Raccontare Ettore Bernabei attraverso la pubblicazione integrale dei “Diari 1956-1960 Tra giornalismo e impegno politico”a cura di Gianni La Bella per Rubettino Editore, vuol anche dire tornare agli anni della storia della Repubblica dopo che Bernabei aveva svolto la sua prima esperienza giornalistica a Firenze come direttore del Giornale del Mattino. Testimonianza di cui resta traccia grazie ai diari donati dalla famiglia Bernabei alla Fondazione Giorgio La Pira e confluita nel volume a cura di Piero Meucci “Ettore Bernabei e il Giornale del Mattino”, edizioni Polistampa.
Per Bernabei il periodo fiorentino fu un’esperienza giornalistica ricca umanamente e professionalmente in una città che ben presto divenne,grazie a La Pira, la proiezione del «sentiment» non solo politico, ma anche culturale e ideologico della DC. Molteplici le personalità del mondo cattolico che si prodigarono nella costruzione della giovane democrazia italiana, a cui il giornalismo morale di Bernabei non fu estraneo.
Chiamato a Roma da Amintore Fanfani che gli affidò la direzione de “Il Popolo”, il quotidiano politico del partito democristiano, da giornalista scrupoloso e osservatore attento decise di prendere nota su tutto. Erano gli anni dal 1957 al 1961, quelli che decretarono il successo in politica,non senza qualche battuta d’arresto, per Fanfani: la conferma per ben due volte alla segreteria della DC, la Presidenza del Consiglio con il Ministero degli Esteri e nel ’60 un governo «Fanfani ter» che Moro indicò delle “rette parallele” per la nuova politica delle alleanze.
Obiettivi che rimandavano allo stimolante progetto politico, sociale, e culturale ideato anni prima dallo stesso Fanfani, da La Pira e a cui Bernabei vi aveva con convinzione aderito. Era l’affermazione di quel vasto campo di una carità più ampia ” perché le iniquità che provocano le sofferenze dei nostri fratelli vanno eliminate “mediante un’opera di riforma e di miglioramento delle strutture giuridiche, economiche e politiche, che formano il tessuto della relazione sociale”. Parole contenute nello scritto “La nostra vocazione sociale” scritte dallo stesso Giorgio La Pira e che ora sembravano trovare corrispondenza nell’impegno politico del democristiano Fanfani e del suo più stretto e fidato consigliere Bernabei.
Dalle pagine dei diari di Bernabei emergono impietosi ritratti di uomini di potere che agivano o meno all’interno dei più vari accadimenti solo in virtù di compromessi. Puntualmente annotati da Bernabei con dovizia di particolari riguardo alla lotta politica interna dell’allora partito di maggioranza del Paese. Illustri democristiani, esperti conoscitori dei meccanismi di governo, contribuirono ad ostacolare il tentativo del leader cattolico aretino di ridare un senso alla nazione attraverso un cattolicesimo sociale per lo sviluppo interno e moderno del Paese, favorendo in politica estera il ruolo dell’Italia per la coesistenza pacifica tra gli Stati attraverso ponti di dialogo. Il primo volume della edizione integrale dei diari , che copre un periodo che va dal 1956 al 1960, (seguiranno altri 3 volumi), ha dunque il merito di restituire fatti conosciuti, inediti e privati ponendoli sotto una nuova luce. Un modo per esplorarli dal di dentro per offrire una visione più ampia su decisioni difficili e molto spesso incomprensibili per i contemporanei di ieri e i posteri di oggi.
In foto Ettore Bernabei
I Diari di Ettore Bernabei verranno presentati a Prato presso la libreria Giunti in Corso Mazzoni, venerdì 29 settembre alle ore 21.00. Partecipano Matteo Biffoni sindaco di Prato; Simone Mangani assessore alla cultura; Patrizia Giunti presidente Fondazione La Pira; Gianni La Bella curatore dell’opera; Antonello Giacomelli commissario AGCOM; Piero Meucci presidente di Arcton e Giovanni Bernabei latore di testimonianze di un figlio. L’incontro aperto al pubblico sarà moderato dalla giornalista Patrizia Scotto di Santolo ed è in collaborazione con la Fondazione La Pira, Cassa di Risparmio di Firenze e l’associazione Punto d’incontro.