“Sul filo della musica”, Fieschi racconta se stesso e l’Italia

Reggio Emilia – Una serata particolare, per un libro particolare: si tratta della autobiografia del professor Roberto Fieschi, fisico di fama internazionale, che ha pubblicato “Sul filo della musica” per la casa editrice Stamp Editore, nella collana Ars Memoriae. L’occasione, la presentazione attuta venerdì scorso, alle 17,30, a Reggio Emilia, nei bellissimi spazi della Biblioteca Panizzi, Sala del Planisfero, storico centro di cultura e dibattito della città emiliana.

Si tratta dunque di una autobiografia, che ha alcune particolarità che la rendono non solo interessante, ma anche straordinariamente viva. Del resto, il professor Fieschi ha vissuto da protagonista indiscusso non solo le vicende della comunità scientifica nazionale ed internazionale, ma anche alcuni degli snodi fondamentali della nostra storia, dal dopoguerra alle ultime vicende.

Un libro accattivante sin dalla struttura, dal momento che è suddiviso non in ordine cronologico, ma per temi: famiglia, carriera scientifica, esperienza politica. con un colpo di genio, l’autore affida l’unità della sua vicenda esistenziale alla musica, vale a dire alle canzoni, alle filastrocche, nella convinzione che risieda proprio nella musica una delle più importanti strategie “acchiappa ricordi”, capace di far tornare alla mente non solo la “cronaca” di una vista straordinaria  e intensamente vissuta, ma anche le emozioni, il “sentire”, lo spirito delle epoche.

Roberto Fieschi, 89 anni, apre così la sua vicenda esistenziale con le note di “Faccetta nera” e delle canzoni di “propaganda” del fascismo per accompagnarci nel suo lungo viaggio che arriva oltre alle note delle canzoni di protesta degli anni ’70, al ripiegamento nel privato intimistico degli anni ’80, fino alla grande crisi valoriale che, innescatasi negli anni ’90 (la morte di Falcone e Borsellino, come ha osservato qualcuno, sono veramente uno spartiacque) giunge fino ai giorni nostri, trapassandoli.

In tutto questo, è la crisi intera di una società che viene registrata; dalla corruzione che con Mani Pulite sembra ricevere una battuta d’arresto per poi risorgere più trionfante di prima, allo tsunami che squassa la sinistra con la svolta della Bolognina, il mutare del Pci, l’apertura alla Dc “di sinistra”, fino all’implosione dapprima e all’esplosione poi, di una Sinistra sempre più frammentata, lacera e divisa. Un punto di vista, quello di Fieschi, privilegiato, dal momento che non solo ha fatto parte del Comitato Centrale del Pci prima che venisse abbandonato nome e memoria del Partito, ma anche per la sua appartenenza a una comunità scientifica capace di entrare profondamente nel dibattito della società (basti leggere il capitolo in cui il gruppo di scienziati di cui fa parte anche Fieschi scrive un bellissimo e coraggioso articolo pubblicato dall’Unità, per prendere le distanze dal “materialismo dialettico” applicato alla scienza). Il tutto scritto con l’oggettività dello scienziato, che tuttavia non dimentica le emozioni e la passione civile di cui il libro è intriso.

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