Firenze – Sono tante le iniziative con cui oggi Firenze ricorda. Ricorda una delle pagine più sanguinose del dopoguerra, quella notte in cui si ritrovò inerme a subire, dopo una serie di spaventosi colpi allo Stato, un vero e proprio attacco alla sua gente, ai suoi bambini, al suo popolo più innocente e ignaro . Era notte fonda, l’una e 4 minuti, quando 31 anni fa, stanotte, un’autobomba esplose in via dei Georgofili a Firenze. Morirono due bambine, Nadia e Caterina Nencioni, nove anni la prima e 50 giorni di vita la sorellina, il babbo Fabrizio Nencioni, 39 anni e la mamma Angela Fiume, 31 anni, lo studente di 22 anni Dario Caplicchio, mentre 40 persone furono ferite. Un altro passo nella scia degli attentati che dal 1992-1993 provocarono la morte di 21 persone, tra cui i giudici Falcone e Borsellino e gravi danni al patrimonio artistico. Una mattanza che era cominciata anni prima.
Così, seguendo il percorso di sangue e dolore, a Firenze da oggi, venerdì 26 maggio, fino a domenica 28 maggio il piazzale degli Uffizi ospiterà la Teca con i resti della “Quarto Savona Quindici”, l’auto dove 31 anni fa persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e gli agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro.
La Teca resterà visibile a tutti i fiorentini e turisti che con la loro visita vorranno non solo ricordare le stragi palermitane di mafia, ma anche le vittime di quella avvenuta in via dei Georgofili tra il 26 e i 27 maggio di 30 anni fa.
La Quarto Savona Quindici è infatti posizionata per l’occasione proprio in prossimità del luogo dell’attentato nel capoluogo toscano. Sempre oggi, la Polizia di Stato renderà omaggio alle vittime di mafia, alla presenza del Questore Maurizio Auriemma e delle altre Autorità cittadine di fronte alle quali alle 16.30 verrà suonato il silenzio d’ordinanza.
Ospite all’iniziativa anche Tina Montinaro, la moglie di uno degli agenti di scorta al giudice Falcone, rimasto ucciso a Capaci.
Parallelamente “DonatoriNati” darà il via ad una donazione di sangue straordinaria all’Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. “Dal Sangue Versato al Sangue Donato” è il nome dell’iniziativa di solidarietà per la lotta alla mafia da parte dei cittadini e delle cittadine in divisa dell’associazione.
Si tratta di una delle tante iniziative che da questa mattina, venerdì 26 maggio, hanno preso il via a Firenze per ricordare la tragica notte in cui la mafia dichiarò guerra a Firenze e all’Italia, non solo nella sua generosa e coraggiosa rappresentanza di polizia, carabinieri, magistrati, ma alla carne e al cuore stesso del Paese, sotto la delicata e straziante forma di due bambine, due genitori, uno studente, più i feriti e le oltraggiose amputazioni alla nostra identità più peziosa, quella culturale. La Crusca, i Georgofili, gli Uffizi, Nadia e Caterina Nencioni, i genitori, lo studente Capolicchio, la sua fidanzata ferita gravemente, e tutta Firenze, tutta insieme, l’Italia intera. Guerra globale, una guerra troppo ardita e feroce e tutelata per essere “solo” mafia. Non i “villadri” corleonesi, a comprare una montagna di esplosivo e mettere in campo una strategia di tensione e paura diffusa; servono, come gli investigatori hanno ampiamente ripetuto, altre connivenze, altre competenze criminali. Ed è questo, a trent’anni dalla strage, il profilo più inquietante: la sensazione che non sia stato raggiunto il torsolo della mela, il vero mandante, il vero potere che dichiarò guerra al popolo italiano. Per questo, quelle lamiere contorte dove persero la vita il giudice Giovanni Falcone, la giudice e moglie Francesca Morvillo, gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani, Rocco Dicillo, emettono qualcosa di paragonabile a una paura algida, fossile, quella che deriva dalla ferocia sconfinata di stupidi burattini comandati da un centro di potere indifferente a tutto, se non a se stesso. Nè pietà, ne’ convenienze, nè ragione possono fermare la Bestia.
