L’effetto Renzi, così come peraltro tutti quelli che l’hanno preceduto, di qualsiasi colore politico, non ha avuto benefici sulle tasse che gli italiani devono pagare. Anzi. Le tasse sono aumentate, soprattutto sulla casa, del +115% dal 2011 al 2014. Il peso delle imposte locali invece, sul Prodotto interno lordo è più che raddoppiato dal 1995, dal 2,9% al 6,5. E se nei prossimi anni, nonostante qualche timido segnale di ripresa, scattassero le clausole di salvaguardia della legge di Stabilità 2015, dovremmo pagare all’Erario, complessivamente, oltre 72 miliardi.
Insomma un bollettino di guerra quello stilato da Confcommercio-Cer nell’indagine su “finanza pubblica e tasse locali”. Solo nel 2014 l’aumento della tassazione sul mattone ha raggiunto un +14,7% rispetto al 2013, così come sono aumentati balzelli sulla casa nonostante la girandola del cambiamento delle sigle delle varie imposte. La pressione fiscale complessiva media, tenendo conto anche dei balzelli locali, è arrivato a quasi il 44% nel 2014.
Ciononostante, secondo l‘Istat, la fiducia dei consumatori a febbraio mette a segno un balzo, con l’indice che misura l’ottimismo che sale a quasi 111 punti. Si tratta del dato migliore dal giugno del 2002, ovvero da quasi tredici anni.