, Carlo Cecchi e la compagnia incontreranno il pubblico sabato 28 febbraio alle ore 17.30 alla Libreria la Feltrinelli a Pistoia (Via degli Orafi, 31/33). L’incontro sarà condotto da Rodolfo Sacchettini, presidente dell’Associazione Teatrale Pistoiese. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.
Così lo stesso Cecchi illustra lo spettacolo: “Illiria. Il Duca e la Contessa hanno due tenaci fissazioni: il Duca si è fissato sulla Contessa perché lei non ne vuole sapere; la Contessa si è fissata sul fratello morto, al quale vuole restare fedele per sette anni. Con questi due begli esemplari di nevrosi narcisistica, tutto resterebbe nell’immobilità e addio commedia. Ma il Destino – e Shakespeare – fanno scoppiare una tempesta: una nave fa naufragio, dal quale si salva una ragazzetta di nome Viola (Eugenia Costantini). Nel naufragio ha perduto un fratello. La ragazzetta si trova sperduta in Illiria; ma è piena di risorse (vecchiotte, a dir la verità: Plauto, gli Italiani, già Shakespeare in commedie precedenti) e decide di travestirsi da ragazzo e di diventare il paggio del Duca. Il Duca lo prende in grande simpatia (il paggio-ragazza si innamora tambur battente di lui) e decide di farlo diventare il suo messaggero d’amore con la Contessa. La Contessa si innamora subito del paggio e le cose si metterebbero male perché il paggio è una femmina e al tempo di Shakespeare i matrimoni gay, o almeno i pacs, non erano previsti. Ma il Destino e Shakespeare hanno risparmiato il fratello del paggio-ragazza, il quale, essendo suo gemello, è tale e quale alla sorella-fratello (…). Questo è il plot principale. Ma ce n’è un altro, forse più importante. È un plot comico e si svolge alla corte della Contessa: lo zio ubriacone (Vincenzo Ferrera) e l’astuta dama di compagnia (Daniela Piperno); un maggiordomo (Carlo Cecchi) e un cretino di campagna che spasimano ambedue per la Contessa e, non poteva mancare, il fool. Malgrado la sua funzione comica, questo plot ha uno svolgimento più amaro: la follia che percorre la commedia, come in un carnevale dove tutti sono trascinati in un ballo volteggiante, trova il suo capro espiatorio nel più folle dei personaggi: il maggiordomo, un attore comico che aspirava a recitare una parte nobile, quella del Conte Consorte (…). La scena reinventa unespace de jeu che permetta, senza nessuna pretesa realistica o illustrativa, il susseguirsi rapido e leggero di questa strana malinconica commedia, perfetta fino al punto di permettersi a volte di rasentare la farsa.”
CARLO CECCHI. Figura di primo piano nel panorama teatrale nazionale, Carlo Cecchi frequenta l’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica come attore all’inizio degli anni Sessanta, successivamente viene influenzato dal Living Theatre, lavora a lungo con Eduardo De Filippo. Stringe un sodalizio artistico con la scrittrice Elsa Morante e con il critico Cesare Garboli. Dal 1968 dirige molti spettacoli e interpreta molti ruoli. Memorabili le sue interpretazioni di numerose opere Shakespeariane: da La tempesta adAmleto (in più di una versione), dal Sogno di una notte d’estate a Misura per misura. Il suo repertorio è però vastissimo e spazia da Beckett (indimenticabile un suo Finale di partita) a Pirandello (memorabile il Sei personaggi in cerca d’autore, in tournée per 4 stagioni), da Cechov a Molière a numerosi altri autori contemporanei portati da lui per la prima volta in scena in Italia. Analoghe considerazioni valgono per il cinema, dove va ricordato in particolare per Morte di un matematico napoletano di Mario Martone e dove ha lavorato con registi come Bernardo Bertolucci (Io ballo da sola), Pupi Avati, Ferzan Ozpetek e Cristina Comencini e nell’opera prima di Valeria Golino Miele, presentato al Festival di Cannes lo scorso Maggio. È vincitore di 5 premi UBU, l’ultimo dei quali nel 2013 come miglior attore protagonista per La serata a Colono di Elsa Morante, diretto da Mario Martone.
Associazione Teatrale Pistoiese
Prevendita: Biglietteria Teatro Manzoni 0573 991609 – 27112 (dal martedì al giovedì 16/19 e venerdì-sabato 11/13 e 16/19), on line su www.teatridipistoia.it ewww.boxol.it