Sul filo del rosso, parata di Giani sui vaccini: “Draghi non si riferiva alla Toscana”

Firenze – La linea è quella della prudenza, a fronte della stabilità sostanziale dei dati della pandemia in Toscana (anche oggi più guariti che nuovi positivi, anche se i nuovi casi Covid sono più numerosi rispetto a ieri,  1.197 nelle ultime 24ore, con un nuovo calo però dei positivi, – 0,5 per cento rispetto alle ventiquattro ore precedenti), come già annunciato dopo l’incontro di ieri sera fra il sindaco Dario Nardella e il presidente regionale Eugenio Giani.

Ma se ci sono segnali che il rosso potrebbe ancora essere scongiurato, è sulla campagna vaccinale che oggi batte la polemica. Inevitabile, del resto, dopo le parole del presidente del consiglio Mario Draghi che si riferiva ai ritardi delle Regioni, puntando il dito contro la lentezza delle macchine vaccinali regionali in particolare per quanto riguarda la protezione immunitaria degli anziani. Non solo, Draghi denuncia anche le corsie preferenziali, a discapito della popolazione anziana e più a rischio, “in favore di gruppi che vantano priorità probabilmente in base a qualche loro forza contrattuale”. Il richiamo alle Regioni è dunque quello di attenersi alle priorità dettate dal piano nazionale delle vaccinazioni.

Ma la Toscana? Difficile ribattere al premier, con i numeri impietosi emersi ieri, che danno la Toscana migliore solo rispetto al Molise, ultimo della fila.

“Sicuramente il presidente Draghi non si riferiva alla Toscana- dice Giani – in quanto in Toscana abbiamo condotto la campagna vaccinale con estrema precisione, e sa benissimo che oggi in Toscana vengono distribuite 13mila dosi agli anziani che sono prenotati da 20 giorni, domani ne verranno distribuite 16mila, dopodomani 11mila. Sono le prenotazioni che noi abbiamo fatto con i medici di famiglia, dal momento che noi vogliamo dare qualità e quindi abbiamo voluto che le persone over 80 non si trovassero con un generico operatore che gli fa la puntura, con il conseguente ossibile contraccolpo psicologico; ho voluto che fossero i medici di famiglia che possono riceverli nei loro ambulatori, possono andare a domicilio, con i tempi giusti per offrire al servizio qualità oltre che quantità”.

Quanto al riferimento alla trasparenza dei dati fatto da Draghi, aggiunge il governatore toscano: “Vorrei precisare che in alcuni media si fa riferimento alla Toscana che avrebbe distribuito 90mila dosi agli over 80, mentre ieri la nosra Regione ne ha somministrati 106mila”. Inoltre, aggiunge Giani, “siamo stati la prima Regione a completare la prima distribuzione agli anziani over 80 in Rsa, che sono 11-12mila e siamo a tre quarti della seconda somministrazione”. Inoltre, nel contesto in particolare del settore sanitario, ci sono altri 4 mila circa over 80 che sono stati vaccinati nell’ambito delle categorie prioritarie.

Fra le categorie che in qualche modo si sono sentite messe da parte, oltre gli over 80, gli ultra o super fragili. “Finora – dice Giani – avevamo usato il metodo che ci ha posto fra le prime regioni italiane nella distribuzione dei vaccini ai super-fragili, attraverso le Asl, per giungere agli 80mila super fragili ella Regione. Si tratta di una categoria ben definita dalla circolare ministeriale, di conseguenza pensavamo di poter provvedere attaverso le Asl, dal momento che le Asl possiedono i nominativi dei vari pazienti affetti da patologie gravi. Quando le Asl hanno cominciato a chiamare i vari super fragili, hanno trovato spesso difficoltà, dal momento che molti lamentavano il fatto che con la telefonata potesse rendersi pubblica una patologia che non volevano rendere nota. Un sistema che, nell’arco di tre settimane, ci aveva portato a vaccinare solo 10mila persone su 80mila. Accanto a questo, abbiamo pensato di accelerare mettendo un sito di pre-registrazione su cui tutti coloro che vogliono precedere la telefonata della Asl, ed evitarne la telefonata non gradita, potessero iscriversi. Con questo sistema, oltre i 10mila già vaccinati, abbiamo consentito ad altri 15mla di accedere al vaccino”. Perché solo 15mila? “Non moltiplico i pani e i pesci – dice Giani – 15mila sono le dosi di Moderna che da Roma ci hanno inviato. Così, ad ora ci sono 15mila persone con la prenotazione in tasca, oltre ai 10mila già vaccinati attraverso telefonata Asl, e 55mila che sono in attesa”. Del resto, assicura Giani, appena arrivano le altre dosi si procederà alle nuove vaccinazioni.

“In questo momento – dice Giani, riferendosi ai dati del sito del Ministero – somministriamo oltre l’80% di quello che ci viene inviato, e quel 20% lo lasciamo per i richiami e per le emergenze. Del resto, ricordo che era stato raccomandato dalla gestione precedente, di non andare oltre il 70%. Noi, pur di distribuirli, ci attestiamo su una quota che va dall’80 all’81%”.

 

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