Tagliare le tasse o sostituirle? Va bene, purché il gettito dei Comuni resti invariato. E’ più o meno questa la linea del sindaco di Bologna Virginio Merola di fronte alla babele di dichiarazioni, smentite e appelli che sta accompagnando l’iter di approvazione della legge di stabilità e le garanzie del premier Letta sulla seconda rata dell’Imu. Che, garantisce il Presidente del Consiglio, non andrà pagata, benché le coperture siano ad oggi piuttosto virtuali.
Anche per questo Virginio Merola chiede garanzie sulla totale copertura statale dei soldi che verranno a mancare nelle casse comunali. E per totale, intende anche la differenza tra l’aliquota applicata nel 2012 e quella decisa – prima dell’annunciata abolizione – per il 2013. Uno scarto che per Palazzo d’Accursio vale circa 17 milioni di euro.
Una proposta che non tenesse conto dell’aumento dell’aliquota per la prima casa cui sono state costrette le amministrazioni, “sarebbe irricevibile: ci sarà la ribellione di tutti i Comuni”, avverte Merola, che intanto ha firmato un documento assieme alle principali associazioni di categoria (Cna, Confesercenti, Ascom, Confartigianato, Ance, Unindustria, Alleanza delle cooperative) – oltre a Cgil, Cisl e Uil e Camera di Commercio – in cui chiede al governo modifiche alla legge di stabilità e rispetto degli impegni presi con i Comuni.
“I Comuni aumentano le tasse perché sono aumentati i tagli – protesta Merola – il Comune di Bologna in due anni e mezzo ha avuto 150 milioni di tagli e di tasse. E’ evidente che siamo in difficoltà su un bilancio di 580 milioni. Per cui abbiamo dovuto cedere e nel 2013 abbiamo aumentato l’Imu sulla prima casa. Oggi si vuole togliere l’Imu: va benissimo, prendiamola come una cosa buona, anche se discutibile, però ci date i soldi del mancato gettito Imu”. Il Comune non ci sta, infatti, a rivestire i panni di chi inasprisce la pressione fiscale sui cittadini. “Stanno dicendo alla gente che il governo taglia le tasse e poi è colpa dei Comuni se queste aumentano. E’ una presa un giro, un gioco ridicolo, sul quale non sono più disponibile a metterci la faccia. Questa storia deve finire”.
Il governo pare sia pronto a mettere sul piatto un miliardo, ma anche in questo caso, avverte Merola, è fondamentale “come si fa: perché se si fanno parti uguali tra disuguali è un conto, se si considera la capacità di spendere dei Comuni è un altro conto”.
Il documento firmato con associazioni e sindacati guarda anche al prossimo anno: se la legge di stabilità non viene modificata l’amministrazione per il 2014 potrebbe trovarsi nella “necessità di elevare al massimo l’aliquota Tasi sulla prima abitazione” e maggiorarla dell’1% sugli altri immobili.