Tasse, i cittadini dell’Emilia-Romagna tra i più tartassati

Iniziativa della Cisl regionale con richiesta al presidente Stefano Bonaccini: non aumentare le imposte, migliorare i servizi.

«Troppe tasse per gli emiliano-romagnoli». Lo segnala la Cisl regionale, citando i dati della sua campagna nazionale “Per un fisco più equo e giusto”.

L’iniziativa ha raccolto 30 mila firme in Emilia-Romagna, al 31 luglio scorso. Secondo un’elaborazione su dati Istat e del ministero dello Sviluppo economico, relativa al 2014, il contribuente emiliano-romagnolo medio ha pagato al fisco circa 10.500 euro di tasse (8.500 vanno allo Stato) contro una media nazionale di 8.900 euro. Questo anche per via di un Pil regionale pro capite e di servizi erogati un po’ più alti della media, ma anche così secondo la Cisl è troppo. Nel periodo 2012-2014, infatti, l’aumento della pressione fiscale si sarebbe tradotto in un maggior esborso di 125,43 euro all’anno. In sostanza, nel 2015 un operaio con moglie e figlio a carico e un piccolo appartamento in proprietà da 90 metri quadri «ha lavorato per il fisco» fino al 13 maggio (132 giorni). Tuttavia, il Pil pro capite regionale è a sua volta diminuito a causa della crisi, dai 33.093 euro del 2012 ai 32.602 del 2014, mentre la spesa media mensile di una famiglia di due persone (2.875 euro contro i 2.366 a livello nazionale) è scesa del 5,3% rispetto al 2007. A tutto ciò va aggiunto che l’Emilia-Romagna ha prodotto nel 2013 un residuo fiscale di 18 miliardi, ovvero ogni cittadino della regione ha dato in solidarietà al resto del Paese oltre 4.100 euro all’anno.

Il segretario regionale Cisl Giorgio Graziani va in pressing sul governatore Stefano Bonaccini considerando anche l’ultima classifica a tema pubblicata dal Sole 24 Ore, che ha collocato l’Emilia-Romagna solo al 14esimo posto in Italia dal punto di vista del rapporto tra tasse e servizi erogati. «Questa classifica – osserva Graziani – ci dice che stiamo sfumando l’attenzione sulla capacità di usare al meglio le risorse che abbiamo, su questo stimoliamo Bonaccini dopo il patto per il lavoro. Non gli chiediamo di abbassare le tasse, ma di non alzarle, e di aumentare la qualità dei servizi. Tutte le risorse Ue le spendiamo. Bene anche i recenti 100 milioni stanziati contro il dissesto idrogeologico e ora speriamo parta anche qualche cantiere, ma alla fine si tratta di soldi che in un qualche modo arrivano sempre dalle tasse».

Sul modello da seguire Graziani cita il predecessore di Bonaccini: «Nel 2007 con Errani accettammo di concordare un aumento delle addizionali regionali a condizione di più risorse al welfare, infatti l’Emilia-Romagna è stata la prima Regione ad istituire un fondo per la non autosufficienza».

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