Non mi meraviglia che la maggioranza dei cittadini non abbia familiarità con le norme in materia. È ovvio, perché a mio parere non c’è motivo. Ciò che mi lascia invece stupita è che finora non ho sentito alcun obiezione da parte dei parlamentari, dei funzionari del Ministero dell’Interno o dai responsabili degli Uffici per l'Immigrazione delle questure italiane. Il fatto sta che esiste già il diritto alla cittadinanza per stranieri nati sul suolo italiano! Cito dal sito del Ministero Dell’Interno:
Nuove norme sulla cittadinanza.
PER RESIDENZA IN ITALIA (Art. 4, c.2 e art. 9 della Legge 91/92 e successive modifiche e integrazioni)
La cittadinanza, ai sensi dell' articolo 4, c.2 e dell'art. 9, della Legge 91 del 5 febbraio 1992 e successive modifiche e integrazioni, può essere concessa:
– Allo straniero che risiede legalmente da almeno 10 anni nel territorio italiano (art. 9 c. 1, lett. f)
– Allo straniero nato in Italia, che vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino al raggiungimento della maggiore età, se dichiara di voler acquistare la cittadinanza italiana entro un anno dalla suddetta data (art. 4, c. 2).
Piuttosto chiaro direi. Il problema risiede nel fatto che nessuno lo sa: neanche i funzionari che lavorano agli sportelli della Questura. O forse non vogliono (non possono) dirlo? E l’ho sperimentato sulla mia, per modo di dire, pelle. Quando mia figlia ha compiuto 18 anni e si è recata in Questura per ottenere il suo permesso di soggiorno, nessuno l’ha informata di questa possibilità. Invece, più tardi, ha dovuto sottostare all’iter burocratico – durato quattro anni – per ottenere ciò che avrebbe potuto avere in dieci minuti. Pazienza, acqua passata, lieto fine e così via. Per quelli che richiamano le norme americane e inglesi, vorrei offrire qualche punto di riflessione. La legge americana risale alla fine del settecento, quando era molto difficile arrivare in America e il paese aveva bisogno di popolarsi. Era quasi altrettanto difficile arrivare in Inghilterra fino a poco tempo fa – attraversare La Manica non era un’impresa da tutti (neanche Napoleone!) L’Italia è molto più raggiungibile, e non può e non deve diventare il cosiddetto “punto nascita” per il mondo. Modificando la legge in modo da concedere automaticamente la cittadinanza a chiunque nasca qui non sarebbe un atto saggio. La legge com’è redatta ora concede il diritto ai figli nati da persone con regolare permesso di soggiorno. Quella proposta da Bersani, la darebbe anche ai figli di clandestini, e cerchiamo di essere onesti: non tutti i clandestini sono poveri, buoni e vittime di regimi crudeli (ah già le legge 91/92 comprende disposizioni per i figli di rifugiati, ecc.). In America il problema degli arrivi per partorire è limitato ai messicani, che attraversano il confine anche a piedi. Per altre è pressoché impossibile perché le compagnie aeree non accettano passeggeri negli ultimi mesi di gravidanza. In Italia si può arrivare quasi a nuoto. Quello che serve prima di tutto direi è addestramento per i funzionari addetti, per gli stranieri, e direi anche ordini per gli impiegati dei comuni che registrano gli atti di nascita…sarebbe troppo semplice dire “Signora, si ricordi che quando il bambino compie 18 anni ed è ancora residente in Italia potrà ottenere la cittadinanza in modo semplice e veloce.”
Prima di guastare le cose buone che abbiamo, cerchiamo di conoscerle meglio.
Julia Hanna Weiss