Potente signore di castelli sull’Appennino modenese, da Roccapelago al territorio di Pavullo, Obizzo da Montegarullo è stato uno dei più noti capitani di ventura al servizio di Firenze negli anni a cavallo tra XIV e il XV secolo.
Nato nel 1347, divenne subito celebre perché aveva solo ventitré anni quando si ribellò al dominio degli Estensi nel territorio del Frignano. Poco tempo dopo si spostò in Toscana e fu al comando delle truppe fiorentine nella guerra del Mugello. In particolare, nel 1343, assediò gli Ubaldini presso Palazzolo sul Senio e, dopo averli sconfitti, ottenne onori e ricompense tanto che nel suo stemma aggiunse il giglio di Firenze a testimoniare il forte legame che non sarebbe mani venuto meno [1].
Tuttavia, quando, tornato nell’Alto Frignano, fece causa al Comune di Barga per rivendicare un territorio a nord di Roccapelago, Firenze, non lo spalleggiò essendo più interessata a mantenere la propria influenza su Barga [2]
In Toscana, invece, conseguì nuovi successi. Nel 1382, in Val d’Orcia, espugnò Celle sul Rigo, fece decapitare i comandanti nemici e distrusse l’intero paese. Poi attaccò i temibili mercenari bretoni che, acquartierati in Maremma, la stavano devastando. Tuttavia, quando assediava la rocca di Canino in territorio senese cadde in un agguato e fu preso prigioniero. Ma Firenze lo riscattò con 800 fiorini e il suo prestigio risultò indenne poiché fu assoldato anche dal Comune di Bologna[3].
Proprio grazie all’aiuto della potente città guelfa riuscì a sottrarre buona parte del Frignano, al controllo degli estensi ghibellini, e a costituire una sua Signorìa. Poi, però, per ampliare i propri possedimenti strappò a Lucca alcuni castelli sull’Appennino modenese. Ma ciò comportò una lunga guerra con i lucchesi che dalla Garfagnana e dal passo San Pellegrino, avevano esteso i propri domini oltre il crinale.
A Firenze mieteva allori e nel 1389 fu pubblicamente elogiato per la tregua con Gian Galeazzo Visconti, ma nel Frignano compì una razzia di mille capi di bestiame che lo rese impopolare.
Quando nel 1390 Modena e Bologna firmarono la pace, le fortune di Obizzo cominciarono a declinare perché aveva negli Este irriducibili avversari che potevano usufruire dell’appoggio di Lucca e di Bologna. Quindi dovette resistere ai loro attacchi in tutto il Frignano e alla fine fu costretto a implorare clemenza da Alberto V d’Este.
Infatti, nel corso del conflitto, nel 1393, il possente castello di Roccapelago fu conquistato dai lucchesi (La rocca non fu espugnata ma fu trattata la capitolazione in cambio di 1700 fiorini) che con gli alleati si impossessarono di Pievepelago, Sant’Andrea Pelago, Flamignatico (l’attuale Groppo, frazione di Riolunato). A questo punto gli Estensi assediarono anche i suoi castelli nella zona di Pavullo. Comunque, richiedendo clemenza Obizzo riuscì a stipulare un trattato che gli permise di conservare gran parte dei suoi possedimenti[4].
Invece l’anno successivo, dopo aver concordato una tregua con i lucchesi, che comprendevano la vendita di alcuni castelli, con un colpo di mano, se ne impadronì nuovamente. Questo a lungo termine non gli avrebbe portato fortuna.
Nel 1394 Obizzo ottenne da Alberto V il perdono e una parziale restituzione dei suoi domini. Ma egli voleva la totale reintegrazione del suo territorio; occupò Pievepelago e S.Andrea Pelago. Con la pace ottenne dal marchese d’ Este il riconoscimento in feudo di queste e di altre 16 località del Frignano e fu anche nominato podestà di Sestola.
Poi si rivolse contro i lucchesi e con l’aiuto di Lanzalotto Montecuccoli conquistò Roccapelago che conquistarono con un assalto narrato dettagliatamente da Giovanni Sercambi.
