Tagli alle classi, un centinaio in presidio, genitori, insegnanti e lavoratori insieme

Firenze – Un folto presidio al di là delle aspettative delle stesse Rsu comunali che lo avevano organizzato, un centinaio di persone fra genitori e insegnanti, oltre ovviamente ai rappresentati sindacali e agli operatori, si sono ritrovati oggi sotto le finestre di Palazzo Vecchio, a consiglio comunale in corso, insieme ai componenti di Priorità alla scuola. Oggetto del presidio, l’annunciato taglio di 4 sezioni della scuola comunale, avviati in 4 scuole diverse, esattamente gli istituti Pio Fedi, Vittorio Veneto, Capponi e Lavagnini. Inoltre, sotto l’attenzione dei sindacati, anche la paventata eliminazione delle cosiddette 35 ore, frutto di un accordo sindacale, e, spiega il coordinatore delle Rsu Giacomo Giugni, “rivedere il rapporto delle ore non frontali degli insegnanti”.

Le Rsu, con una piccola rappresentanza di genitori e con Priorità alla scuola, ha incontrato i capigruppo consiliari, insieme alla vicesindaca Alessia Bettini e al presidente del consiglio Luca Milani. Nell’incontro, i capigruppo hanno preso l’impegno di portare all’attenzione della giunta appena possibile la questione dei tagli delle sezioni, cercando di esplorare, secondo le richieste delle Rsu, tutte le soluzioni possibili per evitare ciò che si tradurrebbe, se attuato, in “una riduzione del servizio per gli utenti e la perdita di almeno 8 posti di lavoro, oltre alle tante incertezze su ricollocamenti e trasferimenti” che verrebbero naturalmente in essere. Inoltre, è stato preso l’impegno di un nuovo incontro con la commissione istruzione e lavoro. La “novità” della vicenda rispetto ad altre occasioni, come puntualizza Giuseppe Cazzato, Rsu Cobas, “è che questa volta utenza e lavoratori sono sulla stessa lunghezza d’onda”.

Una precisazione che non è solo una sensazione, come provano le parole di alcuni genitori presenti al presidio. Come dice Silvia ….., madre di un bimbo che frequenta la Vittorio Veneto, nel quartiere 1, “abbiamo saputo la notizia della chiusura della classe, che secondo noi è abbastanza grave perché al di là del calo demografico, le iscrizioni hanno avuto solo una lieve flessione, è la posizione della scuola che è una posizione centrale e quindi a settembre ci sono sempre iscrizioni all’ultimo minuto, vista l’utenza, che è piuttosto mobile. Chiudere delle classi inoltre significa mettere altri bambini in classi che si aggirano sempre sui 18 alunni, dunque gestibili e magari con la possibilità di essere seguiti con più attenzione e fare attività diverse”. Quindi, continua Silvia, non solo vengono tagliati dei posti per i bambini e per i lavoratori, ma si rischia anche la perdita della qualità di una scuola fiore al’occhiello, da sempre, del comune di Firenze.

Il taglio, che secondo l’amministrazione avrebbe carattere temporaneo, porterebbe, secondo i genitori e gli operatori, non solo una minore qualità del servizio, ma anche la creazione di classi più numerose, con tutte le criticità che ciò comporta. La decisione dell’amministrazione sarebbe collegata alla diminuzione della natalità, secondo calcoli che vengono messi in discussione un po’ da tutti i protagonisti del presidio, genitori compresi, come spiega Costanza Margiotta, di Priorità alla scuola: “ll taglio è fatto su calcoli compiuti in primavera, quando è noto a tutti che gli iscritti nelle scuole giungono anche a settembre, a gennaio, a volte anche a febbaio marzo, ed è fatto, i calcolo, senza considerare il futuro, senza sapere dunque se il tasso di natalità si alzerà; l’amministrazione giustifica il taglio dicendo che è temporaneo, ma purtroppo in questo Comune, tutte le volte che è stata millantata temporaneità,  le cose si sono strutturate e son diventate definitive, come l’appalto alle cooperative per le scuole”.

Non solo. “Un altro dato importante, è che per decreto ministeriale le scuole paritarie vengono finanziate dallo Stato, per ogni classe formata di 15 bambini. L’amministrazione sostiene che non possono formare classi con meno di 18 bambini. O la legge dello Stato vale per tutti, o c’è una discriminazione fra scuole private e scuole pubbliche”. Se il meccanismo fosse quello descritto, va da se’ che la discriminazione peserebbe dal lato delle scuole pubbliche.

Ed ecco cosa chiedono le Rsu, oltre alla ricerca di soluzioni diverse ripetto al taglio delle 4 sezioni e la riduzione del servizio, con il rischio di trovarsi con troppi bambini nelle classi delle scuole interessate: affrontare  e risolvere le problematiche sollevate, superare l’appalto del servizio attraverso la reinternalizzazione, riconoscendo il servizio prestato ai fini del concorso per gli insegnanti di cooperativa, prevedendo nel frattempo migliori condizioni retributive.

Circa il livello più prettamente sindacale, “Il 16 maggio avremo un incontro per confrontare le nostre proposte con quelle dell’amministrazione – conclude il coordinatore dell’Rsu Giugni – sicuramente i nostri punti fermi sono mantenere l’accordo sindacale delle 35 ore per gli esecutori che l’amministrazione vuole disdettare”. Così, si andrebbe, circa i tagli delle classi, all’incontro presso la commissione consiliare istruzione. Le Rsu sono pronte “nel caso il confronto non vada a buon fine, a proseguire le agitazioni sindacali, come indicato dalle assemblee che abbiamo avuto con tutto il personale scolastico”.

 

 

 

 

 

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