Sua Maestà l’i-Phone, feticcio dei comunicomani

Provate a fare un esperimento: procuratevi un vecchio gettone del telefono, quello in alpacca con le tre scanalature , e fatelo vedere a vostro figlio. Se ha meno di trent’anni lo guarderà con estremo sospetto. Se poi arriverete al punto da spiegargli, vedi, figlio mio, con questo un tempo si telefonava, cercherà di capire dove diavolo hanno nascosto il display: che miniaturizzazione diabolica, eh? Perché l’idea che un tempo ormai remoto la gente vivesse senza il telefono innestato dentro il mastoide oggi ai più sembra tanto assurda da appartenere alla speculazione romanzesca.

Il cellulare non è più un telefono, del resto, da molti anni. No; incarna il ruolo assieme di feticcio, di oggetto del desiderio, bacchetta magica, vaso di Pandora, televisione, droga, cintura di castità, megafono e gelato crema e fragola, ci vuole la panna montata? Sì, un ricciolo, grazie. E il massimo di questa tendenza freudiana è l’Oggetto per eccellenza: Lui, Sua Maestà l’i-Phone, che tutti fanno mostra di disprezzare come oggetto consumistico costruito sulle ceneri di schiavi bambini scava Coltan, salvo poi comprarlo con l’ansia di essersi alzati troppo tardi per la fila all’arrembaggio dell’ultima release. Salvo poi impestare l’etere con le proteste su quanto non è cambiato il prodotto i-Phone 6 rispetto alle precedenti versioni, i-Phone 5 ed i-Phone 4; lo schermo è più grande ma non così più grande da giustificare un cambiamento, il design è uguale, le funzioni pure. Che cosa cambia, in pratica? E’ indistruttibile, subbaqquo, sottile, levigato; tutte cose che in realtà non colpiscono né la vista né l’udito, specialmente quando le devi mostrare agli amici per farti figo. Quanto a colpire l’immaginazione, il cellulare subbaqquo capisci che è tosto quando qualcuno ti fa un gavettone o quando – succede molto più spesso di quanto non credereste – ti scivola nel water perché indulgevi alla chat anche durante le tue sedute fisiologiche. Ma se assolutamente non puoi vivere senza l’i-Phone, non c’è niente da fare.

Perché accontentarsi di un qualche suo rivale, tipo Nokia o Samsung che costano la metà e funzionano di gran lunga meglio? Perché spendere tre o quattrocento dollari in più per lo stesso identico prodotto di quanto non spendano negli Stati Uniti, nazione che come ben sappiamo è abitata da gente poco spendacciona per cui lì i prezzi li tengono bassi? Non sia mai. Puoi comprare l’ennesimo inutile giocattolo a un prezzo così alto da giustificare la spesa in quanto tale, lo compro perché posso. Non privartene. Non vorremmo mai che la tua immagine sociale ne risultasse così largamente compromessa da non poterti far vedere in giro a telefonare, semmai costretto a ricorrere alle superstiti cabine telefoniche che, isole del passato in un mare tecnologicus, si ergono solitarie sui nostri marciapiedi semidimenticati, elette a supporto degli ormai altrettanto inesistenti gabinetti pubblici o al limite utilizzati da Clark Kent e dal Dottor Who per le rispettive supereroistiche necessità.

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