Storia di Cosimo I: portò la Toscana nell’ambito delle potenze europee

Il libro di storia e di politica del presidente della Regione Eugenio Giani

Firenze – Eugenio Giani, Presidente della Regione Toscana, appassionato studioso della sua storia, e dello straordinario patrimonio artistico, culturale, paesaggistico. Lo rivela anche il suo recente saggio su Cosimo I: personaggio non adeguatamente conosciuto (sebbene non manchino gli studi specialistici) ma con un ruolo centrale nelle vicende della dinastia medicea e nella storia della Toscana. Uno statista  prudente e audace, coerentemente con il motto che aveva scelto festina lente, che nella prassi non è un vero e proprio ossimoro, come dimostrò lo stesso Augusto (colui che lo coniò) perché invita ad alternare freno e acceleratore. E caratterizzò, appunto, l’azione politica del Granduca mediceo, come constatiamo in questo libro.

Cosimo I dei Medici – Il padre della Toscana moderna (Giunti Editore 2024): si legge tutto d’un fiato, come un romanzo, ma è un’ampia e documentata panoramica di come ogni angolo della Toscana porti l’impronta di Cosimo e di come egli sia riuscito a trasformarla in uno Stato europeo politicamente ed economicamente solido. Avendo avuto occasione di incontrare il Presidente Giani in numerose località della Toscana ho constatato e apprezzato la sua curiosità culturale per ogni forma di testimonianza storica che esse gli fornivano e che ritrovo in varie parti del suo saggio. E che arricchiscono anche  la sua attività di governo.     L’autore annuncia l’intento di portare l’uomo e lo statista fuori dalla cerchia degli addetti ai lavori, narrarlo attraverso le tante realizzazioni e di coglierlo nella sua attualità di protagonista della storia in grado di parlarci ancora. E sottolinea che ciò che oggi è la Toscana, la civiltà di cui può farsi vanto e per cui tutto il mondo la ama e la ammira porta inequivocabilmente la sua impronta.

Un libro che si articola nel tempo e nello spazio.  Di particolare rilievo la conquista del potere. Il giovane Cosimo aveva avuto, fino ad allora, una vita modesta, con scarsezza di risorse economiche. Non era destinato a governare, tanto più che non era del ramo principale della famiglia Medici.  Dalla sua parte solo il fatto di essere il figlio di Giovanni dalle Bande nere ma questo,  durante, la signorìa del duca Alessandro, aveva poco peso. Ma improvvisamente il destino gli aprì una porta quando il duca fu assassinato dal suo parente Lorenzino. I fautori dei Medici capirono che il vuoto di potere  poteva portare alla restaurazione della repubblica o al diretto assoggettamento  di Firenze ai domini di Carlo V.

Scelsero allora di proclamare il giovane Cosimo pensando di poterlo manovrare. Ma sebbene inesperto, egli tenne un basso profilo, agì con prudenza  ma anche con astuzia e determinazione.

Quando i fuorusciti tentarono l’insurrezione armata li sconfisse e fu inflessibile con i loro capi. In modo analogo, per evitare qualsiasi ombra sull’assassinio del duca Alessandro perseguì l’esule Lorenzino con particolare tenacia.  A proposito di prudenza, Giani ricorda che tra le prime azioni di governo ci fu la messa in sicurezza dei confini del ducato e descrive le opere di edilizia militare. Dalle mura di Arezzo ai bastioni di Pistoia, ai baluardi di Porta alle spiagge a Pisa, alle torri di avvistamento sulla costa tirrenica e in molte altre località, ricordando che lo stesso Cosimo andava a rendersi conto personalmente di come procedessero i lavori in ogni parte della Toscana.

Le opere pubbliche erano anche strumento di diplomazia politica. Ad esempio, fece di Pisa, che era stata umiliata dalla conquista fiorentina, il secondo polo dei suoi domini. Dando forte impulso alla celebre Università, facendone l’arsenale della flotta, ottenne una molteplicità di risultati: rivitalizzò le attività economiche, e fece “rivivere” la Repubblica marinara, rendendo la Toscana una potenza marittima. E anche qui con un duplice scopo: difendere la costa dalle temibili incursioni dei pirati barbareschi e assumere un ruolo significativo nel Mediterraneo accanto alle flotte delle grandi monarchie.

