Stefano, piangiamo sempre per te, per la tua famiglia, per la quale non ci sono sufficienti Grazie! Grazie! Sei vivo nei nostri cuori e sempre lo sarai! Tu, la tua famiglia, legali e magistrati che l’hanno sostenuta in questa battaglia giudiziaria, siete la parte valorosa dell’Italia, l’ orgoglio italiano.
Stefano Cucchi è morto per omicidio pretereintenzionale, dal momento che è morto per gli esiti letali del pestaggio che subì la notte del suo arresto. Non è morto “di fame e sete”, non è morto “per cause ignote alla scienza medica”, né di epilessia.
Che non accada più, che non venga mai più neanche torto un capello a chi è arrestato, si trovi in questura, o venga in contatto / soccorso con uomini delle Forze dell’Ordineper accertamenti o qualunque altra causa.
Siano garantite ai cittadini Forze dell’Ordine d’Italia estranee alla violenza.
Di questa questione se ne occupi Sergio Mattarella, con urgenza, se è un vero Presidente. Molti altri attendono giustizia!
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il post di Ilaria Cucchi del 26 dicembre, onomastico di Stefano, descrive la sua visita al carcere di Regina Celi, il 25 dicembre 2016
Fianalmente, dopo anni di dura battaglia da parte della famiglia di Stefano, si riconosce che è stato decisivo a strappare la vita a Stefano “la mano e la responsabilità di chi lo aveva in custodia, i carabinieri allora in servizio nella stazione Appia” – scrive Repubblica – . “Gli stessi che per coprire la verità avrebbero accusato di quella morte degli innocenti che sapevano tali”.