Sono Suv e auto di grossa cilindrata, ma pagavano imposte in forma ridotta, o non le pagavano affatto. Un’operazione della Guardia di Finanza bolognese ha portato alla luce una truffa da più di 4,5 milioni di euro. La causa risiede nel mancato pagamento dell’imposta provinciale di trascrizione e della tassa di possesso per 2.500 auto di grossa cilindrata. Le indagini, condotte dai militari del nucleo di Polizia tributaria, sono partite da un procedimento penale, ora prescritto, nei confronti del direttore, del vice direttore pro tempore e di altri sette funzionari dell’Ufficio provinciale della Motorizzazione civile di Bologna per i reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e truffa aggravata.
Su delega della Procura regionale della Corte dei Conti, i finanzieri hanno svolto ulteriori approfondimenti investigativi per verificare l’esistenza di un danno erariale nel comportamento dei dipendenti pubblici coinvolti. Le indagini hanno quindi appurato che i due dirigenti, in concorso tra loro, su istigazione dell’amministratore unico di una società bolognese fornitrice di un kit da installare sulle autovetture da immatricolare “per ufficio”, avevano disposto che i tecnici loro subordinati effettuassero gli atti di collaudo relativi agli autoveicoli in questione (spesso Suv di grossa cilindrata) nonostante questi non presentassero i requisiti necessari per beneficiare del pagamento in forma ridotta dell’imposta provinciale di trascrizione e del bollo auto.
Il kit infatti – composto da un piccolo piano di appoggio, un paio di cassetti ed una presa elettrica per computer – non era fisso bensì rimovibile e quindi non idoneo a costituire un equipaggiamento “ad uso speciale ufficio” del mezzo. Al termine delle indagini sono stati pertanto segnalati alla Procura regionale della Corte dei Conti dieci pubblici funzionari della Motorizzazione, compreso uno per il quale il reato risultava già prescritto all’epoca delle indagini penali.