Obizzo ottenne nuovi successi e riprese tutti i suoi castelli. Restava, però, la preoccupante presenza degli Estensi
Nel 1406 il signore di Montegarullo fu di nuovo in Toscana come Capitano generale dei fiorentini nella guerra contro Pisa. Strinse d’assedio Vicopisano e dai monti di Buti, lo investì con bombarde e catapulte che uccisero oltre 150 persone.
Quando Vicopisano si arrese, Obizzo rientrò in tutta fretta nei propri possedimenti perché il figlio Neri era stato attaccato da milizie estensi che avevano riacceso il conflitto. Sebbene si fosse alleato con il signore di Parma Ottobono Terzi, per conto del quale si era spinto a Mirandola e nella valle del Panaro, nel 1408 perse gran parte dei suoi possedimenti a cominciare dalla prediletta Roccapelago.
Costretto a fare atto di obbedienza a Nicolò III d’Este, Obizzo dovette cedere i castelli che ancora deteneva e a trasferirsi a Ferrara da dove però fuggì.
Nel 1411 tornò a guidare le truppe fiorentine contro il re di Napoli Ladislao d’Angiò spingendosi fino alle porte di Roma. Ma, nel 1415, secondo una memoria redatta da un suo nipote, morì a Lucca, probabilmente di malattia.
Tuttavia, una tradizione popolare asserisce che fu ucciso da un colpo di balestra mentre si trovava a Riolunato, nel luogo dove oggi sorge una colonna sormontata da una croce eretta nel 1571 . La versione del nipote è generalmente giudicata la più attendibile. Comunque proprio a Riolunato in località Castello dei Pelosi (di cui sono ancora visibili imponenti resti, a cominciare da una splendida torre) c’era una delle dimore predilette di Obizzo su uno sperone che domina la vallata protetta da un ponte levatoio. E’ quindi plausibile un agguato mentre camminava per le vie del borgo sottostante che è distante oltre un chilometro dal Castello.
Sulle ragioni della sua sconfitta ( che approfondirò in un saggio più ampio) mi limito qui a rilevare che In effetti se fu brillante quando era al servizio di Firenze e coraggioso nel ribellarsi al dominio estense, aver intrapreso guerre su due fronti, con gli Este e con Lucca gli costò gravi sconfitte. Confidava nell’alleanza con Bologna contro i ghibellini di Modena e Ferrara. Tuttavia, rapidi mutamenti negli schieramenti,come la pace fra Bologna e gli Estensi,che lo spiazzarono. E aveva sottovalutato il peso militare di Lucca nell’Appennino.
A Roccapelago, la sua residenza principale, è possibile vedere il Museo Storico “Sulle orme di Obizzo da Montegarullo” nato per iniziativa della Associazione Volontaria Pro Rocca che da anni opera per la tutela, lo studio e la valorizzazione di questi luoghi.
Il museo ripercorre le vicende di Obizzo mediante quadri disposti in ordine cronologico con illustrazioni e il testo della Cronaca, di Giovanni Sercambi storico lucchese, che marra questi eventi ad alcuni dei quali prese parte direttamente .
Un plastico, rievoca nei dettagli l’assedio del castello di Roccapelago dove furono impiegate le macchine da guerra, come mangani e catapulte, ma vennero usate anche le prime armi da fuoco come le bombarde. Ad arricchire la parte documentaria un stimolante diorama Poi, oltre a pregevoli riproduzioni di armi medievali, una magnifica armatura della fine del XIV secolo.
Foto: La colonna di Riolunato sormontata da una croce eretta nel 1571 sorge dove probabilmentre fu ucciso Obizzo
[1] https://condottieridiventura.it/?s=montegarullo By Roberto Damiani.
[2] Ibidem
[3] Ibidem
[4] La ricostruzione dell’assedio di Roccapelago viene effettuata nel percorso “Sulle orme di Obizzo” con la narrazione di Enzo Ferroni.
Foto Riolunato. La colona risalente al XVI secolo indica il luogo dove secondo la locale tradizione popolare sarebbe stato ucciso Obizzo da Montegarullo