Anche nelle bonifiche, a cominciare dal Canale Maestro della Chiana ottenne ad un tempo più risultati. Eliminazione delle zone malsane, crescita della produzione agricola in vista di un’autonomia alimentare per eliminare le periodiche carestie. Eugenio Giani ci mostra, dunque, in modo dettagliato, come Cosimo procedesse con avvedutezza ed energia. Così, ad esempio, la conquista di Siena gli si prospettò per circostanze che esulavano dalla sua volontà. Ma quando fu il momento seppe agire con maggior decisione dell’imperatore, anche sul piano militare Nel 1554 ruppe gli indugi, tanto più che a capo delle milizie francesi c’era l’avversario di sempre, Piero Strozzi.

Viene rievocato l’annuncio della vittoria di Scannagallo e le cerimonie che ne seguirono  con un gusto giornalistico, quasi  come il servizio di un tg . Ma poi l’autore riprende i panni dello storico per analizzare  come Cosimo seppe dare prova di moderazione. Siena non fu trattata come una città conquistata anzi divenne lo Stato nuovo, una sorta di unione personale che per il momento non la assoggettava a Firenze ma le consentiva di conservare leggi proprie. Coerentemente con il motto che aveva scelto festina lente, cercò anche di accrescere l’autonomia del ducato, pur mantenendosi nell’orbita della Spagna. E a questo servì anche – come spiega Giani – il fortunato matrimonio con Eleonora di Toledo figlia del Viceré di Napoli. Il libro, articolato in 50 brevi capitoli, parla anche di come Cosimo fece di  Firenze la capitale di uno Stato di levatura europea. O perché scelse di risiedere in Palazzo Vecchio e  poi in una vera a propria reggia Palazzo Pitti. E gli Uffizi, adibiti a sede del governo e di importanti magistrature.

Poi il corridoio vasariano, e molti altri luoghi dove  resta la sua impronta non solo sul piano urbanistico ma anche nel campo della cultura.  Via degli  Arazzieri, il giardino dei Semplici, dove -scrive Giani – la scienza si collega alla natura: un orto botanico fra i più antichi e famosi, E qui troviamo la  straordinaria  vicenda del gelsomino  (evito di spoilerare per non togliere al lettore il piacere di scoprirla).  Inoltre, gli interessi per l’astronomia, la medicina e, dati i tempi, per l’alchimia, La narrazione si sofferma su Cosmopoli ( Portoferraio) concepita come città ideale oltre che come  presidio militare contro i pirati. E la Terra del Sole, a Castrocaro, nella Romagna toscana, tipico esempio della città –  fortezza medicea.  Mentre  Arezzo, una  città che porta particolarmente “ il segno dei progetti e della volontà di Cosimo”.

Altri esempi della molteplicità dei suoi interessi le opere idrauliche (attorno alle quali ruotavano  molte attività  economiche), le vie d’acqua come il Canale dei Navicelli tra Pisa e Livorno.  A proposito di Livorno, Cosimo I  ne fece il porto della flotta toscana ma anche un importante  centro commerciale. Garantendo la libertà di culto favorì l’insediamento di una numerosa e operosa comunità ebraica. Ogni opera aveva più funzioni. Pensiamo alle ville come quelle di Seravezza e di Cerreto Guidi che erano anche avamposti e presidi militari ma servivano altresì ad attestare la presenza dei Medici sul territorio. In definitiva, Giani rileva che con Cosimo La Toscana cambiò come non mai e quella che fino allora era stata una piccola potenza regionale al livello delle corti e delle grandi nazioni del Cinquecento. L’apoteosi fu il conferimento del titolo di Granduca, dopo una lunga e sapiente azione diplomatica. Purtroppo, gli ultimi anni furono malinconici. Ammalato, Cosimo lasciò al figlio Francesco il governo del Granducato.  E i rapporti non furono sempre buoni, come vedremo nelle ultime pagine di questo volume a proposito del matrimonio morganatico con Camilla Martelli.

Total
0
Condivisioni
Prec.
Meloni a Firenze, prima al Meyer poi firma con Giani l’accordo per il fondo europeo

Meloni a Firenze, prima al Meyer poi firma con Giani l’accordo per il fondo europeo

Polemiche sui 55 milioni tornati alla Città Metropolitana, FdI: "Non saranno

Succ.
Arte e ambiente: la Biennale dello Scarto alla Galleria delle Carrozze

Arte e ambiente: la Biennale dello Scarto alla Galleria delle Carrozze

Il progetto artistico - ecologico di Rodolfo Lacquaniti

You May Also Like
Total
0
Condividi