Domenica al Franchi, in una partita di straordinaria importanza per la conquista di un posto in Europa, si sfideranno i due allenatori più giovani della serie A. Vincenzo Montella e Andrea Stramaccioni. Montella compirà a giugno 39 anni, Stramaccioni ne ha due di meno. L’allenatore della Fiorentina vanta anche un maggior numero di panchine nella massima divisione: 65 contro 33. Le presenze di Montella si dividono fra tre società: 13 nella Roma (stagione 2010-2011), 38 nel Catania, 24 nella Fiorentina. Stramaccioni, al contrario,si è seduto soltanto su una panchina:quella dell’Inter. Le due carriere hanno un paio di strane rassomiglianze: entrambi hanno fatto le loro prime esperienze di un certo interesse allenando i Giovanissimi della Roma; tutti e due hanno esordito in serie A in sostituzione dello stesso tecnico: Claudio Ranieri. Ben diverso il loro “curriculum” da giocatori. Montella è stato un grande con 470 presenze in partite ufficiali, divise tra Empoli, Genoa, Sampdoria, Roma, Fulham e nazionale azzurra. Giocava da centravanti e in quelle 470 partite realizzò la bellezza di 247 gol. Un bilancio straordinario. Stramaccioni, al contrario, ha giocato al massimo nella Primavera del Bologna (stagione 2004-2005) e fu costretto a interrompere la carriera per un gravissimo incidente in una gara di Coppa Italia del Lega Pro contro l’Empoli. Il suo ruolo abituale era quello di centrocampista. Nel girone d’andata Stramaccioni e Montella si sono sfidati a San Siro.Vinse l’Inter per 2-1, ma quella fu una delle rare sconfitte della Fiorentina prima del gennaio nero. Montella ha fatto più gavetta prima di affermarsi. L’intero campionato alla guida del Catania è stata per lui un’esperienza utilissima e positiva. Stramaccioni, sfortunatissimo come calciatore, è stato invece fortunato come tecnico. L’episodio decisivo è stato la presenza di Moratti a un torneo giovanile vinto all’estero dall’Inter di “Strama”,l a Next Gen Series, considerata una specie di Coppa dei Campioni per formazioni Primavera. Quella vittoria entusiasmò il presidentissimo nerazzurro che, al momento dell’esonero di Ranieri, si ricordò di quel giovanissimo allenatore e tra la sorpresa generale decise di affidargli la prima squadra.
Se le carriere dei due tecnici presentano singolari coincidenze, ben diversa è la loro concezione del calcio. Stramaccioni non nasconde che il suo idolo è Mourinho per il quale in qualsiasi partita conta soltanto il risultato, da raggiungere in qualsiasi maniera. Montella, all’opposto, ha scelto subito la strada del gioco. Per lui è bellissimo vincere, ma è altrettanto bella la ricerca dello spettacolo. La Fiorentina per tutto il girone d’andata è stata la squadra più elogiata per il gioco offerto in ogni partita, anche in quelle in cui il risultato era importantissimo. Anche nelle sconfitte ha sempre lasciato il campo a testa alta.Uno dei suoi pregi è stato quello di affidarsi ai giovani. Per l’Inter (anche perché è partita con ambizioni largamente superiori a quelle della Fiorentina) le critiche hanno superato gli elogi e il gioco ha lasciato molto a desiderare. La posizione di Stramaccioni è stata anche in bilico e Moratti è dovuto intervenire qualche volta in suo favore per salvarlo dagli strali degli opinionisti e dei tifosi.Con “Strama” si sono schierati anche i tanti giocatori della vecchia guardia (Zanetti, Cambiasso, Cassani, Milito, Samuel) che nell’ambiente nerazzurro conservano un peso determinante.
Per gran parte del campionato la Fiorentina è stata davanti all’Inter in classifica, ma ora le parti si sono invertite. L’Inter ha 43 punti (a una sola lunghezza dal terzo posto), la Fiorentina si è bloccata a quota 39 dopo la sconfitta con la Juve. Per i viola, forse ,passa l’ultimo treno per nutrire ancora ambizioni Champions. Montella ha una sola strada: prendersi la rivincita su Stramaccioni, l’unico suo collega più giovane. L’impresa è difficile, ma non impossibile.Quello che è accaduto fino a dicenbre inoltrato non può essere considerato soltanto un lontano ricordo.
Raffaello Paloscia