Lucca – Sul caso del detenuto di 25 anni che ieri si è suicidato nel carcere di Lucca (quinto caso, fa sapere il sindacato Sappe, in 7 giorni nelle carceri italiane) scatena una vera e propria “guerra” a livello politico. Anche perché nella sola Lucca nel 2012 sono stati 51 i detenuti che hanno cercato di togliersi la vita, salvati in tempo dai poliziotti penitenziari che anche ieri sono intervenuti, pur non riuscendo a impedire il decesso del giovane detenuto.
Sono i radicali, che per la loro lunga battaglia in favore dei diritti dei carcerati, sono i primi in trincea, a lanciare il primo attacco: “I proclami del governo Renzi sulla risoluzione del problema carcerario vengono quotidianamente sconfessati dai suicidi negli istituti penitenziari italiani: si tratta di un’emergenza ancora in corso che può essere risolta solo con i provvedimenti di amnistia e indulto”. E’ Maurizio Buzzegoli, segretario dell’Associazione radicale “Andrea Tamburi”, a commentare la notizia. E sul carcere toscano l’esponente radicale dice: “Secondo i dati del Ministero della Giustizia sono 141 i detenuti presenti a Lucca a fronte di una capienza regolamentare di 91 detenuti: nonostante il messaggio del Presidente Napolitano e la condanna della Cedu, la nostra politica continua ad infliggere trattamenti inumani e degradanti che inducono inevitabilmente a gesti estremi come quelli del 25enne lucchese”. E infine, una richiesta la rivolge alla Regione Toscana e al governatore Rossi: “Spero che dalla Regione ci si assuma un impegno concreto per far fronte al dramma carcerario convocando un consiglio regionale straordinario“.
Anche Andrea Marcucci, senatore del Pd a capo della commissione cultura di Palazzo Madama, interviene sul suicidio con una interrogazione urgente rivolta al ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Un giovane detenuto, recluso da meno di 24 ore, si è suicidato nel carcere di Lucca. Che cosa non ha funzionato nel meccanismo di sorveglianza e di sicurezza? Il governo avvii una indagine interna per affrontare risolutamente i tanti problemi della casa circondariale”.
Inoltre, Marcucci, lucchese d’origine, ricorda che la situazione dell’istituto San Giorgio è molto problematica “ per la vetustà della struttura, per l’assoluta inadeguatezza delle celle e delle aree di socialità, oltre che per il cronico sottodimensionamento degli organici della polizia penitenziaria. Il tema della dignità dei detenuti e della sicurezza va posto con grande forza”.
E tira anche una stilettata, il senatore del Pd, all’attuale governo cittadino e al sindaco Tambellini, suo compagno di partito, sostenendo che “è insostenibile anche l’assoluta marginalità del Comune di Lucca. Un ordine del giorno del consiglio comunale imponeva l’istituzione del garante dei diritti dei detenuti ed è rimasto lettera morta. La città è praticamente l’unica in Toscana a non avere una figura di garanzia e di verifica della situazione del carcere. Mi auguro che il sindaco Tambellini non ignori anche questo fatto drammatico”.