Oggi si ricorda, si commemora, si parla di tutto questo, ci si misura. In questo modello di confronto informazione e riflessione, fra le altre iniziative che andranno avanti fino a notte fonda, alle 1, si pone la mostra, voluta dalla Regione Toscana, “La strage di via dei Georgofili: un racconto lungo 30 anni. Spunti e appunti da un’indagine ancora in corso” che contiene i documenti dall’archivio dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Via dei Georgofili, donato al Centro di documentazione “Cultura della Legalità Democratica” della Regione Toscana. Una mostra documentaria che vuole fare memoria e testimonianza della strage dei Georgofili e delle altre stragi degli anni 1993-1994.
La mostra è accompagnata da testi e copie dei documenti giudiziari provenienti dal Fondo dell’ Associazione tra i Familiari delle Vittime, raccolti dall’avvocato di parte civile Danilo Ammannato e donati nel 2018 al Centro di documentazione “Cultura della Legalità Democratica”.
“La strage dei Georgofili – ha detto il presidente Eugenio Giani – è una ferita aperta ma dobbiamo essere consapevoli che l’applicazione e la dedizione di magistrati, la coesione con le istituzioni che si venne a creare trenta anni fa, la reazione della città portò a sviluppare a Firenze un lavoro particolare. La strage dei Georgofili è un esempio di ricostruzione di materiale probatorio che non ha precedenti, anche rispetto ad altri casi simili in Italia. Come Regione abbiamo documentato tutto questo, con il centro di documentazione che ha portato avanti un lavoro immenso e prezioso che si concretizza in 914 faldoni di documentazione processuale che adesso sono interamente digitalizzati e non potranno più andare perduti. Questa mostra serve a illustrare il lavoro svolto per il contrasto alla mafia, e a valorizzare la cultura della memoria, fondamentale per creare condizioni di legalità insieme all’educazione dei giovani”.
L’Associazione tra i familiari delle vittime della strage di Via dei Georgofili si è costituita il 31 luglio 2001 allo scopo di rappresentare e assistere chi ha subito le conseguenze dell’attentato avvenuto a Firenze nella notte fra il 26 e il 27 maggio 1993 e di incoraggiare e promuovere iniziative per la verità su quella strage e sulle altre avvenute nel biennio 1993-1994 e di promuovere la conoscenza e trasmettere la memoria.
Il fondo è costituito da 35 faldoni che vanno dal 1993 al 2017. La documentazione, dal 2018, è divenuta parte del patrimonio del Centro di documentazione “Cultura della Legalità Democratica”.
In particolare, il fondo contiene atti processuali relativi alle Stragi degli anni ‘93-’94 che sono stati raccolti dall’Associazione e dall’avvocato di parte civile Danilo Ammannato nel corso dei processi. Rappresenta quindi una selezione in copia dell’ingente documentazione processuale conservata presso gli archivi del Tribunale di Firenze (914 faldoni), attualmente oggetto di digitalizzazione presso la Procura della Repubblica di Firenze, in attuazione di un progetto coordinato da Provveditorato Regionale dell’Amministrazione Penitenziaria, Conferenza permanente dei servizi presso la Corte d’Appello, Archivio di Stato di Firenze e Regione Toscana.
Sommario dei contenuti
Processo “Stragi del 1993”
Atti istruttori e Udienza preliminare “Bagarella + 24” (8 faldoni)
Dibattimento penale, Corte d’Assise di Firenze “Bagarella + 22” (15 faldoni)
Dibattimento penale, Corte d’Assise di Firenze “Riina – Graviano” (5 faldoni)
Sentenza Corte di Assise di Appello del 13.02.2001, riuniti i due dibattimenti in I grado, “Bagarella + 24” (1 faldone)
Sentenza Corte di Cassazione “Bagarella + 24” del 6.5.2002 (1 faldone)
Dibattimento penale “D’Amato Cosimo”
Sentenze di I grado, di Appello e di Cassazione (1 faldone)
Dibattimento penale “Tagliavia Francesco”
Atti di indagine della P.G. e interrogatori dei collaboratori di giustizia da parte del P.M. (2 faldoni)
Udienze dibattimentali e sentenza di I grado Corte di Assise di Firenze “Tagliavia Francesco” (2 faldoni)
Sentenza di II grado della Corte di Assise di Appello di Firenze ; Sentenza Corte di Appello in sede di rinvio e sentenza della Corte di Cassazione (1 faldone)
Orari della mostra
lunedì-venerdì: 10.00-12.30 e 14.00-16.30
sabato: 10.00-12.30
Prenotazioni:
tel. 055/4385616, lunedì-sabato, ore 09:00 – 13:00
Foto di copertina Luca Grillandini