Firenze – Arrivano alla spicciolata, a poco a poco e il largo che si trova davanti al cantiere della strage si riempie. Sono tanti, i cittadini che oggi pomeriggio , a partire dalle 16, si sono trovati con striscioni, tristezza e rabbia in via Mariti, davanti al cantiere dove, un anno fa, 5 persone, 5 operai, persero la vita a causa di una trave gigantesca di cemento armato che cadendo trascinò con sé un solaio e le loro vite: Luigi Coclite, Mohammed El Farane, Taoufik Haidar, Bouzekri Raimi, Mohamed Toukabri.
Sono tanti, i cittadini di Firenze che hanno voluto non solo ricordare, ma anche chiedere. Chiedere chiarezza sui motivi per cui quella trave cadde, se le norme di sicurezza furono violate, per chi e in che condizioni lavoravano quegli uomini. Una tragedia che si sposa con quelle di altri uomini e donne per cui una giornata di lavoro si è trasformata in una tragedia senza ritorno. Fra la gente, il consigliere comunale di Spc Dmitrij Palagi, Massimo Torelli di Salviamo Firenze, le bandiere dei Cobas, Usb, una rappresentanza del Comitato delle vittime della strage di Viareggio, esponenti di Perunaltracittà, Rete Antisfratto Fiorentina, solo per citarne alcuni, fra le numerosissime adesioni che sono pervenute all’iniziativa. A parlare, sopraffatta dall’emozione e quasi senza fiato, la moglie di Luigi Coclite, che riesce solo a dire, con voce chiara ,a flebile: “Dovete andare avanti, Fate Bene. Credo che dobbiate andare avanti”.
Avanti fino a dove? “Fino a sapere davvero perché è successo e di chi sono le responsabilità – dice Luca Grillandini, del Comitato spontaneo di cittadini che sorse dopo la tragedia – ma anche fino a quando il Comune si decida a prendere in considerazione la richiesta dei residenti, ovvero la costituzione di un giardino intitolato alle vittime”. E’ infatti questo il sentimento più diffuso nella parte di Firenze teatro di questa ennesima tragedia: da un lato, essere messa a parte degli sviluppi delle indagini in nome di un elementare senso di giustizia che scattò immediatamente dopo quelle morti; dall’altro, che “l’amministrazione, finora silente, si faccia carico di interloquire con il committente Esselunga facendo tutti gli sforzi necessari affinché venga rivisto in toto il progetto dell’inutile, ennesimo grande centro commerciale nell’area una volta di demanio pubblico e poi svenduta al privato di turno, per il profitto di pochi e a danno della collettività”. Un’opera ritenuta inutile dunque dai cittadini, che hanno richiesto invece di “avviare un processo di riqualificazione, vincolato allo smaltimento dell’ecomostro della morte e alla totale bonifica dell’area, facendo tutti gli sforzi necessari affinché quell’area venga destinata a un parco pubblico intitolato alle vittime del lavoro e del profitto, che doni verde e aria pulita a un quartiere ormai attanagliato da una sempre più asfissiante cementificazione”.
In mattinata nello spazio dove si è tenuto il presidio del pomeriggio, si era tenuta una cerimonia pubblica con lo scoprimento di una targa alla presenza della sindaca Sara Funaro, dell’imam Izzedin Elzir, mentre un messaggio dell’arcivescovo Gherardo Gambelli era stato letto da monsignor Corti, vicario generale dell’Arcidiocesi. Tra i presenti, legali e familiari delle vittime, molti rappresentanti dei comuni dell’area metropolitana, dei sindacati, di Prefettura e Questura, il presidente ANMIL Alessandro Lari, il provveditore della Misericordia di Firenze Bernardo Basetti Sani Vettori, assessori e consiglieri comunali. A seguire si è tenuta la messa nella chiesa vicina al cantiere. La targa è stata realizzata dal Comune di Firenze in collaborazione con ANMIL (l’Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro).
“È passato un anno, quanto accaduto è una ferita aperta: quello di oggi è un atto simbolico ma di forte vicinanza alle famiglie, in ricordo dei lavoratori che non ci sono più, un segnale per dire ancora una volta che la nostra città c’è e ci sarà sempre e che sul tema della tutela e della sicurezza del lavoro ci deve essere sempre un’attenzione altissima. – ha detto la sindaca Funaro– Firenze si stringe intorno ai familiari delle vittime, come lo abbiamo fatto un anno fa continueremo a farlo sempre”.
Foto Luca Grillandini