Sono 234 le start up innovative a Bologna, mentre l’intera Emilia-Romagna ne conta 808. E’ quanto emerge dai dati di uno studio della Camera di Commercio del capoluogo emiliano, secondo cui nei primi sei mesi dell’anno le start up innovative con sede sotto le Due Torri sono aumentate del 24% rispetto al 2016, contro un incremento medio in Italia inferiore al 10%. In Emilia-Romagna l’aumento è invece stato del 5,1% rispetto all’anno scorso.
Bologna si conferma la prima città capoluogo dell’Emilia-Romagna per numero di start up, seguono Modena (149), Reggio Emilia (92), Rimini (89), Parma (62), Forlì-Cesena (56), Ravenna (50), Ferrara (39) e Piacenza (37). Nel primo semestre del 2017, inoltre, Bologna è seconda tra le città metropolitane italiane, dopo Milano, per numero di start up innovative ogni mille imprese e terza per crescita dopo Venezia e Napoli. In testa alle classifiche c’è anche l’Emilia-Romagna, che è seconda dopo la Lombardia per numero di start up registrate.
Delle realtà che hanno sede a Bologna, il 22% opera nel campo industriale, in particolare nella manifattura e nelle costruzioni, mentre il 78% è attivo nei servizi, tra cui commercio, produzione di software, consulenza informatica, ricerca scientifica e servizi di informazione. L’attività con il maggior numero di start up attive al 30 giugno 2017 è comunque la produzione di software non connesso all’editoria, pari al 24,4% del totale. Aumentano anche le start up femminili (vale a dire con prevalenza di donne) che hanno registrato un incremento del 28% con 23 realtà attive e quelle giovanili, cioè composte in maggioranza da under 35. In quest’ultimo caso, si è registrato un aumento del 9,5%.