Firenze – Torna in aula consiliare comunale il nodo studentati, che tante polemiche ha alzato in città rispetto anche all’ultima vicenda concernente la questione dell’ex immobile delle Poste di via Pietrapiana. Di fronte alle sollecitazioni sul tema avanzate dai consiglieri di Sinistra Progetto Comune Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, l’assessora Cecilia Del Re fornisce alcuni dati, che dovrebbero dar conto della decisione. Anche, se come segnalato da Stamp su queste pagine, l’atto che dà il via libera al progetto di via Pietrapiana, dunque l’annuncio da parte di Camplus dell’arrivo di un nuovo studentato nell’immobile ex Poste di proprietà privata, ovvero di Europa Gestioni Immobiliari, ha la sua prima genesi nell’atto di giunta approvato dal consiglio comunale dell’11 maggio 2020. Come dire, nulla di nuovo o che non fosse già noto.
In aggiunta, l’assessora Del Re sciorina alcuni dati interessanti: ““Su oltre 36mila studenti internazionali ospitati ogni anno a Firenze, sono 2600 i posti letto presenti negli studentati attivi, di cui peraltro sono solo tre privati e tutti attualmente fuori dal centro storico: fornire un quadro più ampio sulla presenza degli studenti stranieri in città e degli studentati esistenti è importante per contestualizzare il tema degli studentati in città oggetto di dibattito dopo l’annuncio di CampIus”. Dopo dunque aver evidenziato ciò che è trattato come colpevole carenza, ovvero la penuria di posti in letto in città per la folla degli studenti internazionali, l’assessora Del Re richiama proprio l’atto citato. “il Consiglio comunale ha approvato l’11 maggio 2020 la scheda del regolamento urbanistico con cui venivano individuate le destinazioni d’uso, ovvero 50% direzionale comprensiva delle attività private di servizio, 35% commerciale, 15% residenziale, che sono quelle anche oggi attualmente previste. Come illustrato più volte in sede di commissione Urbanistica, è ai sensi della normativa nazionale che nella destinazione d’uso direzionale possono rientrare anche gli studentati, mentre una norma del Ruc vigente prevede che all’interno degli studentati possano essere ospitate per 90 giorni all’anno anche non consecutivi persone diverse dagli studenti, previa presentazione di una scia allo sportello delle attività produttive: la ratio della norma è relativa al fatto che di solito nei mesi estivi gli studenti non alloggiano in queste strutture, che quindi rimangono vuote. Norma il cui controllo è appannaggio degli enti competenti, quali polizia municipale e guardia di finanza. La struttura e le regole di uno studentato – ha proseguito l’assessore Del Re – sono peraltro ben diverse da quelle di un albergo, perché è diversa la conformazione edilizia con le cucine condivise, gli spazi comuni, gli spazi studio e i servizi che sono totalmente diversi. L’immobile di via Pietrapiana è di proprietà privata, ovvero di Poste Italiane, attraverso Europa Gestioni Immobiliari, il soggetto privato che ne gestisce il patrimonio immobiliare, e che come abbiamo appreso anche noi nella comunicazione dei giorni scorsi ha deciso di inserire nell’immobile uno studentato. È lo stesso soggetto che ha attivato il secondo studentato in città, quello in via del Romito, che prevede anche agevolazioni in base al reddito e al merito”.
Tornando ai numeri, su cui l’assessora Del Re suggerisce di riflettere, “a Firenze ci sono 36535 studenti internazionali ogni anno, di cui 15mila delle università americane, 5296 dell’Università di Firenze, 1100 di Polimoda, 3809 della Fua, 3mila della Lorenzo dei Medici, 6500 delle scuole di lingua italiana come da studio recente di Marco De La Pierre e Marco Bracci (Study abroad in Italy) e da studio ‘Students and the city’ di Urban LIFE; poi, i numeri degli studentati privati a Firenze e dei posti letto qui presenti, dove abbiamo 633 posti letto, ai quali si aggiungono 1650 posti letto negli studentati pubblici e 260 all’interno di istituti ecclesiastici, per un totale di 2600 posti letto rispetto a un totale di oltre 36mila studenti presenti. Ad oggi abbiamo a Firenze tre studentati privati, tutti fuori dal centro storico, ai quali si aggiungeranno quelli non ancora attivi che saranno i primi ad aprire in centro storico, tra cui appunto quello di via Pietrapiana e quello di piazza Indipendenza”.
Ma si tratta di studentati, ovvero accoglienza per studenti, o di strutture turistico ricettive? E a quale fascia di studenti si rivolgono? Quanto a questo, l’assessora fa dei distinguo. “Per quanto riguarda i 90 giorni di ospitalità extra, questa previsione potrà essere rivista nell’ambito del prossimo Piano operativo, così come quella della convenzione per studenti con fascia di reddito particolarmente bassa, sulla falsa riga della norma che obbliga il privato che realizza nuove residenze a realizzare anche una parte di housing sociale. Non deve essere però il privato a sopperire ad esigenze a cui deve rispondere il pubblico: gli alloggi per studenti a canoni calmierati e le relative borse di studio sono necessarie per garantire il diritto allo studio, tanto che il tema degli alloggi per studenti è una delle linee guida del Pnrr”. Nel caso specifico degli Student Hotel, “è necessario precisare che si tratta di un’attività che prevede anche la destinazione d’uso turistico ricettiva oltre a quella direzionale, e quindi TSH non è solo uno studentato ma anche una struttura ricettiva a tutti gli effetti. E’ importante, come ha detto il sindaco Nardella, guardare a Firenze come a una città attrattiva per gli studenti grazie a tantissime università straniere, centri di formazione e scuole, per cui il tema dell’ospitalità di chi viene a studiare in città è un tema centrale che continueremo a monitorare nelle sue evoluzioni, nei numeri e nella sua localizzazione in città”.
Tirando le fila, l’assessora Del Re conclude: “Bloccheremo il cambio di destinazione d’uso a turistico ricettivo nel prossimo Poc, e stiamo già dicendo molti no: da Villa Basilewsky all’immobile in viale Spartaco Lavagnini all’ex Inps in viale Belfiore, solo per citarne alcuni. Non confondiamo però le due diverse utenze di alberghi e studentati, e i numeri alla base”.
“Capisco la preoccupazione della giunta, dell’assessora e del sindaco per gli studenti stranieri – commenta la segretaria regionale del Sunia, Laura Grandi – mi basterebbe solo che la stessa preoccupazione e sollecitudine fossero rivolti ai cittadini di Firenze che sempre più numerosi si ritrovano a combattere con cadute di reddito che producono sfratti e perdite del tetto sotto cui ricoverano la famiglia, senza alternative valide. Se si ha a cuore il problema dell’alloggio degli studenti stranieri, che rappresentano, se i numeri sono giusti, circa un 10% dell’intera popolazione cittadina sull’anno, tanto più si dovrebbe avere a cuore la sorte di quei cittadini che a Firenze vivono, producono o almeno hanno prodotto fino alla riduzione del lavoro o alla sua perdita, magari a causa della pandemia. Gli sfratti stanno procedendo, le soluzioni sono ferme. Il bando Erp, pur importantissimo, porterà sollievo almeno fra un anno. Nel frattempo?”.