Teatro: asciugarsi le lacrime con il (vero) fazzoletto di Marilyn

Parigi – E se Marilyn Monroe non fosse morta? A riportarla in vita ci ha pensato a Parigi Attilio Maggiulli, il fondatore, regista e autore della “Comédie italienne” il teatro che, scriveva Guido Ceronetti, ha fatto della “tenace caccia alle sovvenzioni una singolare forma drammatica, animata dalla volontà di vivere ad ogni costo”.

Grazie a questa indomita volontà, come un’araba fenice la “Comedie Italienne” riesce sempre a risorgere nonostante le battaglie finanziarie si siano andate col tempo inasprendo tanto da far temere più volte la sua chiusura. Un paio di anni fa infatti sembrava che lo stesso Maggiulli, scoraggiato dall’insensibilità dei poteri pubblici che avevano chiuso i rubinetti delle sovvenzioni e oberato dai debiti, fosse sul punto di gettare la spugna.

E invece, forte anche del sostegno morale e anche materiale di irriducibili ammiratori e di quella che Maggiulli definisce “ la complicità di un banchiere che ama l’arte” il teatro ha miracolosamente riaperto i battenti per offrire ai parigini un nuovo scintillante spettacolo. Una brillante pièce ispirata da un fazzolettino di seta appartenuto a Marilyn Monroe, diventato un “portafortuna”  del regista, che lo aveva avuto in dono dal grande gallerista Leo Castelli quando nel 1983 quando si trovava a New York per aprire un piccolo teatro.

La genesi della pièce, intitolata appunto “Il fazzoletto di Marilyn Monroe” nasce, racconta Maggiulli, da una conversazione tra amici in cui erano state espresse perplessità sulla morte dell’attrice americana. Così ritroviamo sul palcoscenico una Marilyn ormai ultranovantenne, quasi cieca ma piena di ricordi e di gioia di vivere nonostante gli anni e gli acciacchi.

Le è vicina una nipote, all’oscuro di tutto che la incalza per sapere chi sia. Così poco a poco, attraverso i ricordi,  ripercorriamo i successi, i dolori e gli amori dell’attrice cui dà vita con strabiliante bravura Hélène Lestrade. Un exploit, quello dell’attrice, che è davvero impressionante per intelligenza e finezza.

Una performance che rende credibile il testo: Marilyn non sarebbe morta ma, incinta di John Kennedy,  sarebbe stata rapita e rinchiusa per anni per impedire di nuocere alla carriera politica del presidente.  La figlia, nata da questo amore pericoloso, sarebbe stata nascosta in Sicilia.

Lina, la nipote che ora assiste Marilyn, sarebbe sua figlia. Prima che si chiude il sipario Lina, la brava Valentina Vandelli, ci svela però che ci troviamo in una casa di cura per matti. C’è un però:  a pagare le spese del ricovero ci pensa un assegno firmato da Joe di Maggio, il secondo marito di Marilyn. A chi credere dunque?

Foto. il fazzoletto di Marilyn Monroe

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