Suoni Riflessi 2018: quando la musica incontra la vita

Firenze – La Camerata Strumentale di Prato con Mario Ancillotti e Silvia Tocchini apre il festival “Suoni riflessi” la  manifestazione musicale dell’Ensemble Nuovo Contrappunto, diretto da Mario Ancillotti affiancato dal pianista Matteo Fossi, giunto alla sua sedicesima edizione.

Tanti appuntamenti musicali dal 21 ottobre al 18 novembre con una forte connotazione eclettica e innovativa non solo per i suoi contenuti ma anche per la sua vocazione alla divulgazione didattica. “Ciò costituisce l’aspetto più affascinante e coinvolgente del festival e ha certo avuto un ruolo chiave nel sempre maggior successo di pubblico, che partecipa soprattutto iscrivendosi ad Amici di Suoni Riflessi, e nell’incremento dei finanziamenti ottenuti da parte di enti pubblici e privati”, ha spiegato il nuovo presidente dell’Ensemble Nuovo Contrappunto, Sergio Capaccioli.

Nei concerti della domenica mattina ore 11 in Sala Vanni,  il 21 ott. “Musica allo Specchio”, si inizia con la Camerata Strumentale di Prato. In programma Bach, Strawinsky, Rossini/Corghi che si susseguono fra imitazioni, rimandi e reciproci sguardi ironici e affettuosi.

Il 28 “Musica….in Gioco”: sarà la volta di Stefano Bartezzaghi, intellettuale in questo caso musicale, dato che ha scomodato il Mozart che si diverte a giocare ai dadi col pubblico, assieme a Rossini, Satie, Reich, Zivkovich, che invece giocano coi pianoforti e le percussioni di Matteo Fossi e Federico Poli.

Il 4 novembre (Massimo Quarta …suona) è la volta di uno dei maggiori violinisti viventi, che nella falsariga di ciò che è avvenuto negli anni scorsi con Sollima e Masi, si affiancherà ad alcuni giovanissimi musicisti dell’Ensemble Suoni Riflessi e a Fossi per realizzare musiche di Rossini, Paganini, Beethoven.

L’ 11 novembre “Ovunque, fuori dal Mondo”, vedrà un omaggio a Debussy nel centenario della morte: le ultime tre sonate, testimonianza finale di un uomo minato dalla malattia e sconvolto dalla guerra. L’esecuzione delle sonate sarà contrappuntata da letture di Debussy stesso e Proust da parte di uno degli attori più impegnati ed amati del panorama italiano: Luigi Lo Cascio.

Anche i tre concerti del giovedì presentano pezzi  di rara fruizione: il 25 ottobre in sala Vanni alle ore 19,“Tempo Reale” una collaborazione con altra eccellenza fiorentina, ci sarà il confronto fra quello che è percepito come lo strumento più romantico ed effusivo, il violoncello di Michele Marco Rossi, e l’elettronica declinata nelle sue diverse tecniche. Giovedì 8 novembre “Musiche dei Mondi”, un percorso con due strumenti a volte popolari, a volte aristocratici, il flauto di Ancillotti e la chitarra di Lorenzo Micheli, attraverso Brasile, Italia, Usa, Giappone, Argentina, India alla ricerca delle radici più autentiche della musica popolare autoctona con i compositori Villa Lobos, Castelnuovo Tedesco, Takemitsu, Piazzolla, Ravi Shankar. Infine, il 15 novembre un esperimento di musica dal vivo sul famoso film “Il gabinetto del dott. Caligari”, capolavoro del cinema espressionistico, con i fratelli Gotlibovich, Yuval e Jonathan, straordinari virtuosi di viola e violoncello.

Ci sono poi gli appuntamenti di  “Svelare la Musica”, ii preparazione e presentazione dei concerti, ingresso libero, che si effettuano in Sala Vanni alle 18 dei sabati precedenti ai concerti domenicali, che quest’anno si configurano più come “incontri con gli illustri ospiti” Bartezzaghi, Quarta, Lo Cascio, che affermano quanto sia importante per il pubblico conoscere i segreti del pensiero creativo, della composizione, della interpretazione.

Il finale (nei giorni 16, 17 e 18 novembre) di un Festival che quest’anno si presenta pieno di “stranezze” che planano fra progetti colti e “giochi” musicali e letterari sarà il Concorso Marcello Pontillo: “Un concorso musicale fuori degli schemi tradizionali – ha spiegato Ancillotti – I Concorsi sono concreto aiuto per ogni giovane carriera musicale, con pregi e difetti: fra i primi visibilità, opportunità, aiuto economico. Fra i secondi competitività, estrema specializzazione, ricerca di fredda perfezione”.

Il Concorso Marcello Pontillo (dal nome del presidente prematuramente scomparso) evita tutto ciò invitando i candidati a pensare un progetto dalla linea musicale coerente e valorizza la comunicativa, il pregio più apprezzato di ogni musicista, e obbligandoli a convincere il pubblico degli abbonati a Suoni Riflessi, coinvolto nel giudizio finale.

 

 

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