Oggi la sentenza della Corte internazionale di Giustizia secondo la quale l'Italia ''ha mancato di riconoscere l'immunità riconosciuta dal diritto internazionale'' a Berlino per i reati commessi dal Terzo Reich, ossia la richiesta di indennizzi per i fatti avvenuti tra il settembre del 1943 e il maggio 1945 violano "l'immunità giudiziaria" di cui gode la Germania moderna. Queste le motivazioni per la quale la Corte internazionale dell'Aja ha accolto il ricorso della Germania contro l'Italia. L'Italia con la sentenza della Corte di Cassazione del 21 ottobre 2008 condannava la Germania a risarcire nove familiari di vittime della strage nazista perpetrato il 29 giugno 1944 nei comuni di Civitella, Cornia e San Pancrazio. Dal punto di vista del governo tedesco la sentenza del 2008 ha consentito l'apertura di un'infinità di richieste di indennizzo di parenti delle vittime delle stragi naziste, violando la Convenzione dei Vienna del 1961 e il Trattato di pace stipulato con l'Italia. La Germania si è allora rivolta alla Corte dell'Aja e il 12 settembre 2011 si è aperta alla Corte internazionale di giustizia dell'Aja la causa intentata dalla Germania contro l'Italia.
La Corte internazionale dell'Aja, che già nel luglio 2010 ha respinto con 13 voti su 14 il ricorso dell'Italia giudicandolo "irricevibile", stabilisce ora il blocco delle indennità alle vittime italiane dei crimini nazisti, ribadendo nella sua sentenza che queste sono in violazione dell'immunità legale internazionale che la Germania ha ottenuto per i crimini commessi dal nazismo.
Riguardo a tutti i crimini nazisti la posizione del governo italiano è stata quella di trattarli come "crimini internazionali" il cui giudizio non può che essere al di sopra delle immunità nazionali, e per questo ha chiesto alla Germania di pagare gli indennizzi, decisi dai suoi tribunali, per le vittime di crimini nazisti. Berlino aveva deciso di ricorrere alla Corte Internazionale di Giustizia, in seguito ad alcune cause di risarcimento promosse contro la Germania da ex-internati (soprattutto ex-internati militari italiani) e familiari di vittime delle stragi naziste nei tribunali italiani. Cause sostenute dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione italiana la quale ha riconosciuto la competenza del giudice italiano nel risarcimento.
Le reazioni
Il ministro degli Esteri Giulio Terzi, nel commentare stamani i contenuti della sentenza dell'Aja, ha dichiarato che essi "non coincidono con le posizioni sostenute dall'Italia", ed ha teso a valorizzare il fatto che la sentenza fa riferimento all' importanza dei negoziati tra le due parti (i due paesi) per individuare soluzioni. "In questo senso – ha precisato Terzi – l'Italia intende proseguire, come fatto sinora, ad affrontare insieme alla Germania tutti gli aspetti che derivano dalle dolorose vicende della Seconda Guerra Mondiale, in una prospettiva di dialogo e di tutela delle istanze di giustizia delle vittime e dei loro familiari''.
Il sindaco del Comune di Civitella Vla di Chiana, Ginetta Menchetti, ricordando che nell'eccidio di Civitella, Cornia e San Pancrazio del 29 giugno 1944 vennero trucidate 203 persone, tutte civili e in gran parte donne e bambini, spiega che il Comune, poichè sono state individuate le responsabilità, ha raggiunto l'obiettivo per il quale era intervenuto. Mentre lcuni familiari delle vittime della strage nazista, stando alle dichiarazioni del sindaco, si sarebbero attivate privatamente per avviare la richiesta di risarcimento.
L'associazione familiari vittime eccidi nazifascisti di Grizzana, Marzabotto, Monzuno e zone limitrofe rivolge un appello al governo italiano affinchè "si possa aprire velocemente un confronto" con il governo tedesco, lo "stato italiano non rimanga ai margini" della vicenda giudiziaria internazionale e si confronti con le associazioni dei familiari delle vittime degli eccidi, ''per riaffermare il diritto a veder riconosciuti i danni dell'occultamento dei fascicoli dell'indagine''.
Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista-Federazione della Sinistra si domanda se il governo avrà qualcosa da dire e qualifica la sentenza della Corte dell'Aja come "vergognosa". "Calpesta letteralmente la memoria delle vittime del nazismo, il valore della Resistenza partigiana, la Storia – precisa Ferrero – . Non rende giustizia non solo alle vittime e ai loro famigliari ma soprattutto si configura come un precedente simbolicamente indelebile".