Firenze – Di ciò che non si può dire è meglio tacere. Forse è un po’ troppo scomodare Ludwig Wittgenstein per uno spettacolo di cinema/teatro/nuove tecnologie, ma l’ammonimento è importante per evitare di rovinare la sorpresa agli spettatori che mercoledì alle 18 e alle 21 si recheranno al Cinema Stensen per assistere allo spettacolo “Segnale d’allarme – La mia battaglia VR” realizzato da Elio Germano e Omar Rashid.
Meglio tacere anche per la materia così terribilmente di temuta attualità di cui tratta la pièce. Dunque è meglio indugiare su un aspetto che costituisce una novità assoluta: il Cinema Stensen di Firenze è la prima sala cinematografica italiana a realizzare una proiezione aperta al pubblico in realtà virtuale a 360 gradi. Per assistere alla visione, al pubblico saranno forniti visori speciali. Si tratta di grandi occhiali che immergeranno lo spettatore nella realtà dello spettacolo teatrale a 360 gradi.
“Segnale d’allarme” è la trasposizione in realtà virtuale de “La Mia Battaglia”, il monologo teatrale scritto a quattro mani da Elio Germano e Chiara Lagani e portato in scena da Germano stesso, per parlare della nostra epoca. L’opera conduce lo spettatore a interrogarsi sulla realtà attuale e immaginare possibili scenari futuri: la scelta della realtà virtuale per consentire di rivedere la pièce, è particolarmente efficace rispetto ai contenuti.
Il monologo porta in scena un attore, o forse un comico, ipnotizzatore non dichiarato, che durante uno spettacolo di intrattenimento manipola gli spettatori in un crescendo di autocompiacimento, anche verbale, fino a giungere, al termine del suo show, a una drammatica e imprevedibile svolta. Portatore di un muto volere collettivo diffuso nell’aria, l’artista da figura autorevole si farà a poco a poco sempre più autoritario, evocando lo spettro di un estremismo di ritorno travestito da semplice buon senso.
Appellandosi alla necessità di resuscitare una società agonizzante, tra istanze ecologiste, nazionaliste, socialiste, planetarie e solitarie, mutuali e solidali, tra aneddoti e proclami, tra appelli appassionanti e affondi lirici deliranti, il personaggio trascinerà l’uditorio, in un crescendo pirotecnico, a una straniata sospensione tragica fino a condurlo a una terribile conseguenza finale.
“E’ uno spettacolo provocatorio che ci mette in discussione come pubblico – ha detto Elio Germano – Cosa stiamo vedendo? A cosa applaudiamo? Chi è il personaggio che abbiamo difronte? Dove ci sta portando? Un esercizio di manipolazione dagli esiti imprevedibili. Per la prima volta il teatro si fa virtuale: indossato il visore e le cuffie, verrete catapultati in quella sala e sarà come essere lì”.
“Per la prima volta una sala cinematografica si trasforma in una sala cinema VR – ha detto il direttore della Fondazione Stensen Michele Crocchiola – E lo fa con un film in realtà virtuale della durata di 70 minuti. Un’esperienza immersiva di assoluta novità in Italia. Siamo felici e soddisfatti di esplorare questo linguaggio e di poterlo proporre al pubblico unendo l’innovazione tecnologica all’esperienza cinematografica condivisa”. L’idea, ha continuato il direttore Crocchiola, “è aprire la nostra programmazione alla sperimentazione e ai film in realtà virtuale 360”.
Il film è prodotto da Gold Productions, società dei fiorentini Omar Rashid, Alessandro Mancini e Luca Fortino, che da anni sperimenta l’innovativa tecnologia in realtà virtuale.
(Info www.stensen.org, 055/576551, prevendite alla cassa del cinema Stensen, ingresso 10 euro).